Cerca

Economia e territorio

La svolta: 100 milioni per le imprese laziali

Decreto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Finanziamenti al Consorzio industriale per lo sviluppo

Raffaele Trequattrini e Roberta Angelilli

Raffaele Trequattrini e Roberta Angelilli

Una svolta sul piano economico e un’affermazione enorme a livello politico. Con un risultato che non ha eguali dal punto di vista degli investimenti previsti nelle province di Frosinone e Latina. Da molti anni a questa parte. Parliamo dei 100 milioni di euro stanziati in favore del Consorzio industriale del Lazio, direttamente con un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Un provvedimento che reca in calce la firma politica del premier Giorgia Meloni. Un provvedimento ottenuto grazie all’impegno e alle strategie della vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli e del commissario del Consorzio Raffaele Trequattrini, capace, quest’ultimo, di dare una centralità fondamentale e insostituibile all’ente. Ma un risultato che non sarebbe stato possibile ottenere senza l’iniziativa politica dei parlamentari di Fratelli d’Italia di questo territorio. Vale a dire Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani e Aldo Mattia. I quali negli ultimi mesi hanno lavorato in silenzio e con straordinaria determinazione. Dimostrando che alla fine “pesano” nelle sedi che contano. Soprattutto quando serve.

Il provvedimento
Il decreto è del 19 maggio 2025, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 219 del 20 settembre scorso. Riguarda il “riparto delle risorse destinate alla realizzazione di interventi di sostegno alle attività economiche finalizzati a contrastare fenomeni di reindustrializzazione, nonché termini, modalità di accesso e di rendicontazione dell’impiego delle risorse, loro verifica ed eventuale redistribuzione”. A favore del Consorzio industriale del Lazio sono stati stanziati 100 milioni di euro. Questa la ripartizione: 20 per l’ex Cosilam, 20 per l’ex Sud Pontino, 20 per l’ex Roma-Latina, 20 per l’ex Asi di Frosinone, 20 per l’ex Consorzio della provincia di Rieti. Un decreto che ha radici profonde e che nasce con l’obiettivo di contrastare fenomeni di deindustrializzazione attraverso la concessione di incentivi economici in favore di imprese manifatturiere che realizzano investimenti volti al potenziamento o riqualificazione di insediamenti produttivi già esistenti ma anche per nuove attività. Si rivolge alle aziende che intendono acquisire, ammodernare e riconvertire impianti industriali. Si tratta di finanziamenti in conto capitale. Dei quali possono usufruire sia le imprese già presenti che quelle che intendono promuovere nuovi insediamenti. Il requisito fondamentale per accedere alle risorse è che l’azienda abbia la sede in uno dei Comuni soci del Consorzio industriale del Lazio. Consorzio che quindi assume un carattere baricentrico.

Effetto compensativo
Poco da girarci intorno. Il fatto che l’iniziativa sia stata voluta direttamente dalla presidenza del consiglio dei ministri (e quindi da Giorgia Meloni) significa che il Governo ha voluto adottare una disposizione precisa e mirata che va a compensare la mancata inclusione del Basso Lazio (province di Frosinone e di Latina) nella Zes, la Zona Economica Speciale, che prevede dei benefici importanti per le imprese. E questo porta ad una considerazione evidente. I parlamentari di Fratelli d’Italia di questo territorio hanno dimostrato di avere idee chiare, determinazione e “peso” politico. Parliamo dei deputati Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani e Aldo Mattia. I quali si sono mossi su due piani. Da un lato hanno incontrato il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, per perorare la causa di un ampliamento della Zes, con l’inserimento della Ciociaria. Dall’altro però non hanno mai perso di vista l’obiettivo principale. Quello cioè di sollecitare un intervento concreto (e finanziato) a favore delle imprese di questo territorio. Non soltanto ci sono riusciti. Ma ci sono riusciti ai massimi livelli, considerando appunto che il decreto è del presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Segnale di attenzione e di “peso”. Un successo politico dell’intero centrodestra, ma in particolare di Fratelli d’Italia.

Gli scenari
Si tratta di una “misura de minimis”, che stabilisce il limite massimo di aiuti statali che un’impresa può ricevere in un triennio, senza dover notificare la Commissione Europea. Attualmente, questo limite è di 300.000 euro. Ogni singola impresa non può superare questa cifra nell’investimento. Tuttavia bisognerà capire quello che succederà dopo l’entrata in vigore delle Zls, le Zone Logistiche Semplificate. Nel senso che potrebbero essere prese in considerazione delle deroghe. Ma il condizionale è d’obbligo. Resta il fatto che il Decreto ha una portata e una potenzialità che la provincia di Frosinone attendeva da decenni. Indubbiamente una risposta concreta alla mancata inclusione del Lazio nella Zes. Raffaele Trequattrini, commissario straordinario del Consorzio industriale del Lazio, spiega: «Ovviamente la soddisfazione è enorme. Voglio sottolineare la grande attenzione del Governo verso i Consorzi industriali, che in questo modo vengono posti al centro delle politiche industriali a livello nazionale. Si tratta di una novità rilevante». Gli incentivi e le risorse fanno riferimento alla previsione normativa che stabilisce come «sono ammissibili i costi sostenuti dall’8 maggio 2024 e fino al 31 dicembre 2028 e relativi all’acquisto di macchinari, impianti, arredi, attrezzature e beni, anche immateriali, inerenti agli ambiti stabiliti». Insomma, un provvedimento che in Ciociaria rimette “la chiesa al centro del villaggio”. Perché il motore dello sviluppo economico sono le imprese. Il fatto che diverse aree della provincia confinino con i territori ricompresi nella Zes rappresenta sicuramente una penalizzazione per le “nostre” aziende. Che adesso però hanno la possibilità concreta di investire sulla base di risorse messe a disposizione dal governo. Quanto alla classe politica, Fratelli d’Italia ha dimostrato che alla fine contano soltanto i fatti. E basta.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione