Spazio satira
Alatri
18.01.2025 - 12:00
Un’udienza fiume, con toni anche accessi e scambi di colpi tra accusa e difesa. L’udienza di ieri, davanti alla Corte d’assise di Frosinone, per l’omicidio di Thomas Bricca è stata dedicata alle immagini. Si è parlato di intelligenza artificiale e della possibilità di ricostruire l’altezza degli occupanti del T-max dal quale è stato sparato per uccidere Thomas. I due imputati Roberto e Mattia Toson hanno assistito come di consueto in collegamento video, di nuovo insieme, da Rebibbia. Sulla possibilità di effettuare una perizia antropometrica sentiti il tenente colonnello dei carabinieri del Ris Claudio Ciampini, chiamato dal pm Rossella Ricca, e l’antropologo forense Maurizio Cusimano per la difesa. Il primo ha sostenuto l’impossibilità di ricavare l’altezza dai video che hanno ripreso gli occupanti del T-max la sera del 30 gennaio 2023 quando fu ucciso Thomas. L’altro, invece, non solo l’ha calcolata ma ha sostenuto che il passeggero non può essere Mattia Toson, come sostiene la procura, in quanto risulterebbe alto 1,63 metri ovvero decisamente più basso di Mattia.
L’ufficiale del Ris ha spiegato al pm che, «per la distanza dal punto della ripresa, la qualità del video e la velocità del mezzo» non è possibile ottenere l’altezza. E ha aggiunto che «l’intelligenza artificiale è ammessa solo a livello investigativo» e non può essere ammessa in un aula di tribunale. Il tenente colonnello ha manifestato dubbi in ordine alla distorsione delle immagini per il posizionamento in alto delle telecamere e per l’impossibilità di ricavare il punto di inizio del ginocchio e dell’anca per misurare il femore. I rappresentanti delle parti civili, avvocati Nicola Ottaviani, Marilena Ciolagiacomo ed Eugenia De Cesaris, hanno insistito sulle difficoltà a individuare dal video i caschi e ad avere elementi certi sull’altezza del sellino. La difesa, con gli avvocati Angelo Testa e Umberto Pappadia, ha mostrato al teste una foto, più nitida, ritenuta «un potente contributo all’accertamento della verità». Il documento non è stato acquisito dalla Corte, presieduta dal giudice Francesco Mancini, in quanto di provenienza ignota.
Il professor Maurizio Cusimano, per la difesa, ha sostenuto che del suo lavoro c’è stata un’errata interpretazione e ha illustrato il «metodo scientifico» usato per calcolare l’altezza del killer. Secondo un «ragionamento logico» l’altezza del passeggero dello scooter è ricavabile, per l’allineamento dei caschi, ed è di 163,5 centimetri. Dunque, è la conclusione del consulente della difesa, è un uomo più basso di Mattia (alto tra 181,5 e 190 centrimetri). E ciò è confermato - ha detto - dalla lunghezza del femore. Alle obiezioni delle altre parti, l’antropologo, in tre ore di audizione, ha difeso il suo lavoro, ritenenendo che «l’effetto della parallasse non incide in maniera importante» e che, per calcolare altezza e inclinazione delle telecamere bisognerebbe avere la certezza che non si sono spostate. Le parti civili hanno poi insistito sull’assenza di certezze in ordine al modello di T-max utilizzato e sulle relative misure.
Infine, sempre la difesa, sul video girato dai carabinieri per stabilire il percorso compiuto dai killer, ha sentito come consulente l’ingegner Francesco Di Gennaro. Secondo questi il video (non acquisito dalla corte) «non può ritenersi di valore probatorio assoluto» in quanto andava realizzato nelle stesse condizioni di luogo e tempo. Secondo il consulente il tempo di percorrenza va aumentato dai 213 secondi dei carabinieri a 250. Con la media oraria da abbassare da 46 a 40 chilometri. Anche se ha poi ammesso che chi conosce la strada può percorrerla a velocità sostenuta. Ha evidenziato la presenza di telecamere sul percorso e del file danneggiato della telecamera in zona stazione. Prossima udienza il 12 febbraio per l’ultimo consulente dei Toson, sulla balistica, e per la discussione del pubblico ministero.
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