Spazio satira
La stanza della domenica
22.06.2025 - 12:10
Il Comune di Frosinone
Il punto non è quello che succede oggi ma ciò che si intende fare... domani. A Frosinone Riccardo Mastrangeli terminerà quasi sicuramente la consiliatura. A meno di clamorosi colpi di scena che però, almeno in tale fase, sono complicati da immaginare. Il fatto è che parliamo del Comune capoluogo, che ha una sua valenza specifica nello scacchiere del Lazio. Esattamente per tale motivo il deputato Paolo Trancassini, coordinatore regionale di FdI, ha voluto ricordarlo “urbi et orbi”. Sottolineando come, qualora dovessero determinarsi ostacoli invalicabili sul piano locale, inevitabilmente subentrerebbe il tavolo regionale. Detto tutto questo, bando alle ipocrisie politiche: non si può fare finta di nulla. Nei prossimi giorni il confronto tra Riccardo Mastrangeli e la delegazione di Fratelli d’Italia (composta dal parlamentare e presidente provinciale Massimo Ruspandini, dalla coordinatrice del circolo frusinate Alessia Turriziani, dal capogruppo Franco Carfagna) sarà importante e indicativo. Intanto per capire se c’è la disponibilità del primo cittadino di venire incontro alle richieste di FdI su alcune tematiche riguardanti la mobilità urbana, a partire dalla previsione di un senso di marcia per le auto a piazzale Kambo. Non è un aspetto secondario, non fosse altro perché il tema della pedonalizzazione “senza se e senza ma” (ribadito in ogni occasione dal primo cittadino) ha già spaccato il centrodestra. Infine, relativamente a tutte le misure del Piano urbano della mobilità sostenibile (dalle piste ciclabili al tracciato del Brt), non si possono certamente negare i disagi nei diversi quartieri, che hanno pesato (e pesano) sui residenti e sui commercianti.
Il centrodestra è in frantumi. Chi vuole ricostruirlo?
Tre vittorie elettorali consecutive, al governo del capoluogo ininterrottamente dal 2012, successo netto tre anni fa, quando si è partiti con 22 consiglieri di maggioranza (su 33). Ma da allora è successo di tutto e chiudere gli occhi davanti alla realtà non serve. Sono fuori dalla coalizione di governo 9 esponenti eletti nel centrodestra. I 3 che avevano concorso nella Lista Mastrangeli, quella di riferimento del Sindaco: Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Francesco Pallone. Quindi 3 che si erano presentati con la Lista Ottaviani: Giovambattista Martino, Teresa Petricca, Christian Alviani. I primi 2 (come pure Pallone) hanno dato vita al gruppo FutuRa, il terzo è in Forza Italia. Poi Giovanni Bortone, che sul sito del Comune (nella parte dedicata ai gruppi consiliari) figura ancora come capogruppo della Lega. Pasquale Cirillo, nel frattempo eletto segretario del circolo frusinate di Forza Italia, mantiene la rappresentanza in aula di Frosinone Capoluogo, civica strategica. Infine Maurizio Scaccia, dal primo giorno capogruppo di FI. Di tutto questo non si vuole prendere atto. Così come mai è stata avviata una seria riflessione finalizzata alla ricomposizione del centrodestra. Gli scambi di accuse sulle responsabilità di ciò che è successo lasciano il tempo che trovano.
Allo stesso modo gli equilibri e i rapporti sono profondamente mutati proprio per un processo di scomposizione e ricomposizione dei gruppi consiliari. Illudersi che in realtà nulla è mutato non conduce da nessuna parte. Alimentare prove muscolari ha determinato fuoriuscite a raffica. Per tutti questi motivi Paolo Trancassini ha voluto tratteggiare un orizzonte politico più ampio e autorevole, quello regionale. Intanto perché nella primavera 2027 si rivoterà a Frosinone ma pure al Comune di Roma. E pochi mesi dopo toccherà alle politiche. Da una parte è complicato immaginare che i leader regionali dei partiti consentano un quadro di frammentazione del centrodestra a Frosinone, Comune capoluogo. Dall’altro però non si possono ignorare le distanze abissali che le lacerazioni politiche (ma pure dei rapporti personali) hanno prodotto a Frosinone. Ecco perché tutti sono chiamati ad un bagno di umiltà e ad una prova di responsabilità politica.
Quel perimetro che non può essere a corrente alternata
Gli equilibri e i rapporti di forza sono cambiati più volte nel centrodestra nazionale. Il lungo periodo della leadership di Silvio Berlusconi (Forza Italia), poi il momento di Matteo Salvini (Lega), quindi la stagione di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). Minimo comun denominatore? La coalizione. Non si capisce perché al Comune di Frosinone nulla dovrebbe cambiare in presenza di equilibri e di rapporti di forza letteralmente stravolti. E non si capisce perché il perimetro del centrodestra andrebbe “interpretato” a corrente alternata e nella logica di non mettere in discussione assetti che nel frattempo sono stati ribaltati. La classe dirigente locale del centrodestra è chiamata ad una prova di maturità politica. E si capirà chi mette la coalizione davanti a tutto (e a tutti) e chi invece vuole solo puntare i piedi.
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