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La storia

Strane presenze, fantasmi e rumori notturni nel castello di Isola del Liri

Il castello Boncompagni Viscogliosi e quei benedetti fantasmi. Intervista al comproprietario Marco Viscogliosi. Che ci parla dei fenomeni paranormali

Marco Viscogliosi

Marco Viscogliosi

Clank clank, clank clank, clank, clank… Una volta i fantasmi dei castelli si manifestavano così, con un clangore strascicato che frantumava i silenzi notturni dei vecchi manieri. Nei casi più eclatanti, oltre che con lo scatenio, si palesavano con improvvise, impressionanti ed eburnee apparizioni contrastanti con i tenebrosi ambienti antichi.

La Ciociaria è piena di castelli e quindi abbonderanno, di conseguenza, anche i fantasmi. Per fugare lo scetticismo sulla loro esistenza, ci siamo affidati a Marco Viscogliosi, comproprietario di uno dei più affascinanti castelli italiani, il castello Boncompagni Viscogliosi, che domina dalla sua altezza la cittadina di Isola del Liri e da lì vede precipitare le acque del fiume che originano la famosa cascata.

Quando nasce il castello Boncompagni Viscogliosi?
«Le prime edificazioni risalgono al 1004, quando i monaci di Montecassino trasformano alcune rozze costruzioni presenti in luogo di preghiera. È solo nel XV secolo che si hanno notizie certe dell'esistenza del castello, appartenente al Ducato di Sora e di Arce, così investito dal re di Napoli. Il primo duca che fissa stabilmente la sua residenza nel castello è, nel XV secolo, Leonardo Della Rovere, seguito da Jacopo Boncompagni, figlio di Papa Gregorio XIII al quale dobbiamo l'ampliamento del castello. Dopo diversi passaggi di proprietà, arriviamo al 1799, anno in cui viene gravemente danneggiato dall'esercito francese che, dopo un assedio, uccide la maggior parte dei cittadini di Isola. Ormai diroccato e dopo ulteriori passaggi di proprietà, perviene finalmente, nel 1924, ai miei nonni, che provvedono a restaurarlo».

Si odono nel frattempo rumori indistinti… A proposito, che cosa sono i fantasmi?
«Secondo la cultura corrente, i fantasmi sono rappresentati dalle anime di persone morte di morte violenta, che non hanno ricevuto una sepoltura cristiana. Per questo motivo le loro anime continuano a vagare nel posto in cui sono trapassate e a materializzarsi con manifestazioni sonore o visive. I fantasmi, però, non si manifestano a tutti, ma solo a persone specifiche dotate di particolare sensibilità in quel momento o predisposte naturalmente a ricevere certi messaggi».

Quando cominciano le prime manifestazioni paranormali?
«Le prime notizie di strani fenomeni risalgono alla fine degli anni venti. Dopo il restauro operato da mio nonno, nelle camere destinate ai suoi figli per tutto un inverno si assistette a uno strano fenomeno, porte e finestre che si aprivano e sbattevano improvvisamente, spaventando i bambini che non volevano per questo motivo andare a dormire. Giunta Pasqua dell'anno dopo, viene chiamato il parroco a benedire il castello e mentre stava attraversando il "Salone dei 18 Paesi" si sentì spingere violentemente alle spalle finendo lungo per terra e versando tutta l'acqua santa. Da quel giorno cessarono misteriosamente tutti i fenomeni paranormali...».

Cessarono del tutto o…?
«No, in effetti si verificarono altri episodi occulti, nel 1953, quando mio padre e mia madre, dopo il matrimonio, si trasferirono in un'ala del castello restaurata da poco appositamente per accogliere la nuova coppia. Anche in quel caso i fenomeni misteriosi durarono per tutto l'inverno. Mia madre, che restava spesso in casa da sola in particolare nei pomeriggi, notava delle strane e inspiegabili ombre che si riflettevano negli specchi e ascoltava dei fruscii mentre si riposava in camera da letto. E poi – ancora provo un brivido al ricordo di mia madre quando me lo raccontava – puntualmente alle cinque del pomeriggio sentiva una voce che invocava un certo Corrado».

Come si spiegava sua madre questi fenomeni?
«Inizialmente riteneva che Corrado fosse il nome di un operaio della nostra fabbrica adiacente al castello (storico stabilimento tessile, ndr) che veniva chiamato all'ora di chiusura. Mio padre negò che ci fosse un operaio con quel nome tra i dipendenti. I fenomeni andarono avanti fino alla Pasqua del 1954 quando, dopo la benedizione di rito, sparirono le ombre, i fruscii e anche la voce che invocava Corrado. Molti anni dopo, aggirandomi per il centro storico di Isola del Liri, ho scoperto un certo Vicolo Corrado Guerriero dell'Isola del 1500. Ecco, in quel momento ho realizzato che forse era quella l'identità di uno dei più famosi fantasmi del castello».

