Spazio satira
Frosinone
18.04.2024 - 18:00
Soluzioni efficaci, su basi scientifiche e nel rispetto dei principio di proporzionalità. Ma soprattutto un’attenta valutazione della situazione ex ante in modo da poter valutare gli effetti ex post. È quanto chiede Unindustria al Comune di Frosinone prima di procedere con l’annunciata chiusura, da metà maggio, del tratto urbano della Monti Lepini al traffico pesante.
Non prima di aver ricordato che il Tar del Veneto, nel 2018, ha annullato un analogo provvedimento adottato dal Comune di Rovigo per «violazione del principio di leale collaborazione e del diritto di partecipazione degli altri enti interessati dalle ricadute viarie».
La presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni spiega: «Cerchiamo soluzioni efficaci che tendano ad arrivare al miglioramento della qualità dell’aria. Unindustria è consapevole che il Comune ha la potestà di regolare la circolazione stradale all’interno del proprio territorio, ma ritiene che possa farlo in coerenza con principi ed elementi di fatto».
Unindustria chiede il rispetto del principio di ragionevolezza: «Un divieto - prosegue la Diurni - deve essere motivato da ragioni di interesse pubblico tali da giustificare la imitazione alla libertà di circolazione». Ma anche di proporzionalità: «Il Comune deve scegliere la soluzione meno restrittiva possibile tra quelle idonee a raggiungere gli obiettivi prefissati». E di non aggravamento: «Il divieto non deve aggravare ingiustificatamente la situazione nelle aree limitrofe. Il Comune deve adottare le opportune misure per evitare che la chiusura comporti un aumento del traffico e dell’inquinamento nelle zone circostanti. Altrimenti non risolviamo niente. Andare ad aumentare la percorrenza chilometrica dei mezzi pesanti può avere un impatto peggiore sulla qualità dell’aria».
Unindustria insiste nell’avere dati precisi: «Li abbiamo chiesti al Comune ma non ce li hanno dati. Qualsiasi misura dovrebbe prevedere una situazione ex ante e una ex post per avere l’evidenza dell’efficacia della misura». La preoccupazione di Unindustria è che «non avendo dati puntuali relativi a quel tratto di strada ai fini di una caratterizzazione del traffico e della qualità dell’aria, questa misura, per ora annunciata come sperimentale, possa non dare i benefici ambientali auspicati».
A questo punto è Unindustria a elencare dati. A partire da quanto mette nero su bianco l’Arpa Lazio nel piano di risanamento della qualità dell’aria. E dunque l’inquinamento industriale pesa per il 7%, quello da riscaldamento per il 41%, quello da traffico veicolare per il 43% «di cui le emissioni dei veicoli leggeri sono in aumento». Un rapporto dell’Ispra, seppur dato, evidenzia come l’inquinamento da riscaldamento domestico sia cresciuto negli anni.
C’è poi un altro aspetto da valutare: il piano di risanamento della qualità dell’aria prevede misure di contenimento da novembre al 31 marzo. Ovvero nel periodo più critico della stagione, quello in cui si registrano i maggiori sforamenti delle concentrazioni di polveri sottili. E questo stride con un blocco che inizia a metà maggio. Unindustria ricorda che nella Valle del Sacco il 97% dei veicoli sono autovetture private e motocicli. «Quindi - argomenta il presidente di Unindustria - qualsiasi misura si voglia intraprendere andrà ad incidere su una piccola percentuale di quel nemmeno 3%». Secondo Ecosistema Urbano di Legambiente, Frosinone con 82 veicoli ogni 100 abitanti ha il tasso di motorizzazione più alto d’Italia. «Bisogna domandarsi perché il trasporto pubblico non viene percepito come efficiente. E perché tutti usano l’auto privata».
Diurni ricorda un progetto che coinvolge le aziende dell’area industriale: «Abbiamo proposto al Comune un progetto pilota per il trasporto dei dipendenti nell’area industriale con mezzi a impatto zero. Siamo in attesa di sapere». Inoltre, da dati Astral, Unindustria rileva che sulla Monti Lepini il traffico dei camion incide per il 10% per poi calare nei fine settimana. Ma ciò non si traduce in un abbassamento dei livelli di Pm10. E ancora: a Frosinone il 56% delle auto private è Euro 4 o inferiore (dati Istat), mentre la maggior parte dei mezzi pesanti - notano gli industriali - è Euro 6. Proposta anche una piattaforma logistica per lo scarico delle merci dai mezzi più pesanti per il rifornimento delle attività in città con mezzi elettrici.
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