Spazio satira
Politica
16.07.2025 - 16:00
Hanno incontrato il Prefetto Ernesto Liguori per una quarantina di minuti. I consiglieri Pasquale Cirillo (Forza Italia), Angelo Pizzutelli (Pd), Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) e Giovanni Bortone (Lega) gli hanno chiesto, come si legge nella memoria illustrativa presentata, «di favorire, anche mediante un intervento di moral suasion, il ripristino del corretto equilibrio tra gli organi dell’ente e il rispetto delle deliberazioni consiliari». Per «scongiurare la pedonalizzazione di piazzale Kambo rendendola transitabile ai mezzi pubblici e privati. Nei giorni scorsi i cinque, unitamente a Norberto Venturi, Fabrizio Cristofari (Pd), Armando Papetti (Lista Marzi), Christian Alviani, Maurizio Scaccia (Forza Italia), avevano sottoscritto una lettera indirizzata al Prefetto.
Nella memoria si fa riferimento alla seduta straordinaria del consiglio comunale tenutasi a marzo. Rilevano: «Nel corso della predetta seduta è stata approvata all’unanimità - con voto favorevole anche del sindaco - una mozione consiliare con la quale si è espressamente deliberato di non procedere alla pedonalizzazione di piazzale Kambo. Tale atto, di natura politico-amministrativa, rappresenta la volontà sovrana dell’organo consiliare, espressione della rappresentanza democratica cittadina. Tuttavia, già dal giorno successivo, il Sindaco ha assunto pubblicamente posizioni in palese contrasto con quanto deliberato, dichiarando l’intenzione di procedere comunque alla pedonalizzazione dell’area. Tale comportamento, oltre a svuotare di efficacia la deliberazione consiliare, lede gravemente il principio di leale collaborazione tra organi dell’ente locale, compromettendo il corretto funzionamento dell’istituzione comunale». I cinque hanno chiesto al Prefetto di valutare la possibile «sussistenza di profili di irregolarità amministrativa e istituzionale». E «di attivare, ove ritenuto opportuno, i poteri di vigilanza e di impulso previsti dalla normativa vigente». Ma pure di «evitare l’impatto negativo sulla comunità, bloccando scelte importanti contenute nella delibera e ponendo i presupposti per la richiesta di un commissario ad acta» e «sollecitare il presidente del consiglio comunale nel suo ruolo istituzionale di garante dell’attuazione delle delibere approvate in consiglio comunale». Dicono Anselmo Pizzutelli e Giovanni Bortone: «Il senso dell’incontro con il Prefetto è quello di difendere le istituzioni e, nella fattispecie, di non svilire il ruolo del consiglio comunale, che invece è centrale».
Nella memoria si fa riferimento alla «funzione rappresentativa del consiglio comunale, organo titolare delle scelte fondamentali dell’ente». Aggiungendo che quanto accaduto potrebbe rappresentare un «un precedente che potrebbe legittimare in futuro comportamenti analoghi, in spregio alla volontà dell’organo collegiale». Nella memoria i cinque hanno parlato altresì di «rischio di danno erariale, qualora si procedesse con opere pubbliche in contrasto con atti formalmente adottati». Sul piano politico è evidente che l’iniziativa dei cinque è un punto di non ritorno sul versante di una possibile ricomposizione con Mastrangeli. Un discorso che riguarda soprattutto Forza Italia, guidata dal coordinatore cittadino Pasquale Cirillo. Il gruppo degli “azzurri” è sulle barricate rispetto all’Amministrazione Mastrangeli.
Quanto al sindaco Riccardo Mastrangeli, qualche giorno fa ha dichiarato a Ciociaria Oggi: «Innanzitutto adesso passando da via Verdi si arriva direttamente con l’automobile sui binari. È stato aperto quindi un corridoio diretto. Poi lo scorso mese è stata inaugurata la piazza dello Scalo dove ho fatto costruire un passaggio diretto di collegamento con piazzale Kambo. In questo modo, dalla chiesa della Sacra Famiglia, si arriva direttamente davanti alla stazione». Quindi, rivolto ai consiglieri firmatari della lettera indirizzata al Prefetto, ha rilevato: «Si potrebbe portare in consiglio una delibera che prevede la riapertura al traffico quando saranno finiti i cantieri. Questo però comporterebbe la restituzione di 2 milioni e 890 mila euro da riconsegnare al ministero dei beni e delle attività culturali. Se non vogliono essere loro a portarla vorrà dire che ci penserò io. Se qualcuno vorrà andare su questo percorso allora si metterà le mani in tasca e si assumerà l’onere di restituire lui stesso il finanziamento al ministero. Soldi che sono già stati erogati e che stiamo già utilizzando».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione