Frosinone
10.12.2025 - 11:28
Un luogo accogliente. Riservato. Già prima di entrare abbiamo percepito quanta cura sia stata prestata per cercare di creare uno spazio confortevole, con arredi che richiamano un luogo sicuro, con un divano, quadri, soprammobili, una libreria, un’area giochi per i più piccoli. E poi un colorato albero di Natale. Tutto curato nei minimi dettagli nei locali adibiti a “Una stanza tutta per sé”, per la donne vittime di violenza che vengono accolte durante il delicato momento della denuncia in caserma.
Il comandante provinciale ha ringraziato quanti hanno creduto e investito in questo progetto contribuendo anche economicamente alla sua realizzazione ed in particolare: la Provincia di Frosinone proprietaria dei locali, che ne ha anche curato la ristrutturazione e l’adeguamento, il Rotary Club di Frosinone ed il mobilificio Bruni di Sora, che hanno contribuito economicamente ed a fornire l’arredamento e suppellettili, l’artista Daniela Nardelli di Atina che ha reso gradevole l’ambiente con le sue opere. Prima del taglio del nastro il colonnello Mattioli ha ribadito che la creazione di questa nuova stanza non ha solo valore simbolico «ma vuole essere uno strumento sostanziale per accogliere, sostenere, incoraggiare e prendersi cura al meglio di chi si rivolge alle istituzioni per porre fine alla situazione di violenza a cui è sottoposto. L’Arma dei carabinieri è da sempre, ogni giorno, in prima linea nella lotta alla violenza contro le donne, impegnata sia nella repressione dei reati sia nella prevenzione e contrasto al fenomeno attraverso campagne di sensibilizzazione, anche nelle scuole, che mirano a rafforzare la consapevolezza e l’impegno di tutti per contrastare l’odioso fenomeno». Non a caso, già nel 2009, è stata istituita presso il RA.C.I.S. la “ Sezione Atti Persecutori del Reparto Analisi Criminologiche”, deputata allo studio del fenomeno ed all’elaborazione di strategie di contrasto. Inoltre dal 2014, con la creazione della “rete nazionale di monitoraggio sulla violenza di genere”, composta da personale formato nell’Istituto superiore di Tecniche investigative, l’Arma dei carabinieri assicura un contatto qualificato e coordinato su tutto il territorio tramite i comandi stazione, che rappresentano il primo punto di ascolto per le vittime, assicurando interventi tempestivi.
Tra le iniziative più significative figura il progetto “Una stanza tutta per sé”, nato nel 2015 grazie alla collaborazione con il “Soroptimist International d’Italia”, organizzazione mondiale su base volontaria di donne impegnate in attività professionali e manageriali, che promuove l’avanzamento della condizione femminile, la piena realizzazione delle pari opportunità e i diritti umani.
«La stanza inaugurata a Frosinone, destinata alle audizioni protette di donne e bambini e, più genericamente per l’audizione delle vittime vulnerabili, consiste in un ambiente “riservato” - ha aggiunto il colonnello Mattioli - creato all’interno del Comando provinciale di Frosinone diverso da un qualsiasi altro ufficio, accogliente ed “intimo”, che pone le vittime di particolari reati nella migliore condizione per potersi confidare e sporgere una denuncia in un contesto “familiare” proteso ad attenuare il disagio e la sofferenza di questi particolari momenti. Tali reati infatti, per età, situazione della vittima stessa e crudeltà della tipologia di offesa, hanno un impatto psicologico fortissimo e condizionano particolarmente chi li subisce».
«Ognuna di queste 320 stanze aperte in Italia ha una sua storia, un suo sviluppo, un suo significato. In questo territorio ha un significato particolare perché è la prima in questa provincia - ha dichiarato la dottoressa Adriana Macchi - Dobbiamo essere tutti sentinelle, intervenire, aiutare le vittime a chiedere aiuto e fare rete. Fondamentale, dunque, avere questi luoghi accoglienti, dove personale preparato può aiutare le donne e i minori a recuperare il filo della loro esistenza. La denuncia, come il racconto di storie di violenza, non è mai facile. C’è da una parte vergogna, dall’altra un po’ di diffidenza. Questi luoghi sono studiati proprio per accogliere e minimizzare, per quanto possibile, il trauma che comunque il racconto davanti a un inquirente può generare. Le persone si devono sentire sicure di poter raccontare, trovare dall’altra parte personale competente e l’aiuto necessario per uscire, perché dalla spirale della violenza, dei maltrattamenti si può uscire, si deve uscire, ma da soli è difficile. In questo luogo è possibile rimettere insieme i pezzi e cercare di ricostruire».
Il prefetto Ernesto Liguori ha sottolineato l’importanza di un luogo accogliente, sicuro, dedicato alle vittime di violenza, ritenendo che iniziative come queste danno un segno dell’innovazione delle forze dell’ordine, di quanto loro abbiano fatto proprio il concetto di polizia della prossimità, di essere vicini alle persone. L’importanza dell’apertura di “Una stanza tutta per sé” è stata evidenziata anche dal procuratore Francesco Minisci, il quale ha ribadito la sensibilità dimostrata «verso un fenomeno che noi curiamo con la massima attenzione. La magistratura tutta è impegnata nell’intervenire nel momento in cui una vittima vulnerabile subisce un reato. Questo sito possiamo definirlo un sito di eccellenza, perché non ve ne sono tanti di questi locali nel nostro territorio; come diceva il colonnello Mattioli, speriamo di non doverlo mai utilizzare. Però purtroppo non è così e lo vediamo giornalmente dai numeri anche nei nostri uffici. La procura della Repubblica di Frosinone ha una grande attenzione verso questo fenomeno, tanto che tutti i magistrati fanno parte del gruppo che riguarda la violenza di genere. Come sapete tutti è stata promulgata la nuova legge sul femminicidio il 2 dicembre, che entrerà in vigore il 17 dicembre. Proprio su questo noi abbiamo già pianificato un momento di formazione che faremo nel mese di gennaio all’interno del servizio studi che abbiamo nella Procura di Frosinone. Un momento di formazione al quale poi inviteremo tutte le forze dell’ordine impegnate nel settore. Tempestività, specializzazione, questi sono due cardini verso i quali siamo impegnati ormai da anni, ma soprattutto in questa fase.
Noi magistrati, voi forze dell’ordine, interveniamo nel momento patologico, cioè quando il reato è stato commesso, a sostegno, a tutela dei diritti delle vittime. Ma io credo che il momento importante sia quello della prevenzione, sia quello della formazione delle coscienze». Il procuratore, rivolgendosi in particolare alle associazioni, ha sottolineato quanto sia fondamentale insegnare ai ragazzi, alle future generazioni, la cultura della legalità «però, in questo settore, ha una definizione particolare, la cultura del rispetto. Ecco, su questo noi dobbiamo lavorare per consegnare le chiavi del futuro ai nostri ragazzi, insegnare loro il rispetto. Il rispetto che non ha ceto sociale, il rispetto che non ha provenienza territoriale, il rispetto che non ha genere».
I locali sono stati benedetti dall’arcivescovo Santo Marcianò, il quale ha evidenziato: «la stanza è un segno di grande civiltà che dona a chi viene ferito la possibilità di continuare a credere nella bellezza della vita».
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