…ma non finirono qui…
«Infatti! In una notte degli anni sessanta due operai di due stabili diversi del castello, uno della centrale idroelettrica e l'altro dell'edificio per la produzione di pastalegno (il materiale di base per la produzione della carta, ndr), udirono contemporaneamente un urlo disumano. Mai si scoprì l'origine di quell'urlo agghiacciante…».

La sensazione è che gli episodi strani non si siano ancora fermati…
«Alcune visioni di una dama vestita di nero si sono succedute negli anni, ma non c'è prova se non che una cameriera dopo un'apparizione svenne dalla paura rotolando per le scale e procurandosi una commozione cerebrale. Arriviamo così al 1974, anno della mia maturità liceale. Nel mese di giugno, prima dell'esame, mi attardavo spesso in una stanza in fondo a casa nella quale avevo ricavato il mio studio e lì restavo fino alla sera tardi a studiare. Tale stanza dava sul cortile interno del castello. Una sera verso mezzanotte fui sorpreso da un intenso vociare di bambini che correvano sotto il portico, dandomi l'impressione che si rincorressero come se fossero in uscita da scuola. Incredulo aprii di scatto la finestra ma lì fuori non c'era nessuno».

Incredibile…
«Qualche anno dopo, nel 1978, mi trovavo in una stanza al secondo piano in compagnia di una fidanzatina con la quale mi scambiavo delle effusioni. Entrambi, verso mezzanotte, risentimmo i bambini che correvano sotto al portico. Tali bambini furono sentiti negli anni anche da altre persone estranee al castello. Poi una sera mi telefonò mio fratello, appassionato della storia di Isola, e mi riferì che aveva comprato un libro dell'abate Pistilli, uno storico di fine 700, che descriveva l'assalto francese al castello del 1799. In un passo di quel libro c'era scritto che, quando i francesi iniziarono a sparare contro il castello, andò in frantumi la vetrata del portico cui erano affacciati diversi bambini incuriositi dalle manovre militari. Tali bambini spaventati scapparono lungo il portico invocando le madri che nel cortile piangevano strappandosi i capelli, mentre gli uomini salivano per le scale ai piani superiori per rispondere al fuoco dalle finestre. Quindi quei bambini che avevo sentito erano probabilmente il riflesso di quelli che circa duecento anni prima erano stati prima spaventati e poi trucidati dall'esercito francese!».

E da allora…
«Le ultime segnalazioni risalgono al 1998, quando erano in corso dei lavori di rifacimento del tetto e di manutenzione degli infissi del secondo piano ancora non abitato, non restaurato e mai benedetto. Un sabato mattina, un operaio della ditta incaricata avvertì dei passi dietro di lui al secondo piano. Voltatosi non vide nessuno. Mentre si muoveva con circospezione e con paura, avvertì dalla sala in cui erano accatastate le finestre nuove un gran boato di vetri rotti. Fuggito, tornò poco dopo sul posto con Ennio Soccodato, il costruttore al quale avevo affidato i lavori, e constatarono che le finestre avevano effettivamente tutte i vetri rotti. Eppure nessuno era entrato in quell'ambiente…».

Non si può dire che sia colpa della suggestione…
«Da allora devo dire che non ci sono state grosse novità se non che la mia cagnolina Audrey, quando stava con me a Isola ed eravamo soli in casa, puntualmente verso mezzanotte iniziava a ringhiare in direzione del portico e ad abbaiarmi affinché la seguissi. Le prime volte mi impressionai pensando che percepisse la presenza di qualche malvivente, ma dopo qualche volta ho capito che sentiva qualche presenza nel portico. Uscivamo, fuori non c'era nulla, si calmava e tornava dentro. Poiché era un cane molto intelligente che capiva molte parole, per conferma dei miei sospetti, una volta che eravamo arrivati nel portico e si era acquietata le chiesi: "Audrey, ma ci sono i bambini?" E lei iniziò ad abbaiare in modo forsennato per confermarmi la cosa...».

Concludendo, esistono o no i fantasmi?
«Direi che forse i fantasmi sono veramente delle anime che vagano senza pace nei luoghi dove hanno perso la vita. Basta però la benedizione pasquale per farne sparire ogni traccia dagli ambienti bonificati. Posso garantire che non fanno del male a nessuno e forse vorrebbero solo non essere disturbati da noi viventi nei luoghi dove albergano. Per questo cercano di allontanarci manifestandosi e spaventandoci. Poi, comunque, o si ritirano in altri luoghi disabitati o addirittura scompaiono, soprattutto se fatti oggetto di benedizione cristiana…». Non esistono? Clank clank, clank clank, clank clank…

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