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L'editoriale

Battisti nuovo Ad di Ferrovie dello Stato: l'uomo giusto al posto giusto

La nomina del manager fiuggino, oltre ad essere la vittoria del merito e della competenza, è il trionfo della "forza tranquilla" di un uomo sobrio e positivo

Della sua bravura se n'era accorto perfino il sindaco di Londra Boris Johnson che nel 2009 gli consegnò il "Global Award WTM" per le strategie di sviluppo del business nell'Alta Velocità. E oggi il governo del "cambiamento", con una scelta azzeccata, ne ha fatto il numero uno di Ferrovie dello Stato.

Nelle barzellette dell'epoca democristiana si raccontava quanto fosse "strategico", per il potere di allora, controllare quest'azienda. Lo era trent'anni fa quando i suoi conti facevano acqua. Lo è ancora oggi. Non tanto per il potere. Quanto per i risultati che produce. Oggi Ferrovie dello Stato è un gioiello capace di grandi numeri. Che al potere non crea grattacapi ma dà soddisfazioni. Che nel mondo globale compete senza timori reverenziali con i maggiori player mondiali.

E se Gianfranco Battisti ne ha conquistato il timone, probabilmente è proprio per il fatto che è stato tra i protagonisti principali della sua crescita e della sua trasformazione. Trattando l'Alta Velocità, che ha diretto, non solo come la gallina dalle uova d'oro ma anche come il traino di un business che non ha trascurato il turismo, allacciando collaborazioni e intese con tutto quello che gira intorno ad un semplice viaggio in treno.

Gianfranco Battisti, nei connotati di trasparenza tutta ciociara che lo contraddistingue, giunge al vertice di Fs perché ha sempre guardato con passione, intelligenza e lungimiranza agli interessi dell'azienda mettendo al centro il viaggiatore e la sua soddisfazione. E se è vero che il successo manageriale lo ha costruito con i numeri dell'Alta Velocità, in Fs ha lasciato un segno a capo della Divisione Passeggeri. Esperienza alla quale guardano oggi fiduciosi i tanti pendolari ciociari che forse un Frecciarossa lo prendono, sì e no, una volta nella vita. E che spesso combattono con ritardi e disservizi. La nomina di Battisti, oltre ad essere la vittoria del merito e della competenza (e di questo bisogna dare atto a Toninelli & Co), usando lo slogan che Sèguèla coniò per la vittoria di Mitterand nelle presidenziali francesi del 1981, è il trionfo della "forza tranquilla" di un uomo sobrio e positivo. Di quella "forza tranquilla" di cui ha tanto bisogno il nostro Paese in questo confuso presente.

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