Quel che resta della settimana
07.12.2025 - 10:00
Un panorama di Frosinone
Cosa si intende realmente per qualità della vita? Questa la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: «La percezione che gli individui hanno della loro posizione nella vita nel contesto della cultura e dei sistemi di valori in cui vivono e in relazione ai loro obiettivi, aspettative, standard e preoccupazioni. È un concetto di ampio respiro, influenzato in modo complesso dalla salute fisica, dallo stato psicologico, dal grado di indipendenza, dalle relazioni sociali e dalle connessioni con le caratteristiche salienti dell’ambiente». Insomma, una qualità della vita ideale include una condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale. Da trentacinque anni la provincia di Frosinone affonda in tutte le classifiche sulla qualità della vita, stilate in base a indicatori come salute, istruzione, ambiente, lavoro, reddito, sicurezza, cultura e tempo libero. Nell’ultimo report, quello de Il Sole 24 Ore, la Ciociaria perde altre tre posizioni e si piazza all’85° posto su 107. Ultima nel Lazio e la peggiore tra tutte le province del Centro-nord. Ai primi posti ci sono Trento, Bolzano, Udine, Bergamo e Bologna. Profondo Nord. In coda alla classifica Reggio Calabria, Siracusa, Crotone. Profondo Sud. Ha scritto Il Sole 24 Ore: «Il dato conferma una spaccatura geografica che, in 36 edizioni della Qualità della vita, non ha accennato a sanarsi, nonostante i punti di forza del Sud nella demografia, nel clima, nel costo della vita decisamente più accessibile, e i fondi (inclusi quelli del Pnrr) che negli anni hanno contribuito a dare una spinta alle imprese e al Pil dei territori in questione: le ultime 22 classificate, infatti, continuano a essere province meridionali».
Il trend non si inverte in tempi rapidi
Da un anno all’altro non può cambiare nulla. Ma il punto vero è che la provincia di Frosinone per quanto riguarda la qualità della vita arranca sistematicamente. E le dolenti note riguardano il numero enorme di ore di cassa integrazione, la mancanza di start-up innovative, il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile. Ma incidono tantissimo pure i livelli di inquinamento, il tasso di motorizzazione (con moltissimi veicoli vecchi), il rischio frane, l’assoluta mancanza di prospettiva nelle politiche ambientali. Poi c’è quel mondo della memoria e delle emozioni che neppure un report così dettagliato può cogliere nella sua pienezza. La provincia di Frosinone si è impoverita. Basta andare nelle aree industriali per rendersi conto di quante aziende (non solo multinazionali) hanno chiuso i battenti negli ultimi decenni. E quanti posti di lavoro sono andati in fumo. In un contesto caratterizzato da un calo demografico enorme: dal 2011 ad oggi sono stati persi 35.000 abitanti. Tutto questo ha comportato una caduta verticale dei consumi, un crollo degli introiti fiscali (fondamentali per garantire i servizi), un’assenza di prospettiva micidiale. Quanti giovani sono andati via e stanno andando via? Non soltanto i laureati, ma tutti indistintamente.
In ogni società che guarda al futuro la regola è che i genitori immaginano per i loro figli un futuro migliore del proprio. Da anni in provincia di Frosinone i genitori vedono per i propri figli un futuro assai peggiore del loro presente. E del loro passato. Nei decenni del boom a fare la differenza sono stati fattori come la produzione industriale, l’insediamento di aziende, gli investimenti sulle infrastrutture e sulle opere pubbliche. Questo non c’è più da tempo. Inoltre si continua a “cavillare”. L’attivazione della Zona Logistica Semplificata è un’opportunità importante, perché consente comunque agevolazioni fiscali (credito d'imposta) e semplificazioni amministrative (sportelli unici, procedure più veloci). Una novità del genere è passata quasi sotto silenzio. Quanto alla Stazione Tav di Ferentino, tre cose. La prima: siamo ancora allo studio di pre-fattibilità. La seconda: il via libera può arrivare solo da Ferrovie dello Stato e Rfi. La terza: un’opera del genere avrebbe bisogno di una visione di crescita e di sviluppo complessiva per determinare livelli importanti in termini di bacino di utenza per passeggeri e merci. Francamente si fatica a vedere uno scenario del genere. Ma ci auguriamo davvero di essere smentiti. Dai fatti. Un’ultima considerazione: chi continua a restare e ad investire in Ciociaria meriterebbe ben altra attenzione. Perché nulla è scontato. Men che meno il coraggio.
Il banco di prova delle provinciali. Ma per fare cosa?
Nel cielo della politica locale ci sono le elezioni provinciali. In tutti i partiti si sgomita per le candidature e si annunciano rese dei conti senza appello. Ma per fare cosa? Da dodici anni l’ente Provincia non ha assessori e le deleghe ai consiglieri contano come il due di coppe quando comanda denari. Con la riforma Delrio (2024) i poteri sono soltanto del presidente. Eppure, tutti in trincea. Contenti loro.
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