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Giovani, impresa e futuro: parla Stirpe

Una serata di assoluto spessore con il presidente del Frosinone che ha toccato tanti punti interessanti

Giovani, impresa e futuro: parla Stirpe

A Veroli si parla di sport, giovani, mercato, ma soprattutto visione imprenditoriale e maniera corretta di fare calcio, anche dal punto di vista economico. E chi, meglio di Maurizio Stirpe, può prendere il microfono e dare lezioni? Il presidente del Frosinone Calcio, ospite del “Festival dello Sport Raccontato” nella serata di sabato sera, a colloquio con Claudio Giambene ha affrontato numerosi temi, a partire dall’addio di Guido Angelozzi, ex direttore tecnico.

«Nel calcio - dice - le vicende si susseguono ad una velocità maggiore. Io ho detto un anno fa che se il Frosinone si fosse salvato, lui sarebbe diventato il presidente. Le cose sarebbero andate così. Lo scorso anno abbiamo provato a riproporci, ma come avevo detto all’inizio della stagione dovevamo evitare di fare disastri, perché so bene come viene assorbita una retrocessione dolorosa come quella. Dal giorno dopo in cui siamo retrocessi ho parlato al gruppo, dicendo che chi non se la sentiva doveva andare via. Se tu ricominci la stagione con la memoria di quello che è successo, non fai grandi cose. Sentivo che sarebbe stato difficile e le cose sono andate purtroppo così. Abbiamo fatto veramente grande fatica per riuscire quantomeno a mantenere la categoria».
Una stagione dunque, che ha rischiato di essere disastrosa. «Quando si chiude un ciclo bisogna avere il coraggio di chiuderlo e ripartire. Bisogna anche capire se si vuole rimanere o andare via e far bene altrove».

La scelta di Alvini

«Di lui mi hanno colpito l’umiltà e l’entusiasmo – spiega Stirpe parlando del nuovo tecnico del Frosinone. Nella campagna abbonamenti abbiamo parlato di umiltà, coraggio, amore, passione e identità. In lui ho visto questo, anche se non lo sa. Ho deciso di proporre questi cinque sostantivi per lanciare la campagna abbonamenti appunto».
Poi, una battuta: «Alvini non si potrà esonerare? Veramente io non avrei esonerato nessuno, neanche lo scorso anno».
Purtroppo, sappiamo tutti come è andata.

I cambiamenti

Costruire un’identità, in un calcio che cambia rapidamente, non è affatto semplice. Il Frosinone ha deciso di puntare però proprio su questo concetto nella stagione 2025/2026, con tutte le difficoltà del caso, in primis dal punto di vista economico. Stirpe, analizzando come è cambiato il mondo del calcio. «Al di là di tutto quello che noi possiamo reggere, il settore è cambiato profondamente. Servono gli sponsor. Non si può pensare che si interessino solamente quando andiamo ai playoff e poi quando le cose vanno male, voltino le spalle. Lo sponsor deve sostenere e farlo prima di tutto per solidarietà. E deve farlo perché il Frosinone fa parlare di questa terra in maniera positiva. Basterebbe solo questo per dare un contributo. Poi ci sono i ricavi che derivano da abbonamenti e biglietti: per quanto riguarda questo, noi cerchiamo di andare incontro ai tifosi. Noi stiamo vivendo un periodo nel quale dobbiamo gestire le risorse anche per le infrastrutture. Comprimere i costi più di tanto non si può, quindi devi provare a investire sulle competenze organizzative dei dirigenti, sullo scovare nuovi ragazzi che abbiano qualità importanti... E quando arrivano le occasioni per monetizzare, devi farlo».

Giocatori di proprietà

Per rafforzare l’identità, il Frosinone ha scelto di puntare su tanti calciatori di proprietà. «Vogliamo legarli al territorio attraverso un contratto stabile. Vogliamo rafforzare l’empatia. Quando le cose vanno male, tutti i giocatori vogliono tornare a casa il prima possibile, così sperano solamente che il campionato finisca, fregandosene o quasi dei risultati».
Un trend che va cambiato: addio, o quasi, ai prestiti.

L’esempio Bracaglia

Il Frosinone proverà a cercare, tra i giovani della Primavera, il nuovo Bracaglia, nato a Frosinone e cresciuto nel settore giovanile giallazzurro. «Ho chiesto espressamente ad Alvini di provare a valorizzare i giovani. I ragazzi più grandi saranno attenzionati speciali. Penso a Palmisani, Schietroma, Befani. Abbiamo tanti giovani che secondo me debbono essere messi nella condizione di giocarsi le loro carte».

I risultati

Volgendo ancora lo sguardo al passato, Maurizio Stirpe parla di serietà e programmazione ricordando i risultati raggiunti negli anni. Un impegno, quello del presidente, nato da un amore viscerale. «Ho seguito il Frosinone per la prima volta a 6 anni: ero un bambino e quella passione me la porto ancora dentro, mi resta per tutta la vita».

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