L'ex allenatore del Frosinone Pasquale Marino in pole per la panchina della Salernitana
La notizia era nell'aria: Roberto Breda non è più l’allenatore della Salernitana. La società ha deciso di interrompere il rapporto con il tecnico trevigiano dopo l’ennesima sconfitta, quella di misura contro la Juve Stabia, che ha fatto precipitare la squadra al penultimo posto in classifica con soli 30 punti a sei giornate dal termine della regular season. Una posizione che sa di condanna, con l’ombra della retrocessione in Serie C sempre più concreta.
L’arrivo di Breda, lo scorso 3 gennaio, aveva acceso gli entusiasmi della tifoseria. Bandiera del club negli anni ’90 e all’inizio dei 2000, con 252 presenze e un posto nel cuore dei supporters, il tecnico era tornato a Salerno con l’obiettivo di risollevare una squadra in crisi, reduce dalle gestioni altalenanti di Giovanni Martusciello e Stefano Colantuono. La sua storia con la Salernitana, da capitano a allenatore della Primavera e poi della prima squadra nel 2010-11, sembrava il presupposto perfetto per un riscatto. Ma il campo ha raccontato un’altra storia.
In poco più di tre mesi, Breda ha guidato la squadra in 12 partite, raccogliendo 11 punti: 3 vittorie, 3 pareggi e 6 sconfitte. Un bottino troppo magro per una squadra che, nonostante le difficoltà strutturali e un mercato di gennaio non all’altezza delle aspettative, aveva il dovere di lottare con più convinzione per la salvezza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la prestazione opaca nel derby contro la Juve Stabia, perso 1-0: una partita che ha evidenziato i limiti tattici e caratteriali di un gruppo apparso sfiduciato e privo di idee.
Al ritorno da Castellammare, i tifosi granata hanno accolto la squadra con una dura contestazione. Cori, striscioni e un confronto diretto con giocatori e tecnico hanno reso chiaro il messaggio: serve una svolta, subito. La piazza, delusa da una stagione che rischia di trasformarsi in un incubo dopo la retrocessione dalla Serie A dell’anno scorso, ha chiesto a gran voce un cambio in panchina. E la società, guidata dal patron Danilo Iervolino e dall’amministratore delegato Maurizio Milan, non si è fatta attendere.
Nonostante le parole di sostegno del direttore sportivo Marco Valentini, che appena pochi giorni fa aveva difeso Breda sottolineando i “progressi” sotto la sua gestione, la pressione dell’ambiente e i risultati negativi hanno avuto la meglio. L’esonero di Breda sembra segnare anche una crepa nel rapporto tra Valentini e la proprietà: la conferma pubblica del tecnico, seguita da un ribaltone improvviso, mette in discussione la credibilità del ds, il cui futuro a Salerno appare ora in bilico.
Il nome del sostituto è già sulla bocca di tutti: l'ex allenatore del Frosinone Pasquale Marino. L’esperto tecnico siciliano, con un passato di successi in Serie B (su tutti la promozione con il Catania nel 2006) e una lunga esperienza tra i cadetti e la Serie A, è pronto a prendere le redini della Salernitana. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare nelle prossime ore, con Marino chiamato a un’impresa non semplice: risollevare una squadra demoralizzata e trovare i punti necessari per evitare il baratro della Serie C, passando per gli scontri diretti che caratterizzeranno il rush finale.
Marino porta con sé un’idea di calcio offensivo, spesso basata sul 4-3-3, e una capacità di gestione che potrebbe dare nuova linfa a un gruppo in cerca di identità. Ma il tempo è poco, e la rosa attuale, falcidiata da infortuni e lacune tecniche, rappresenta una sfida ulteriore per il neo-allenatore.