Frosinone
18.06.2025 - 08:00
Una delle prove effettuate ieri sulla giostra dalla quale a gennaio è stato sbalzato un quattordicenne di Morolo
Infortunio alla giostra del Matusa, il processo si farà. È l’esito dell’udienza predibattimentale fissata davanti al giudice Aurora Gallo del tribunale di Frosinone per decidere l’apertura del procedimento a carico dei due imputati sotto accusa per le lesioni subite da un quattordicenne di Morolo il 14 gennaio 2023, caduto dal “polpo” installato al parco del Matusa per le festività natalizie e di fine anno. La prima udienza, davanti al giudice monocratico Fiammetta Palmieri, si terrà il 7 ottobre.
Per la procura che ha basato le indagini sulla consulenza tecnica dell’ingegner Roberto Cicini (mentre l’ingegner Francesco Di Gennaro è stato incaricato dalla famiglia del ragazzo e l’ingegner Gabriele Pezzetta dagli imputati) e sull’attività dei carabinieri «il funzionamento del dispositivo di ritenuta era essenziale per la sicurezza», essendo l’unico con tale funzione. Per l’accusa, una condotta diversa avrebbe impedito la caduta del ragazzo dalla carrozza e che fosse colpito dalle altre, subendo così gravi lesioni.
Secondo quanto ipotizzato dalla procura, ci sarebbe un difetto nella cabina, alla postazione numero 25 dove sedeva il ragazzo di Morolo sbalzato a terra dalla giostra. Il pubblico ministero Vittorio Misiti, infatti, aveva incaricato il consulente tecnico Roberto Cicini di valutare il corretto funzionamento della giostra e dei dispositivi di sicurezza. Il perito aveva effettuato due prove il 30 maggio e il 29 giugno 2023, con la giostra ferma e in movimento, alla presenza, oltre che dei periti di controparte, anche dei carabinieri della compagnia di Frosinone e del personale dell’Asl. Impiegato anche un drone per ricostruire l’intera scena.
Così l’attenzione di chi indaga si è concentrata su quello che è stato considerato un difetto di aggancio e sgancio della chiusura di sicurezza. Un particolare emerso in occasione del secondo sopralluogo quando il consulente incaricato dal pm e quelli di parte si sono a lungo intrattenuti nella verifica dei meccanismi di sicurezza del polpo.
Per far piena luce sull’accaduto si è cercato anche nelle memorie dei telefonini dei presenti, quella sera, al parco Matusa, per vedere se qualcuno avesse registrato immagini utili alle indagini. Immagini che, però, nonostante una consulenza non sono saltate fuori. Qualità e inquadrature delle immagini, infatti, non avrebbero fornito particolari dell’incidente. Durante gli accertamenti i controlli hanno interessato le carrozze della giostra, con in modo particolare quella individuata come la postazione occupata dal quattordicenne, i componenti tecnici della struttura, il sistema di alimentazione, il sistema di tenuta della chiusura di sicurezza, la funzionalità dell’impianto in movimento lento e poi a ritmo sempre più sostenuto, anche a rotazione inversa rispetto al normale utilizzo.
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