Cerca

Frosinone

Mastrangeli a muso duro

Il sindaco sulle mozioni riguardanti la situazione in Medio Oriente: «Ideologiche e fuori tempo massimo»

riccardo mastrangeli

Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli FOTO MASSIMO SCACCIA

Attacco frontale al gruppo consiliare di Forza Italia e alla mozione presentata da Anselmo Pizzutelli. Ma non all’ordine del giorno di Domenico Marzi. Stavolta il sindaco Riccardo Mastrangeli sceglie un profilo politico per spiegare le scelte assunte relativamente al dibattito sulla situazione della Striscia di Gaza. Sia la mozione che l’ordine del giorno erano stati presentati diverso tempo fa. Negli ultimi giorni ci sono state forti accelerazioni: cessate il fuoco e tregua. In attesa della firma dell’accordo di pace a Sharm el-Sheikh, in Egitto, che potrebbe segnare la fine di due anni di sanguinosa guerra tra Israele e Hamas.

Dell’argomento si è discusso e si sta discutendo nei consigli comunali di tutta Italia. A Frosinone sono state predominanti le logiche politiche, sia quelle di caratura nazionale che quelle dal profilo locale. Il sindaco Riccardo Mastrangeli rileva: «Le mozioni discusse ieri sera (ndr: venerdì) in consiglio comunale sul conflitto israelo-palestinese hanno dimostrato tutta la loro inutilità e distanza dai veri bisogni della città. La mozione presentata dal consigliere Anselmo Pizzutelli non solo era fuori tempo massimo, ma totalmente ideologica. Un documento divisivo, retorico e scollegato dall’attualità politica e diplomatica, privo di qualsiasi utilità per la comunità di Frosinone». Poi aggiunge: «A rendere il quadro ancora più inaccettabile è stata la scelta di Forza Italia, che ha deciso di restare in aula e di garantire il numero legale, consentendo di fatto alla sinistra di portare avanti la mozione Pizzutelli. Una decisione che ha permesso di dare spazio e legittimità a un dibattito ideologico, lontano anni luce dalle priorità dei cittadini. Ciò che colpisce maggiormente è la contraddizione: la posizione assunta da Forza Italia a livello comunale non ha nulla a che vedere con quella nazionale del partito. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dimostrato in questi mesi grande equilibrio e responsabilità, muovendosi su posizioni nette e credibili in sede europea e internazionale. È dunque incomprensibile come, a Frosinone, Forza Italia possa effettuare operazioni che vanno in direzione opposta, cedendo al gioco ideologico della sinistra più radicale. Il consiglio comunale non è un’arena per battaglie ideologiche né il palcoscenico di una propaganda fuori tempo massimo. I cittadini si aspettano serietà, responsabilità e impegno concreto su lavoro, infrastrutture, mobilità, servizi. Non discussioni inutili che non producono alcun effetto e che allontanano l’attenzione dai problemi reali del territorio. Noi rimaniamo coerenti: la politica deve servire i cittadini, non le bandiere ideologiche. A Frosinone serve governare con responsabilità, non prestarsi a teatrini che non appartengono né al presente, né alle esigenze della nostra comunità».

Chiediamo al Sindaco: ma perché la scelta di provare a far mancare il numero legale? Risponde Mastrangeli: «Mi sembra che il numero legale in aula ci fosse. Peraltro eravamo in seconda convocazione e sapevamo che bastavano 12 presenti. Ho sentito di tutto in queste ore. Allora, tutti sanno che sia il sindaco che il presidente dell’aula sono anche consiglieri. Semplicemente non volevamo dibattere e votare una mozione ampiamente superata. In aula c’era il vicesindaco Antonio Scaccia. Erano assenti tutti gli assessori? Evidentemente condividono il pensiero che ho espresso». Riccardo Mastrangeli non ha fatto riferimento alcuno all’ordine del giorno presentato da Domenico Marzi. È chiaro che non ha intenzione di entrare in rotta di collisione con la lista civica dell’ex primo cittadino. Marzi, unitamente a Carlo Gagliardi e Alessandra Mandarelli, ha mantenuto il numero legale nelle sedute di prima convocazione per diversi mesi. C’è un altro aspetto che va sottolineato: alla fine non è stato messo in votazione nulla. Sarebbe stato interessante capire se ci fosse stato il numero legale. Allo stesso modo sorprende che prima della seduta non ci sia stato alcun tentativo per provare a ragionare sul fatto che la situazione internazionale era cambiata e che forse i documenti potevano essere ricalibrati. E condivisi. La sensazione è che abbiano prevalso le logiche politiche. Più locali che nazionali.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione

Ultime dalla sezione