L'intervento
02.10.2025 - 10:00
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca
Il tema dei rifiuti torna al centro dell’agenda politica regionale nel Lazio e il presidente Francesco Rocca non ha risparmiato dure parole nei confronti delle province, accusate di non aver indicato i siti necessari per la realizzazione delle discariche. «Le province non hanno indicato i siti per realizzare le discariche, con la sola Viterbo che non può continuare a sostenere la raccolta di tutta la regione. Ci hanno lasciati soli», ha dichiarato Rocca a margine di un incontro dedicato alla raccolta differenziata dei rifiuti, alla presenza dell’assessore regionale Fabrizio Ghera e di diversi sindaci laziali. Il governatore ha descritto la situazione come una vera e propria emergenza, sottolineando che il piano rifiuti regionale è quasi ultimato, ma la mancanza di collaborazione istituzionale ha costretto la Regione a fare da sola. «Faremo da soli, individueremo noi i siti idonei. Ognuno lavora con la propria coscienza: noi ci basiamo sui bisogni dei territori, le province invece agiscono secondo il consenso di pancia. Alcune grandi province addirittura ci hanno comunicato che nel loro territorio non esiste un sito adatto: nessuno vuole prendersi la responsabilità politica», ha aggiunto Rocca.
L’intento della Regione è chiaro: completare il ciclo dei rifiuti in maniera corretta e sostenibile, garantendo la sicurezza ambientale e la tutela dei cittadini. Rocca ha criticato apertamente la gestione delle amministrazioni precedenti, in particolare il centrosinistra guidato dall’ex presidente Nicola Zingaretti e l’attuale consigliere Pd Daniele Leodori. Secondo il presidente, le passate amministrazioni hanno mostrato incapacità di pianificazione, arrivando persino a far commissariare la Regione per la gestione dei rifiuti, e hanno adottato soluzioni come il termovalorizzatore a Roma senza una visione strategica sull’intero territorio. Entro la fine dell’anno, ha confermato Rocca, sarà pronto il nuovo piano dei rifiuti del Lazio. «I tempi sono stretti, siamo ad ottimo punto e sono molto soddisfatto del lavoro svolto dagli uffici e dall’assessore Ghera. Serve una svolta: la Regione ha sempre dovuto affrontare la chiusura del ciclo dei rifiuti a causa della miopia delle amministrazioni precedenti. Ora vogliamo investire e sostenere i Comuni che prendono sul serio la raccolta differenziata, e abbiamo già registrato buoni risultati sulle percentuali raggiunte nei territori», ha sottolineato il presidente.
Rocca ha anche sollevato un problema più ampio legato al funzionamento delle province nel Lazio, giudicandole strutturalmente inadeguate. «L’istituzione Provincia così com’è non funziona, lo abbiamo visto sia sui rifiuti sia sul dimensionamento scolastico. O si chiudono davvero o si riportano a una dimensione politica e reale più fruttuosa», ha detto, citando anche le recenti difficoltà legate al dimensionamento di alcune strutture scolastiche e all’assenza di indicazioni necessarie per la pianificazione degli impianti di smaltimento. Il presidente ha infine rivolto un appello al buon senso di tutti i soggetti coinvolti, dai sindaci ai dirigenti provinciali, sottolineando la necessità di una collaborazione istituzionale chiara e trasparente. «Sarà uno dei momenti più critici della legislatura, ma abbiamo ereditato un piano non sostenibile e non voglio essere ricordato come colui che ha rinviato a terzi il futuro delle nostre generazioni», ha concluso Rocca, ribadendo la volontà della Regione di guidare direttamente il processo di individuazione dei siti e di gestione dei rifiuti, puntando su responsabilità e concretezza.
Con la Regione pronta a farsi carico del completamento del ciclo dei rifiuti e con il nuovo piano in arrivo entro fine anno, il Lazio punta a stabilizzare un sistema da anni in sofferenza, migliorando la raccolta differenziata e garantendo una gestione più efficiente e sostenibile, in linea con le esigenze ambientali e sociali dei cittadini. Ma Rocca ha anche aperto un fronte importante: le Province, così in mezzo al guado, non servono. O tornano a essere le che erano prima o vanno chiuse.
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