comune
25.10.2025 - 08:30
I banchi della giunta comunale
Nessun passo avanti sul versante della ricerca del “diciassettesimo” per trasformare la coalizione trasversale in maggioranza numerica. Dunque la coalizione trasversale che sostiene Riccardo Mastrangeli resta ferma a quota 16 (su 33). Nei giorni scorsi era stata avanzata la proposta di attribuire a Carlo Gagliardi (Lista Marzi) la delega all’urbanistica. Da consigliere però. Senza cioè la nomina ad assessore. C’è stato il no della “galassia della Lega”. Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero stati altri tentativi, ma la situazione non è cambiata. Ad inizio consiliatura nella maggioranza la posizione era la seguente: nessun incarico di tipo amministrativo a chi ha concorso con il centrosinistra dopo aver appoggiato le due giunte di centrodestra precedenti. Da allora però il quadro e gli equilibri sono cambiati profondamente. Intanto nella composizione e negli assetti dei gruppi consiliari. Il centrodestra si è spaccato, al punto che Forza Italia è all’opposizione.
Inoltre, tra le deleghe attribuite ai consiglieri comunali c’è pure quella al patrimonio, gestita da Claudio Caparrelli (Polo Civico). Vale la pena ricordare come il Polo Civico e Claudio Caparrelli abbiano fatto parte, da protagonisti, della maggioranza di centrodestra che ha sostenuto l’allora sindaco Nicola Ottaviani dal 2012 al 2022. Mentre poi quaranta mesi fa la decisione è stata quella di appoggiare la candidatura a sindaco di Domenico Marzi, nell’ambito di uno schieramento di centrosinistra. Nel corso della consiliatura la posizione è cambiata e adesso Caparrelli e il Polo Civico sono parte integrante della coalizione trasversale che appoggia Mastrangeli. La situazione di Carlo Gagliardi non è diversa. Pure lui per dieci anni ha fatto parte del centrodestra che ha guidato il Comune. Nel 2022 ha concorso con la Lista Marzi, che negli ultimi undici mesi ha contribuito (in maniera decisiva) a mantenere il numero legale nelle sedute ordinarie di consiglio comunale in prima convocazione. Ecco perché più di qualcuno non ha capito il no della “galassia della Lega”, che conta 7 consiglieri nell’aula di Palazzo Munari: 1 del Carroccio, 3 della Lista per Frosinone, 2 della Lista Ottaviani e Marco Sordi, eletto nella Lista Vicano.
Arrivare a quota 17 è fondamentale per Fratelli d’Italia (5 esponenti) ma pure per il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri (indipendente) e per Andrea Turriziani (Lista Marini). Probabilmente anche per Claudio Caparrelli (Polo Civico). Il 5 novembre c’è la seduta del question time, per la quale non è richiesto il numero legale. Discorso diverso per quel che riguarda la seduta ordinaria, che quasi sicuramente verrà fissata sia in prima convocazione (servono almeno 17 presenti) che in seconda “chiama” (ne bastano 12). Bisognerà capire se Pd, Lista Marzi e alcuni dei “dissidenti” vorranno riproporre la mozione sulla situazione della Striscia di Gaza. Ci saranno dei contatti, soprattutto per verificare se esistono gli spazi per un documento unitario. La volta scorsa c’erano sia l’ordine del giorno di Domenico Marzi che la mozione di Anselmo Pizzutelli. L’obiettivo è trovare una “sintesi” e attualizzare il testo. Allo stesso tempo la volontà è quella di dimostrare che non ci sono intenti di strumentalizzare un argomento del genere per mettere in difficoltà la coalizione del sindaco Mastrangeli.
C’è infine la questione di Forza Italia. La posizione del partito a livello nazionale è chiarissima: gli “azzurri” esprimono il vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani e sono parte integrante del Governo di Giorgia Meloni. Al Comune di Frosinone, invece, Forza Italia è all’opposizione dell’Amministrazione Mastrangeli e non c’è alcun segnale di un possibile recupero. In realtà l’area di centrodestra dello schieramento che appoggia Mastrangeli è consapevole che in realtà le opzioni possibili per arrivare a 17 sono due. Una è la ricomposizione della frattura con FI. Ma ripetiamo: nessun indizio politico porta a questo. L’altra è un coinvolgimento diverso della Lista Marzi. Non semplice. Ma certo il no alla delega a Gagliardi non ha aiutato.
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