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Frosinone

Primo posto in solitudine. Meritato fino in fondo

In casa di un avversario molto scorbutico è arrivata la prima vittoria in rimonta della stagione. La dimostrazione che questo Frosinone può fare tutto

Primo posto in solitudine. Meritato fino in fondo

“Non c’è due senza tre... e la quarta vien da sè”.

È quanto ci eravamo augurati alla vigilia della trasferta di domenica pomeriggio a Pescara, ed è quanto accaduto poi nella gara dello stadio “Adriatico - Cornacchia”. Ma con un aspetto diverso da quel nostro titolo, e che va assolutamente sottolineato: il quarto successo di fila di questo Frosinone non è arrivato proprio “da sè”. Perchè per sconfiggere gli abruzzesi, la “banda” Alvini ha dovuto dare fondo a tutte le energie fisiche e mentali che aveva a disposizione. Contro una squadra che in campo, come sottolineato dallo stesso allenatore dei canarini a fine partita, aveva 52 anni in più rispetto alla sua ed era passata in vantaggio dopo nemmeno un minuto dal fischio d’inizio, soltanto questi splendidi ragazzi potevamo non perdersi minimamente d’animo e con forza e coraggio andare a ribaltare il risultato. L’esperienza e la cattiveria agonistica dei vari Brosco, Valzania, Faraoni e Letizia, nulla hanno potuto al cospetto di un gruppo tanto giovane ma sempre più maturo, costruito dal “maestro” Alvini. Il successo di Pescara ha lanciato i ciociari solitari in vetta alla classifica, per un primo posto meritato fino in fondo. Lo dicono i numeri. Che non mentono mai. Quella dello stadio “Adriatico - Cornacchia” è stata la sesta vittoria esterna del Frosinone su nove gare giocate lontano dal “Benito Stirpe”. Venti i punti conquistati sui ventisette che erano a disposizione. E poi, chiaramente, i giallazzurri restano sempre il migliore attacco del campionato. Un dato che, non ultimo, rappresenta una bella risposta a quei pseudo tifosi che in estate criticavano il club di Viale Olimpia per non aver acquistato sul mercato una punta che potesse garantire un importante numero di marcature.

Oyono, assenze pesanti
Perché in questo Frosinone modellato come meglio non sarebbe stato possibile da parte di mister Alvini, tutti hanno la possibilità di andare a segno. Domenica pomeriggio a Pescara, ad esempio, è toccato a uno dei pochi che ancora non aveva “timbrato il cartellino”: Anthony Oyono. Un gol favoloso, che non ci stancheremmo mai di vedere e rivedere. Oltre che importantissimo ai fini del risultato. Peccato soltanto che ora l’esterno arretrato di destra, che con il suo “modello” di realizzazione ha dimostrato che questo Frosinone ha anche un ulteriore modo di poter andare a segno, ossia il tiro da lontano (anzi lontanissimo), dovrà restare fuori per almeno due partite (Spezia in casa e Empoli in trasferta), se non addirittura tre (Catanzaro allo “Stirpe” alla ripresa del campionato il 10 gennaio). Ieri mattina, infatti, insieme al gemello Jeremy, Anthony ha lasciato il capoluogo ciociaro per rispondere alla chiamata del “suo” Gabon che sarà impegnato nella Coppa d’Africa. Mercoledì 24 dovrà scendere in campo contro il Camerun, domenica 28 per affrontare il Monzambico e quindi il 31 la Costa d’Avorio. Di questo girone a quattro, le prime due passeranno alla fase successiva, oltre alle quattro migliori terze (sui sei gironi totali).

Alvini studia le alternative
Le assenze dei gemelli Oyono potrebbero creare un problema serio per Massimiliano Alvini, non ultimo in considerazione del fatto che fino a questo momento uno ha rappresentato l’alternativa all’altro. Ecco, quindi, che da oggi, quando cioè la squadra si ritroverà alla “Città dello Sport” di Ferentino per iniziare a preparare la gara di sabato (ore 15) al “Benito Stirpe” contro lo Spezia, l’allenatore del Frosinone comincerà a valutare nei minimi dettagli tutte le soluzioni da poter adottare per non far pesare più di tanto le assenze di Anthony e di Jeremy.

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