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L'intervista

Dalla fabbrica al surrealismo

La passione per il disegno nata da bambino, l’incontro con l’arte, il lavoro in Fiat e la sua terra. A tu per tu con Luciano Tocci: «Sono cinquant’anni che rappresento i colori della splendida Valle di Comino»

luciano tocci

L’artista Luciano Tocci, al lavoro nel suo studio

Quando una meravigliosa valle ti ospita in modo così avvolgente, coccolandoti con suggestivi tramonti, aria salubre, tradizioni secolari, storia atavica, buona cucina e tanto affetto da parte dei concittadini, come non rappresentare queste cose su una tela, riempiendola con i colori del tuo animo grato? È con questo spirito che Luciano Tocci, artista sandonatese, apre il suo studio ai lettori di Ciociaria Oggi.

Quando ha iniziato a dipingere?
«Ho iniziato a dipingere intorno ai tredici anni. Da piccolissimo ho sempre disegnato, la matita per me è stata molto importante perché mi ha permesso di imparare le sfumature e i chiaroscuri. Sono un autodidatta, anche se da piccolo ho frequentato la bottega di un pittore locale, Donato Marini; stavo le ore a guardare e poi correvo a casa per stendere sulla tela ciò che avevo acquisito. Successivamente ho collaborato con un altro pittore locale, Fabrizio Armido, decorando i carri allegorici, e infine con Gerardo Tempesta, nome d’arte Tempest, allievo di Giorgio De Chirico e capostipite dell’arte spiritual, il quale mi ha trasmesso l’amore per l’aspetto trascendente nei dipinti».

Quali sono le sue tecniche preferite?
«Dopo la matita, ho assaporato il piacere dei colori a olio, per poi arrivare alle tecniche miste acriliche, sperimentando anche le terre per particolari cromie su ceramiche».

Che cosa è l’arte per lei?
«Quando la musica e la poesia si fondono nell’immensa vibrazione dei colori nasce l’arte, per la quale vivo. E ringrazio Dio per avermi dato l’opportunità di comunicare con il mondo attraverso le mie pennellate. Sembra una cosa scontata ma non è così».

Le sue opere danno emozioni agli spettatori, e a lei?
«Le emozioni provate sono tantissime, e non potrebbe essere altrimenti vivendo in questa meravigliosa valle (la Valle di Comino, ndr), uno dei miei temi preferiti. Inoltre, in ogni mio evento porto un messaggio, nel senso che tutte le opere in mostra sono un “inno alla vita”, rappresentato figurativamente da un’anima che esce dalla terra danzando. Spesso l’anima assume le sembianze di una donna attraverso un processo di umanizzazione per poi tornare eterea. È, in definitiva, un divenire continuo che rappresenta, surrealisticamente, il mio stato d’animo, fondato su valori importanti ma, anche, proiettato verso il futuro».

Dovendo scegliere tra tecnica ed emozione…
«La tecnica, come avrà dedotto, è molto importante per me, anche perché mi permette la transizione stilistica tra figurativo e astratto senza grossi traumi ma, sinceramente, l’artista vive di emozioni ogni minuto della giornata traendo ispirazione, la cosa più importante in ogni creazione artistica».

Essere artista è anche sacrificio…
«Portare avanti il lavoro manuale di metalmeccanico facendo il pendolare per tanti anni tra Piedimonte San Germano (dove Tocci ha lavorato alla Fiat, ndr) e Gallinaro, dove risiedo, per poi tornare a casa anche di notte e mettersi davanti a una tela bianca e dipingere è stato molto difficoltoso ma la volontà e la voglia di dipingere mi hanno dato la forza per realizzare le mie opere. Ora, in pensione, ho molto più tempo a disposizione».

Dalla catena di montaggio al surrealismo… Il suo compito di artista è facilitato anche dal territorio di appartenenza…
«Sono cinquant’anni che rappresento i colori della splendida Valle di Comino! Questa terra è stata, con la sua bellezza, una vera scuola per me, influenzando sin dagli albori la mia pittura. Ho realizzato molte opere uniche che la rappresentano, e anche una cartella di litografie dei ventuno comuni compresi dalla Valle di Comino».

…e su questa terra lei ha anche fondato un’associazione…
«Sì, ho fondato nel 1994, e presiedo tuttora, l’Associazione di Promozione Sociale “Leonardo”, un’associazione che, d’intesa con l’Amministrazione comunale – attualmente rappresentata dal sindaco Enrico Pittiglio – promuove iniziative culturali e benefiche in collaborazione con la Pro loco, la Protezione civile, la Croce rossa e l’Avis. Tra l’altro, dell’Associazione fa parte anche una galleria d’arte aperta tutti i giorni, che accoglie mostre e annualmente il prestigioso evento “Un libro sotto la Torre”, un’iniziativa rivolta a scrittori affermati ed esordienti».

Come artista, si sente realizzato?
«Un vero artista non ha mai un punto di arrivo, ogni giorno è un continuo evolversi nella ricerca e nella sperimentazione per portare su tela le continue emozioni della vita». “Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima” (George Bernard Shaw).

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