Quel che resta della settimana
28.09.2025 - 14:00
Raffaele Trequattrini e Roberta Angelilli
Alzi la mano chi ricorda un risultato del genere negli ultimi anni per i territori del Basso Lazio. Parliamo dei 100 milioni di euro stanziati in favore del Consorzio industriale, direttamente con un decreto del presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Provvedimento adottato il 19 maggio 2025 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 219 del 20 settembre scorso. L’oggetto è il “riparto delle risorse destinate alla realizzazione di interventi di sostegno alle attività economiche finalizzati a contrastare fenomeni di reindustrializzazione, nonché termini, modalità di accesso e di rendicontazione dell’impiego delle risorse, loro verifica ed eventuale redistribuzione”.
Molto più di una boccata di ossigeno. Si tratta di un’opportunità concreta (e finanziata) per aziende che intendono acquisire, ammodernare e riconvertire impianti industriali. E non si tratta di un risultato avvenuto per caso. Si è arrivati a dama per il combinato disposto di un effetto filiera (di governo) virtuoso e di un gioco di squadra perfetto. Perché ci sono state l’iniziativa politica e le strategie di Paolo Trancassini (coordinatore regionale di Fratelli d’Italia), la regia e gli input di Roberta Angelilli, vicepresidente del Lazio, l’azione dei parlamentari locali Massimo Ruspandini (che ha esercitato un pressing asfissiante su Foti), Paolo Pulciani, Aldo Mattia. Insomma, la politica ha dimostrato di funzionare e di saper esercitare una funzione fondamentale: rappresentare al Governo le esigenze di un territorio in difficoltà. E il fatto che la disposizione ha in calce la firma di Giorgia Meloni vuol dire una cosa soltanto: missione compiuta. Non era affatto scontato.
Il ruolo centrale e insostituibile di Trequattrini
Va però aggiunta una considerazione. Tutto ciò non sarebbe stato possibile se alla guida del Consorzio industriale del Lazio non ci fosse il professor Raffaele Trequattrini, nel ruolo di commissario. Attento, lucido, mai banale, capace di confrontarsi con chi rappresenta i territori ad ogni livello. Capace cioè di interfacciarsi e di dialogare con la politica e con gli amministratori locali. Oltre che naturalmente con gli stakeholders. In questo modo Raffaele Trequattrini fa capire di rispettare chi è stato eletto (dai cittadini) per esercitare un ruolo. Mantenendo però le sue impostazioni programmatiche, tecniche, progettuali. Il suo obiettivo non è imporre, ma condividere e convincere. Attraverso una visione di prospettiva fuori dall’ordinario. Il commissario Raffaele Trequattrini sta dimostrando (sul campo) di essere uno dei migliori manager scelti dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca per guidare enti intermedi fondamentali e strategici. Il fatto che la presidenza del consiglio dei ministri abbia destinato al Consorzio 100 milioni di euro vuol dire che le politiche industriali del Lazio passano attraverso questo organismo. Si tratta di un riconoscimento al merito e alla capacità di “scaricare a terra” idee e progetti. In tutto questo è stato assordante il silenzio degli industriali (e delle associazioni) del territorio. Tanto più se si fa un confronto con le fanfare preventive che tutti si sono affrettati a suonare sul tema della Stazione Tav. A proposito della quale vanno ribaditi alcuni concetti. Il merito di aver rimesso al centro del dibattito questo argomento è della Cisl guidata dal segretario regionale Enrico Coppotelli. Se non fosse stato per il convegno organizzato alle Terme di Pompeo nessuno ne avrebbe parlato più. Poi ci sono stati degli incontri, anche al ministero dei trasporti. Durante i quali sicuramente è emersa la volontà politica di prevedere l’opera. Lo hanno detto sia Matteo Salvini che Francesco Rocca. Ma la volontà politica non basta. Perché non c’è ancora uno studio di fattibilità che autorizzi... gli entusiasmi. Non ci sono progetti, finanziamenti, Piani industriali. Restano da convincere Ferrovie dello Stato e Rfi. Inoltre, se pure dovesse registrarsi una svolta positiva, occorrerebbero anni per realizzare l’infrastruttura. A questo territorio non servono iniziative da campagna elettorale. Intanto però arrivano 100 milioni per le imprese e gli industriali sembrano non accorgersene.
Divisi alla meta. E lo chiamano capoluogo...
Ieri il Psi di Gian Franco Schietroma ha presentato la prima delle tre liste della coalizione con la quale si presenterà alle elezioni comunali del 2027. Il candidato sindaco è Vincenzo Iacovissi. Nei giorni scorsi il Pd ha fatto capire chiaramente di voler dare le carte nella partita del capoluogo. Arduo, anzi impossibile immaginare un centrosinistra unito. Ma se Sparta piange, Atene non ride. Nel centrodestra è la stessa cosa. Forza Italia fuori dalla maggioranza da quattordici mesi. Quindi il grande gelo tra il gruppo di Fratelli d’Italia e la galassia della Lega, della quale fa parte anche il sindaco Mastrangeli. In un Comune capoluogo la politica è protagonista. A Frosinone no.
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