Corrado Cagli è stato uno degli artisti più influenti ed emblematici della seconda metà del Novecento italiano, capace come pochi di districarsi tra la figurazione e l'astrattismo, anzi, facendo di questo dualismo una delle sue peculiarità più interessanti. Fino al 31 luglio il Museo di arte contemporanea di Cassino (via Casilina Nord, 1) ospita la mostra "Metamorfosi del segno" a cura di Giuseppe Briguglio e Bruno Corà e in collaborazione con l'Archivio Corrado Cagli.
In esposizione una selezione di circa quaranta opere tra dipinti e sculture appartenenti alla fase matura plastico-linguistica del maestro, con lo scopo di mettere in risalto un lato meno conosciuto dell'opera di Cagli cui l'artista si è dedicato con particolare impegno e assiduità raggiungendo esiti singolari sul piano estetico e del linguaggio ed evidenziando il rapporto tra pittura e spazio, tra arte e scienza, per esaminare in maniera approfondita la tematica della metamorfosi, elemento costante in tutti i suoi lavori. Come già avvenuto per la precedente esposizione, il Museo dell'abbazia di Montecassino ospiterà nei propri spazi due opere di Corrado Cagli. Una conferma della fattiva collaborazione tra il Camusac e l'abbazia di Montecassino. La mostra è realizzata grazie al supporto dei main partners HDI Assicurazioni e Pagano Servizi Assicurativi.
L'artista
Corrado Cagli nasce ad Ancona nel 1910 da una famiglia appartenente alla comunità ebraica. Negli anni 30 a Roma propone la poetica del Primordio e dell'arcaismo nella scuola che lo vede protagonista insieme a Capogrossi e Cavalli. Nel 1936 realizza per la VI Triennale di Milano la monumentale "Battaglia di San Martino e Solferino", oggi custodita agli Uffizi. Nel 1938, con l'emanazione delle leggi razziali, è costretto a lasciare l'Italia rifugiandosi prima a Parigi e poi a New York. Dal 1948 in poi si stabilisce definitivamente a Roma, sua patria artistica, dove sperimenta tecniche e linguaggi pittorici per i suoi lavori formali e astratti che lo portano a ricevere numerosi premi. Muore a Roma il 28 marzo 1976.
Info
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica (orario continuato 15-19.30, su prenotazione). Lunedì chiuso.
L'ingresso è libero. Info e prenotazioni al numero di telefono 335.1268238.