Il 23 aprile 1995 il Comune di Frosinone va al voto per la prima volta con il sistema dell'elezione diretta del sindaco. Primo turno ed eventuale ballottaggio. Dopo decenni di decisioni e grandi manovre all'interno del consiglio comunale, stavolta è la gente a decidere. Il clima di partecipazione nel capoluogo è enorme. L'anno precedente, alle politiche, il centrodestra aveva fatto cappotto, con un sonoro 6-0. I punti di riferimento sul territorio sono il senatore Romano Misserville (Alleanza Nazionale) e il deputato Riccardo Mastrangeli (Forza Italia). Sono loro a scegliere il candidato sindaco, convincendo il dottor Paolo Fanelli, figlio del grande Cesare Augusto Fanelli, parlamentare simbolo dell'intero territorio. Con Fanelli ci sono Forza Italia, Alleanza Nazionale e Ccd. Il centrosinistra schiera Gian Franco Schietroma, anche lui figlio d'arte. Di Dante Schietroma, più volte ministro e tra i leader più influenti del Psdi. Un monumento. A sostenerlo il Pds, i Laburisti-Psdi, i Popolari e la Federazione dei Verdi.

Ma, oltre a loro due, ci sono altri cinque candidati a sindaco. Sandro Lunghi a capo di una forte lista civica insieme a Franco Celani. Poi c'è Nicola Ottaviani, con il Movimento Costituente. Insieme a Massimo Roscia. Quindi Antonio Chiappini, pure lui con una lista civica.
Quindi Paolo Pilozzi, che guida le truppe del Partito della Rifondazione Comunista. E poi Laura Franconetti, della Lega Italia Federale.

Il primo turno si svolge il 23 maggio 1995. Paolo Fanelli ottiene 13.750 voti, il 43,51%. Gian Franco Schietroma10.274 preferenze, il 32,51%. Poi Sandro Lunghi con 3.064 preferenze, il 9,70%. Mentre un giovanissimo Nicola Ottaviani tocca quota 2.100 voti, il 6,65%. Quella percentuale risultò decisiva. Per Antonio Chiappini 1.211 voti, il 3,83%. Per Paolo Pilozzi 1.067 voti, il 3,38%. Quindi Laura Franconetti: 136 voti, lo 0,43%.
Nessuno ha raggiunto il 50% più uno dei consensi. E' necessario il turno di ballottaggio. Gian Franco Schietroma fa il pieno di accordi con le liste civiche: con quella di Sandro Lunghi e Franco Celani, ma pure con quella di Antonio Chiappini. E naturalmente Rifondazione di Paolo Pilozzi non può che guardare nella direzione del centrosinistra.

Paolo Fanelli, invece, riesce a concludere un'intesa con il Movimento Costituente di Nicola Ottaviani. I quindici giorni successivi di campagna elettorale sono al calor bianco, tra Fanelli e Schietroma lo scontro politico è incandescente. Si vota il 7 maggio, la partita è secca. Paolo Fanelli vince e diventa sindaco con 15.888 voti, il 52,17%. Ne guadagna più di 2.000 rispetto al primo turno. Gian Franco Schietroma fa una rimonta notevole, crescendo di più di 4.000 consensi rispetto a quindici giorni prima. Tocca quota 14.568 voti, il 47,83%. Per larghi tratti dello spoglio delle schede il risultato è incerto. Prima dello sprint finale. Poi in piena notte Paolo Fanelli, Biagio Cacciola (che diventerà vicesindaco) e Riccardo Mastrangeli brindano a champagne nella villa di Fanelli a De Matthaeis, non disdegnando un timido tuffo nella fontana. Il primo sindaco eletto direttamente dai cittadini è Paolo Fanelli.

Sul piano dei partiti va in questo modo: 12 seggi per Forza Italia (6.772 voti, il 22,80%), 9 per Alleanza Nazionale (5.071 voti, il 17,07%), 3 per il Centro Cristiano Democratico (1.748 voti, il 5,88%). Più naturalmente il seggio di Fanelli. Quindi 4 seggi per il Pds (3.467 voti, l'11,67%), 3 per i Laburisti-Psdi (3.144 voti, il 10,58%), 2 per i Popolari (2.124 voti, il 7,15%). E il seggio di Gian Franco Schietroma. La lista civica di Sandro Lunghi elegge 2 consiglieri comunali (2.401 voti, l'8,08%). Lo stesso fa il Movimento Costituente di Nicola Ottaviani (1.846 voti, il 6,21%): 2 consiglieri. Quindi 1 consigliere per la civica di Antonio Chiappini (1.183 voti, il 3,98%). E 1 consigliere pure per Rifondazione Comunista di Paolo Pilozzi (1.142 voti, il 3,84%).

Paolo Fanelli inizia fortissimo, anche sul piano politico. Ma subito comincia anche la durissima contrapposizione del sindaco con i parlamentari Romano Misserville e Riccardo Mastrangeli. Nel cuneo si infila Nicola Ottaviani, che comincia una lenta ma inesorabile operazione politica che alla fine "svuota" i gruppi consiliari del Polo delle Libertà.

Nel frattempo Paolo Fanelli apre ufficialmente la crisi con i partiti, con un rimpasto di giunta che rappresenta uno strappo senza precedenti. In aula consiliare Ottaviani guida il Polo Costituente, forte di 9 consiglieri, tutti provenienti dalle file del centrodestra. Lo scontro tra Fanelli, Ottaviani e Cacciola da una parte e Misserville e Mastrangeli dall'altra è durissimo. Si arriva ad un passo dalle dimissioni di massa, scongiurate alla fine da una telefonata in piena notte di Silvio Berlusconi a Riccardo Mastrangeli. Il deputato forzista si reca nel quartier generale di Gian Franco Schietroma a piazza Cairoli. Sono le due di notte. E' lì per ritirare le firme del centrodestra, ma scopre che le dimissioni di massa non si sono concretizzate. E' mancata una firma, la ventunesima. Quella di Walter Petricca, eletto nelle file del Psdi di Schietroma.

Insomma, il ribaltone si è già ribaltato. Seguono circa due anni frenetici, durante i quali Fanelli più volte cambia l'assetto di giunta. Poi però il colpo di scena. Si consuma la frattura tra Paolo Fanelli e Nicola Ottaviani. Inizialmente il sindaco si dimette, probabilmente per avere venti giorni a disposizione per l'ultima decisiva mediazione. Come vicesindaco nomina Alfredo Pallone, destinato a guidare il Comune nel periodo di transizione. A quel punto però Ottaviani accelera: raccoglie le firme con l'opposizione. Raggiunge quota 21. Dimissioni di massa. Tutti a casa.