Nuovo aeroporto a Frosinone: via libera dal Governo all’ordine del giorno di Ruspandini
L’Esecutivo si impegna a valutare la realizzazione di un nuovo scalo civile nell’area Frosinone–Ferentino. L'infrastruttura è ritenuta strategica per sostenere l’aumento del traffico passeggeri e riequilibrare il sistema aeroportuale del Centro Italia
Massimo Ruspandini, parlamentare e presidente provinciale di Fratelli d’Italia
Importante ordine del giorno dell’onorevole Massimo Ruspandini approvato al Governo per un nuovo scalo aeroportuale nell'area di Frosinone/Ferentino. L'Esecutivo si impegna, dunque, a valutare la realizzazione di un nuovo aeroporto civile come infrastruttura complementare allo scalo intercontinentale di Roma Fiumicino, in virtù della dotazione infrastrutturale preesistente dell'area e del potenziale bacino di utenza.
In questo quadro si inserisce anche la possibile realizzazione dell'alta velocità nella stessa area, rispetto alla quale il Governo viene incaricato di favorire la rapida conclusione del tavolo tecnico presso il ministero dei Trasporti. Tale opera, come viene evidenziato nell’ordine del giorno, renderebbe il nuovo scalo un’infrastruttura strategica a livello nazionale.
Alla base di questa iniziativa quella che viene definita una "veraesplosione del mercato del trasporto aereo civile. Con riferimento, in particolare, all’area romana - si legge nell'odg firmato da Ruspandini - le stime per il 2050 prevedono che il movimento passeggeri aumenterà a cento milioni l’anno, quasi il doppio rispetto al dato stimato per la fine dell’anno in corso, vale a dire 52 milioni di passeggeri".
Aeroporti di Roma ha già presentato un piano per un nuovo terminal da 35 milioni di passeggeri, che porterebbe lo scalo a una capacità superiore ai 90 milioni, ma tale proposta è legata alla costruzione di una quarta pista, la cui realizzazione è tutt'ora allo studio.
A influire sulla mole di voli da e per Fiumicino, come ricorda il deputato di FdI, lo spostamento al principale aeroporto romano dei voli low cost, un tempo serviti dall'aeroporto di Ciampino, "ora ridimensionato - precisa Ruspandini - e il cui futuro come scalo civile appare molto incerto".
Secondo Ruspandini, inoltre, a livello nazionale, le tre macroaree Nord, Centro e Sud presentano dotazioni aeroportuali molto diverse tra loro, con un conseguente sistema fortemente disomogeneo.
"L'area Nord - si legge nell'ordine del giorno - dispone di una rete di aeroporti forte, con una decina di scali aperti al traffico internazionale e, in particolare, tre aperti all'intercontinentale, e il sistema lombardo gestisce, con tre aeroporti a diversa vocazione, intercontinentale, nazionale ed europea e low cost, un volume di traffico che nel 2024 si è attestato su sessanta milioni di passeggeri. Anche al Sud la situazione infrastrutturale risulta generalmente buona - prosegue - con una fitta rete di aeroporti nazionali ed internazionali, tra i quali spiccano gli scali intercontinentali di Napoli e Catania. Al contrario - precisa - il Centro Italia, rappresentato sostanzialmente dall'area romana, risulta in discontinuità rispetto all'offerta infrastrutturale aeroportuale delle altre due macroaree, disponendo del più grande aeroporto d'Italia ma che rappresenta l’unico scalo internazionale e intercontinentale dell’area, e di un secondo aeroporto oramai declassato e destinato ad altro uso".
Secondo Ruspandini, dunque, il rischio è di affidare a un unico scalo una mole crescente di voli senza dotare il Centro Italia di un sistema aeroportuale più articolato, in linea con quanto avviene nel Nord e nel Sud del Paese.
"Tale anomalia - argomenta - rischia di nuocere all’intero sistema del trasporto passeggeri nazionale, che necessiterebbe di maggiore flessibilità per rispondere al previsto aumento di volume, e dovrebbe trovare una soluzione anche prescindendo dall’apertura della quarta pista a Fiumicino".
Indispensabile, quindi, dotare l'area di un secondo aeroporto, da collocare in una zona già dotata delle infrastrutture necessarie, oltre che ben collegata con Roma e con l'Alta velocità. "In questo senso appare percorribile l’adattamento a scalo civile dell’aeroporto di Frosinone, terzo aeroporto del Lazio attualmente dedicato al solo traffico militare - sottolinea Massimo Ruspandini - questo aeroporto, collocandosi nel Lazio Meridionale, potrebbe servire un bacino d’utenza di quasi dieci milioni di persone, allargando la sua area di influenza fino alla costa adriatica grazie alla trasversale appenninica".
Il Sud del Lazio, inoltre, costituisce l’area più densamente industrializzata della regione. In particolare, il distretto Frosinone–Anagni ospita il secondo polo industriale farmaceutico d’Europa e un vasto hub logistico che svolge un ruolo strategico di raccordo tra il Nord e l’intero Centro-Sud del Paese.
In questo contesto, la realizzazione di un nuovo scalo aeroportuale a Frosinone rappresenterebbe un’opportunità significativa per il territorio, con la prospettiva di generare migliaia di posti di lavoro sia diretti sia nell’indotto, contribuendo allo sviluppo economico e alla competitività dell’intera area.