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Teatro (e non solo) nei collegi

Teatro protagonista anche nei seminari. Studenti sotto ai riflettori

Nei seminari vescovili le cerimonie univano religione e cultura durante le festività. Alatri, Ferentino, Veroli e Arpino: drammatizzazioni e premiazioni segnavano i calendari scolastici

Gli studenti sotto ai riflettori

Il seminario di Veroli, nel centro storico della città ernica

I più attenti lettori di questa rubrica avranno notato che gran parte delle opere rappresentate nelle città ciociare (oppure nei collegi romani o napoletani ad opera di intellettuali ciociari), di cui ho raccontato, ebbero luogo non soltanto in sale aristocratiche o in luoghi appartenenti alle gerarchie ecclesiastiche, ma anche in contesti scolastici. Infatti, la pratica di coinvolgere gli studenti nella preparazione di drammi da recitare nei momenti topici del calendario (in particolare nei giorni che precedevano il carnevale), era una consuetudine radicata. Si riteneva che, accanto allo studio delle materie curriculari, l’allestimento dei drammi avesse positive ricadute pedagogiche.

Del resto, ancora ai giorni nostri, non è inusuale – anzi è abitudine diffusa praticamente in tutte le scuole di ogni ordine e grado – che gli studenti, coordinati dai docenti o coadiuvati da “esperti esterni”, si impegnino nella preparazione di recite e rappresentazioni, che poi hanno luogo o in prossimità delle sospensioni delle lezioni per Natale o Pasqua, oppure sotto forma di “recita di fine anno scolastico”. Nel passato, e per lo più nel corso dell’Ottocento, in aggiunta all’abituale allestimento di drammi, commedie e tragedie, si era tuttavia diffusa un’ulteriore attività che potremmo definire “paraspettacolare”. Infatti, in ambito scolastico e specialmente nelle istituzioni religiose, era invalso l’uso di organizzare una particolare forma di “trattenimento”, costituita dalle premiazioni degli alunni.

È verosimile ritenere che a questa forma di cerimonia, non a caso definita “solenne”, prendessero parte non soltanto gli studenti, ma anche le loro famiglie, andando in tal modo a determinare una forma paraspettacolare del tutto peculiare, che oggi possiamo assimilare, in una certa misura, alle proclamazioni a dottore dopo le sedute di laurea. I solenni riti di premiazione degli alunni più meritevoli erano considerati talmente importanti dalle rispettive scuole, che venivano approntati e stampati dei libretti, all’interno dei quali si dava conto dei programmi delle manifestazioni, dei nominativi degli studenti premiati nelle varie materie di studio, e dell’ordine di ritiro dei premi. Per quel che riguarda il territorio ciociaro, la presenza dei seminari vescovili fu propizia per questo genere di cerimonie. Infatti, delle premiazioni che si svolsero nel seminario che era attivo ad Alatri abbiamo gli opuscoli delle “Solemnis praemiorum distributio apud Seminarium Aletrinum” relativi agli anni 1877, 1892 e 1899. Ben più ricco è il lascito relativo alle cerimonie di fine anno del seminario che era attivo a Ferentino. Nella locale biblioteca diocesana è possibile leggere le “Solemnis praemiorum distributio apud Seminarium Ferentinum” degli anni 1885, 1890, 1892, 1893, 1895, 1896 e 1897.

Questi opuscoli ci mettono a conoscenza del fatto che i premi venissero tributati per un ventaglio di attività e materie, non solo per quelle più ovvie, come teologia morale, teologia dogmatica, etica, Sacre Scritture, o anche quelle letterarie (italiano, latino, francese) o scientifiche (aritmetica, geometria, fisica), ma anche per “pietate et disciplina”, o in quella della “legum domesticarum custodia”, vale a dire la conoscenza delle leggi locali. L’intera cerimonia di premiazione era scandita in maniera molto rigida. Per ciascuna materia, venivano chiamati colui o coloro che s’erano classificati al primo posto (i libretti annunciano “tulit premium”, ossia “ritira il premio”, in caso di un unico premiato; o “sortiuntur premium”, se c’erano più “vincitori” a pari merito). Poi era la volta di coloro che “proxime accesserunt”, e cioè che “si sono avvicinati molto”, ossia i secondi classificati. Ed in genere, oltre ai premiati, ad ottenere un riconoscimento erano anche i “laudati”, quelle che oggi definiamo “menzioni speciali”.
Una forma ancora più particolare di “trattenimento di fine anno scolastico” ci arriva invece nel Seminario vescovile di Veroli.

Infatti, abbiamo una testimonianza del fatto che gli studenti dessero dei saggi di recitazione in pubblico. Nella Biblioteca Angelica di Roma è conservato un libretto in cui sono riportati i testi poetici che vennero declamati dagli studenti di “rettorica ed umanità”, nel seminario in occasione dell’assegnazione dei premi di fine anno, nell’agosto del 1866. Un’analoga pubblicazione, più antica rispetto a quelle delle cittadine erniche, si rintraccia per il collegio dei gesuiti di Arpino, dal titolo “Solemnis praemiorum distributio in conlegio Arpinate Societatis Iesu”, risalente addirittura al 1852. E sempre nel medesimo collegio vi è traccia della premiazione dell’anno 1857. Questo tipo di manifestazioni paraspettacolari non era diffusa solo nei seminari o nei collegi retti da religiosi, ma anche nelle scuole pubbliche. Infatti, abbiamo un analogo libricino stampato dal ginnasio comunale di Frosinone: la “Solenne distribuzione de’ premi”, datata al settembre del 1863. Chiudo qui la prima parte di questa ricognizione dei trattenimenti scolastici. Prossimamente racconterò di altre analoghe manifestazioni.

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