Spazio satira
Il capolavoro
16.06.2023 - 20:44
Il 17 giugno del 1983, e quindi esattamente quarant'anni fa, venne pubblicato uno degli album pop-rock più belli di ogni tempo: "Synchronicity". Fu l'ultimo disco della band britannica dei "Police" e costituì – a mio modesto avviso – il vertice creativo della loro sfolgorante carriera. Quel gruppo – a cavallo tra la fine degli anni settanta ed i primi anni ottanta – ebbe il merito di riuscire a fondere in maniera molto originale le diversissime anime del rock, del reggae, del punk e del pop, dando così vita ad una sintesi creativa estremamente convincente.
La notevole qualità artistica di "Synchronicity" si notava senza sforzo anche ad un primo ascolto; tuttavia risulta pienamente confermata ancora oggi, a distanza di ben quattro decenni. A colpire non è soltanto l'efficacia melodica e lirica dei dieci brani che lo compongono, ma anche il notevole livello degli arrangiamenti, esaltato dalla non comune bravura dei componenti del gruppo.
Al di là delle indiscutibili capacità compositive di Sting, note più o meno a tutti, è infatti opportuno rammentare che Andy Summers possiede una grandissima tecnica chitarristica (che gli ha infatti consentito, tra l'altro, di inventare arpeggi e riff memorabili), e che Stewart Copeland è addirittura ritenuto – da molti esperti – come uno dei primi dieci batteristi della storia della musica.
Il titolo dell'album è ispirato espressamente all'omonimo concetto filosofico introdotto dallo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung. Concetto che costituisce il filo conduttore delle liriche di quel progetto musicale. "Synchronicity I", che apre l'ascolto, colpisce per la sua trascinante ritmica e per il testo. Essa, per descrivere in maniera assai efficace la sincronicità della nostra quotidianità, elenca in serrata sequenza una serie di situazioni ed "immagini" molto evocative.
A ribadire il contenuto "filosofico" dell'album c'è a dire il vero anche "O my God", una delle canzoni più significanti della visione interiore di Sting (che con la voce graffiante che lo caratterizzava all'inizio della sua carriera, si rivolge al Creatore chiedendogli spiegazioni dell'umana sofferenza; e supplicandolo di avvicinarsi all'uomo, soprattutto nelle giornate più cupe e difficili: "...Take the space between us, and fill it up some way..."). La prima facciata del disco (perché, ricordiamolo, a quei tempi si pubblicavano soltanto i 33 giri...) si chiude con la curiosa "Miss Gradendo", l'unico brano che è a firma di Copeland, e che grazie ad una ritmica coinvolgente e ad un trascinante arpeggio di chitarra, racconta la storia di una spia russa ai tempi della Guerra Fredda.
Ma è nel "Lato B" che l'album esplode letteralmente, in un crescendo di incredibile potenza. Ed infatti "Synchronicity II" si snoda attorno ad un tempo musicale serratissimo, che travolge senza scampo. Il testo regala strofe quasi "cinematografiche", chiudendosi con un'immagine molto bella, «...many miles away, there's a shadow on the door, of a cottage on the shore, of a dark Scottish lake...». Poi, a seguire, la leggendaria "Every breath you take", che è considerata come una delle canzoni d'amore più belle di ogni tempo. La verità tuttavia è un'altra. Sting la scrisse infatti, con ben diverso stato d'animo, nel periodo in cui stava portando a termine il doloroso divorzio con la sua prima moglie.
Tanto è vero che una volta, in un'intervista, confessò: «È una canzone cupa, che parla di controllo, gelosia, sorveglianza, ma c'è chi crede che sia un brano romantico, e vorrebbe usarla al proprio matrimonio!». Ma di soddisfazioni, quel pezzo, gliene ha regalate moltissime. Non solo perché gli consentì di vincere il Grammy del 1984 come "brano dell'anno", ma anche perché, grazie ai diritti d'autore di quella sola canzone (circa un milione di euro annui...), nel 1997 il grande bassista inglese riuscì ad acquistare la splendida tenuta toscana de "Il Palagio", dove oramai abita stabilmente.
Ma "Synchronicity" non esaurisce certo qui la sua magia, perché infatti regala ancora all'ascoltatore altri memorabili gioielli musicali: "King of pain", ad esempio, che descrive mirabilmente i sentimenti della solitudine e dell'abbandono. E "Wrapped around your finger", che trattando un ambiguo rapporto tra docente ed allieva, in qualche modo richiama le scabrose tematiche di un altro famoso brano del 1980 dei "Police", intitolato "Don't stand so close to me". L'album si chiude con l'onirica e misteriosa "Tea in the Sahara", ispirato al celebre romanzo di Paul Bowles, intitolato "Il the nel deserto".
Il brano è un gioiello di rara bellezza. Il testo evoca immagini luminose ed inquietanti, ed è arrangiato in modo splendido. Per creare l'incredibile effetto sonoro che accompagna la voce di Sting, Summers rivelò di aver adoperato una particolare tecnica esecutiva chiamata "nuvola oscillante", la quale prevede l'utilizzo di una chitarra molto sovraccarica, necessita di armonie estremamente curate, ed esalta l'effetto eco.
Creando così un'atmosfera musicale davvero unica. Non tutti sanno che l'album avrebbe dovuto contenere un altro piccolo capolavoro, intitolato "Murdered by numbers", il quale fu però escluso dalle tracks "ufficiali"; e ciò probabilmente per la durezza del suo testo, che parla di come sia facile riuscire ad organizzare al meglio una serie di omicidi... "Synchronicity" vendette ben otto milioni di copie in tutto il mondo. Dopo il tour che ne accompagnò la promozione, la band (purtroppo) si sciolse, lasciando tuttavia spazio alle carriere solistiche dei tre grandi musicisti.
Per coloro i quali volessero ascoltare dal vivo alcune delle canzoni di quell'album leggendario, rammento che questa estate Sting sarà in Italia per tre concerti; e precisamente l'11 luglio a Mantova, il 12 a Nichelino (Torino) ed il 14 a Roma, nella Cavea dell'Auditorium Parco della Musica. La cosa curiosa è che in quello stesso periodo sarà nel nostro Paese, per presentare uno spettacolo che intende ripercorrere la storia musicale dei Police con l'accompagnamento di una grande orchestra, anche Stewart Copeland. Ecco le date: il 12 luglio ad Udine, il 14 a Perugia, il 16 a Pergine Valsugana, il 24 a Gardone, il 25 a Firenze ed il 27 a Taormina. Viene proprio da dire che alcune volte, la "sincronicità", non è affatto una buona cosa...
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