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Frosinone

Pd e Psi all’attacco: «Mastrangeli si dimetta»

La replica di Giampiero Fabrizi: «Governeremo per altri venti anni»

Pd e Psi all’attacco: «Mastrangeli si dimetta»

Il sindaco Riccardo Mastrangeli

Frosinone è una città in ebollizione, travolta da una crisi politica che, come un fuoco sotto la cenere, è divampata dopo tre anni di tensioni. La maggioranza di centrodestra, guidata dal sindaco Riccardo Mastrangeli, è in affanno. Le opposizioni, dopo un lungo torpore, hanno ritrovato voce e determinazione, ma la loro cronica incapacità di fare fronte comune rischia di lasciare in piedi una coalizione che, pur barcollante, resiste. Comunque Pd e Psi attaccano a testa bassa.

Maggioranza in pezzi
«La crisi politica, dapprima sottile e poi fragorosa, all’interno della maggioranza di centrodestra è iniziata tre anni fa, subito dopo la vittoria al ballottaggio» denuncia il Gruppo Pd in Consiglio comunale, composto da Norberto Venturi, Fabrizio Cristofari e Angelo Pizzutelli. Da una coalizione forte di «22 consiglieri su 33”», Mastrangeli si ritrova con soli 16, costretto a dipendere da «tre esponenti su quattro nella lista dell’Avvocato Marzi», un tempo rivali al ballottaggio del 2022. È quello che Vincenzo Iacovissi, capogruppo socialista, definisce il “governo della non sfiducia”, segnato da «un’instabilità politica cronica e insuperabile». L’ultima giunta comunale ha segnato il punto di rottura: Fratelli d’Italia, con i suoi cinque consiglieri, ha «disertato la riunione, attaccando il Sindaco». Anche il presidente del Consiglio, Massimiliano Tagliaferri, «non è fuggito dai suoi malumori».

Il bilancio è impietoso: «Un totale di 15 consiglieri eletti nel centrodestra (su 22) che non condivide l’operato dell’Amministrazione. Cosa c’è da aggiungere?» si chiedono i dem, che invocano un cambio di passo per un capoluogo che «ha bisogno di essere amministrato con forza e stabilità mettendo da parte quella litigiosità che nuoce esclusivamente alla nostra Città».

Un fallimento
La crisi non è solo politica. «Il punto vero è rappresentato dal suo fallimento amministrativo ed ovviamente programmatico» tuona il Pd. I fondi del Pnrr, una «manna dal cielo sotto il profilo delle finanze da investire in progettualità definite», avrebbero potuto trasformare Frosinone in «una città dal profilo europeo». Invece, a oltre tre anni dall’insediamento, il Bus Rapid Transit (Brt), «pietra angolare del programma del sindaco» resta un’odissea, con un «percorso cambiato tante, troppe volte». Le piste ciclabili hanno «terremotato e stravolto in peggio la viabilità di interi quartieri» con «carreggiate ridotte, posti auto cancellati, sensi unici cambiati un giorno sì e l’altro pure con problemi e dosi di stress quotidiana arrecati ai residenti». Via Marittima, via Aldo Moro, via Portogallo e lo Scalo sono il simbolo di un »disastro vero ed è ora di dirlo ed anzi ribadirlo». L’ascensore inclinato, altra promessa tradita, resta fermo: «Avevamo ragione noi a chiedere la riattivazione dell’impianto esistente invece di puntare su un “raddoppio” che nessuno ha visto se non nei proclami su carta».

Il Brt, pensato come un «collegamento veloce (10 minuti) tra Stazione e De Matthaeis» rischia di diventare «un’altra circolare imbottigliata nel caotico e snervante traffico cittadino». Per il Pd, sarebbe bastato investire sul «trasporto pubblico locale poco moderno e quindi poco utilizzato in Città» per rispondere alle esigenze dei frusinati. Invece, «il programma che l’Amministrazione Mastrangeli aveva annunciato è franato fragorosamente». Le opposizioni ritrovano slancioIn questo caos, le opposizioni si sono rianimate. Il Pd è netto: «Sarebbe opportuno che l’Amministrazione e il sindaco Riccardo Mastrangeli ne prendessero atto tornando a dare voce alla gente».
I socialisti, guidati da Mateo Zemblaku, rilanciano con decisione: «Non abbiamo paura di elezioni anticipate. Siamo pronti». La loro linea è chiara: «Rappresentiamo, per coerenza di linea politica e per contenuti programmatici, l’unica alternativa veramente credibile alla maggioranza della “non sfiducia”». Il dibattito sul Brt ha mostrato un’opposizione capace di inchiodare la maggioranza sulle sue contraddizioni, dando voce al malcontento di una città stanca di promesse non mantenute.

Il limite delle divisioni
Eppure, le opposizioni inciampano sulla loro frammentazione. Pd e socialisti attaccano con forza, ma non riescono a dialogare. La Lista Marzi, che sostiene Mastrangeli per il numero legale, è un paradosso: un pezzo di centrosinistra che tiene in vita il centrodestra. Nonostante la maggioranza sia «al capolinea da mesi e mesi», le opposizioni non hanno trovato un’intesa per un’azione comune. Manca un piano condiviso per capitalizzare la crisi e trasformare il malcontento in un’alternativa concreta, lasciando la coalizione di Mastrangeli, pur fragile, ancora in piedi. Frosinone è a un crocevia. La crisi della maggioranza ha aperto uno spiraglio per le opposizioni. Ma senza un fronte unito, il loro slancio rischia di spegnersi. La città, «bisognosa di crescere e di quelle attenzioni e soluzioni ai problemi quotidiani», attende una politica che ascolti. Le elezioni anticipate, invocate dai socialisti, potrebbero essere l’occasione per un nuovo inizio, ma solo se le opposizioni supereranno le divisioni.

La replica di Fabrizi
Giampiero Fabrizi, capogruppo della Lista Ottaviani al Comune di Frosinone, è intervenuto per replicare alla richiesta di dimissioni del sindaco da parte del Pd.
«Il Pd di Frosinone chiede le dimissioni del sindaco Mastrangeli, dopo che questi ha approvato con la giunta il nuovo sistema urbano di trasporto ecologico del bus rapid transit? Se non si trattasse di un evidente colpo di sole agostano, politicamente parlando, potremmo ipotizzare che si tratti di una mera anticipazione carnascialesca, fuori stagione. Ma, bando alle ciance politiche, cerchiamo di tornare alla serietà del reale. Dopo aver dilapidato per anni con le loro amministrazioni, il bilancio comunale, lasciando oltre decine di milioni di debiti ripianati dalle amministrazioni Ottaviani e Mastrangeli, dopo non aver realizzato in città neppure 1 mq quadro di una piazza o di uno spiazzo sul quale piantare neppure un fuscello di cicoria, dopo che avevano regalato alla città un trasporto pubblico locale fuori da ogni indice e standard ecologico europeo, dopo aver assistito in modo inerme al superamento degli indici massimi di tollerabilità in materia di polveri sottili e di PM10, adesso vengono a chiederci le dimissioni di Mastrangeli per aver portato la città di Frosinone a scegliere strumenti innovativi e ad impatto ambientale, zero, nella materia del trasporto pubblico e della circolazione stradale? Si rassegnino, allora. Se il PD di Frosinone continua ad avere questo approccio così oscurantista, demagogico al ribasso e manifestamente retrò, allora il centrodestra continuerà a governare la città di Frosinone almeno per i prossimi vent’anni. Con chiunque, naturalmente, tranne che con la preistoria dell’ambiente e della politica di questo Pd».

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