Su il sipario
26.11.2025 - 15:00
Nella puntata del 27 agosto scorso avevo cominciato a tracciare un profilo di una particolare attività “paraspettacolare” che si era diffusa nel corso dell’Ottocento in ambito scolastico. Vale a dire le premiazioni degli alunni più meritevoli, distintisi nelle varie materie di studio all’interno delle rispettive classi. Si trattava appunto di una forma “paraspettacolare”, che in qualche modo cadeva al termine del percorso didattico annuale, durante il quale gli alunni generalmente venivano coinvolti anche nell’allestimento e nella recita di drammi, commedie e tragedie.
A questa peculiare forma di intrattenimento – si consideri che già di per sé l’evento premiativo degli studenti era codificato in una forma molto solenne, verosimilmente coinvolgendo tanto il corpo docente quanto le famiglie dei premiati – talora si associavano ulteriori spunti spettacolari. Per esempio, potevano darsi letture di relazioni o recite poetiche.
Anche in altri centri cittadini era invalsa questa prassi di associare la declamazione di discorsi e relazioni saggistiche alla cerimonia di premiazione degli alunni. Infatti, in tema di “recital” in occasione di premiazioni scolastiche, possiamo citare, relativamente alla città di Ferentino, il “Discours prononce a l’occasion de la distribution solennelle Des prix aux eleves du pensionnat Martin Filetico de Ferentino le 7 juin”, che Bertrand Settimi preparò e pronunciò nel 1891. Lo stesso Settimi, una decina di anni più tardi, scrisse anche il “Discours prononce a l’occasion de la commemoration solennelle de Joseph Verdi, faite au théâtre Isabella a Frosinone le 24 fevrier 1901”.
In altre occasioni, erano direttamente gli studenti a rendersi protagonisti di pubbliche letture di saggi e relazioni prodotte da loro. Per esempio, risalgono alla metà dell’Ottocento due testimonianze di “Saggio di studii letterarii e scientifici di belle arti e lingue straniere”, dati pubblicamente dagli alunni della Badia di Montecassino, rispettivamente nel 1855 e nel 1858. In buona sostanza gli alunni, non soltanto ricevevano i meritati premi per il loro impegno, ma erano tenuti anche a dimostrare pubblicamente (e quindi di fronte ad una platea composta non soltanto dai loro professori e precettori, ma anche di familiari) il loro valore, scrivendo e declamando relazioni sulle varie materie del loro percorso curriculare.
Talvolta, queste particolari performance degli studenti non prendevano forma di allestimento teatrale (come era più abituale avvenisse specie nelle festività legate al Carnevale), bensì quella di recital poetico. A Frosinone, nel corso dell’Ottocento, sono testimoniati recital poetici. In particolare ci sono le tracce di due occasioni performative. La prima, legata al nome del papa Pio IX, venuto a Frosinone nel maggio del 1863, in onore del quale fu appunto tenuta un’accademia poetica e recitativa, nonché di inni cantati; la seconda, risalente al settembre di quello stesso anno, in occasione della distribuzione dei premi nel Ginnasio comunale della cittadina.
Ancora più particolare fu ciò che si verificò un po’ più tardi, precisamente il 21 dicembre del 1949, nell’Aula Magna del Convitto Comunale di Veroli. In quella data si tenne un saggio musicale degli alunni dell’Istituto Magistrale di Stato durante la consueta premiazione prenatalizia. Nella medesima occasione Alessandro Ermini tenne un discorso sul tema “L’arte educatrice di Alessandro Manzoni”, che venne poi stampato nella Tipografia Reali, che era attiva nella medesima cittadina ernica.
Veroli, che, come ho avuto modo di raccontare in diverse occasioni in passato, è stata luogo di rappresentazioni teatrali di un certo interesse, anche sul fronte delle “pubbliche accademie” (cioè di queste occasioni di letture pubbliche di saggi su argomenti inerenti le discipline scolastiche tenute dagli studenti) fu particolarmente attiva fin dalla seconda metà del Settecento. E il livello di approfondimento che talvolta raggiungevano le relazioni degli studenti era tale da meritare addirittura la pubblicazione. Infatti, risale al 1764 un opuscolo stampato a Roma, contenente le “Proposizioni di geografia pratica da svilupparsi in pubblica accademia dai nobili convittori del Collegio di Veroli intitolate all’illustrissimo magistrato e nobiltà tutta di detta città.”
In generale il mondo scolastico – sul quale tornerò sicuramente in qualche puntata futura – era ieri più di oggi attento a valorizzare le qualità anche artistiche degli studenti, favorendo non soltanto il loro estro più schiettamente teatrale attraverso la recita di drammi, ma anche incoraggiando la produzione di materiali intellettuali (come saggi e relazioni) che dovevano poi essere condivisi pubblicamente alla presenza di docenti, autorità e famiglie.
Per chi volesse saperne di più, gli opuscoli e gli altri materiali citati in questa e nella precedente puntata dello scorso agosto, sono tutti rintracciabili nelle biblioteche (comunali e/o diocesane) di zona.
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