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Lo scenario

Mozione per il salario minimo. Eleonora Mattia brucia le tappe

In Ue raggiunto accordo sul salario minimo. Il presidente della nona commissione Lavoro ha investito subito della questione il Consiglio regionale

L'Unione Europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo. Si attende l'approvazione della Plenaria del Parlamento Ue e la ratifica del Consiglio Ue e poi tutti i Paesi membri dovranno recepirla. Non saranno previsti massimi e minimi salariali, l'obiettivo è quello di puntare a fissare salari minimi adeguati ed equi. Sul tema, l'Italia è tra i 6 Stati membri a non avere ancora una regolamentazione. Il commissario Ue al Lavoro, Nicolas Schmit ha spiegato che «non imporremo un salario minimo all'Italia, non è questo il punto».

Sempre Schmit ha aggiunto: «Sono molto fiducioso che alla fine il governo italiano e le parti sociali raggiungeranno un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva, soprattutto per coloro che non sono ben tutelati, e alla fine arriveranno alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre il sistema salariale minimo in Italia». Intanto la Regione Lazio si sta già muovendo. «Il salario minimo e la parità salariale sono due priorità non più rimandabili: ora più che mai occorrono retribuzioni eque e dignitose per uomini e donne.

Dopo la storica intesa sulla direttiva europea raggiunta questa notte (ieri, ndr), è il mo mento della responsabilità per tutti gli Stati membri e le Regioni possono giocare un ruolo cruciale nei confronti del governo affinché la battaglia sia portata a casa. Per questo ho presentato una mozione in Consiglio regionale per impegnare la Regione Lazio a sostenere, in tutte le opportune sedi, gli atti e le misure che prevedono l'istituzione del "salario minimo orario" per i lavoratori e la lavoratrici» ha detto Eleonora Mattia, presidente IX Commissione lavoro Consiglio regionale del Lazio Circa 2 milioni di lavoratori in Italia nonhanno un contratto collettivo di lavoro di riferimento e oltre 2,5 milioni possono essere considerati lavoratori poveri (cd working poors).

Secondo le rilevazioni INPS, nel nostro Paese 4,6 milioni di lavoratori, circa il 30% del totale, guadagnano meno di 9 euro l'ora. Quota che diventa il 35% tra gli operai agricoli e il 90% dei lavoratori domestici, mentre 2,5 milioni non arrivano a 8 euro. «L'Italia è uno dei 6 Paesi su 27 Stati membri dell'UE a non avere una forma di regolamentazione in materia. Le novità nel dibattito europeo ci impongono serietà e celerità: quella sul salario minimo non è una battaglia di parte, ma una questione centrale che riguarda la dignità del lavoro e risponde ai principi irrinunciabili della Costituzione repubblicana. Serve subito una legge che consenta di contrastare efficacemente forme di competizione salariale al ribasso e al contempo garantisca la correttezza della competizione sul mercato da parte delle imprese».

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