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Sora

L’addio dei Padri Passionisti alla città

Dopo 183 anni chiude la comunità religiosa. Annunciata per il 18 gennaio una messa di commiato . Ieri il messaggio di ringraziamento del sindaco: «Si chiude una storia che ha scritto pagine memorabili per i sorani»

Dopo 183 anni la storia si ferma. Era il 1842 quando la Comunità passionista arrivò a Sora. Un risveglio amaro ieri per la città dopo la comunicazione firmata dall’attiva comunità dei Padri Passionisti, con cui si riferisce che il 18 gennaio si terrà una messa di ringraziamento e saluto alle ore 17 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli. «Carissimi amici - si legge - dal profondo del cuore, in un grande abbraccio, raccogliamo tutta la vostra solidarietà, l'affetto, l'amicizia, la vicinanza, per questa amara decisione, maturata sicuramente per ragionevoli motivi, di chiudere la Comunità di Sora. Ringraziamo tutti coloro che in tanti anni, hanno lavorato in questo luogo, conservando, curando, promuovendo la devozione e la fede anche attraverso la gioia della condivisione. Chiediamo di sostenerci nella preghiera per sentirci forti in questo momento particolare, che rimarrà impresso nella storia dei Passionisti a Sora. Grazie di vero cuore a tutti». Era l’estate del 2023 quando, per paura della chiusura, si organizzarono fiaccolate, raccolta firme e tanta la vicinanza per padre Salvatore Crino, che ha saputo essere un vero collante per il territorio. Anche il sindaco di Arpino Vittorio Sgarbi, nel 2023 visitò il convento, le sue bellezze e la sua importante biblioteca inserita nel circuito regionale.

Ieri, il sindaco Luca Di Stefano ha voluto inviare al padre superiore Daniele Pierangioli un saluto: «Prendo atto della volontà della Congregazione di San Paolo della Croce di chiudere il convento di Sora. La Comunità passionista ha rappresentato per la città una risorsa inesauribile - il sindaco ha ringraziato così per il servizio svolto dai Passionisti - Il 31 gennaio sarà un giorno triste. Si chiude una storia che ha scritto pagine memorabili nel cuore dei sorani». A padre Salvatore il sindaco rivolge un ringraziamento particolare: «È stata una presenza costante e significativa: rimarrà per molto tempo nella memoria collettiva di questa comunità ricordato con vero affetto». Il convento dei Padri Passionisti fu aperto ai sorani dopo il terremoto del 1915, fu rifugio per i senza tetto, e durante la Seconda Guerra mondiale divenne ospedale. Inoltre, da anni ai Passionisti è affidata la pastorale sanitaria dell’ospedale sorano.

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