Spazio satira
Quel che resta della settimana
01.06.2025 - 14:00
Basta freni allo sviluppo. Corrado Savoriti, presidente di Unindustria Frosinone, lo ha “gridato” per l’ennesima volta. Nel corso della presentazione di uno studio effettuato dall’Arpa (150 i punti di campionamento), secondo il quale la presenza dei metalli nei terreni del Sin è la stessa di quella al di fuori della perimetrazione. Il che porta l’associazione di categoria ad una sola determinazione: si tratta di una presenza considerata naturale e non dovuta alla mano dell’uomo. Alla luce di ciò Savoriti ha chiesto di accelerare sulle bonifiche degli otto siti contaminati e soprattutto di snellire la burocrazia per le imprese presenti nel Sin bacino del fiume Sacco.
Anche per fermare un fenomeno che vede nascere capannoni industriali fuori dal perimetro del Sito di interesse nazionale, all’interno del quale invece si moltiplicano in progressione geometrica quelli ormai in disuso. Giovanni Turriziani, vicepresidente di Unindustria con delega alla green economy, ha sintetizzato così i risultati emersi dal dossier: «Oggi sappiamo che l’origine è antropica e non industriale. Questa negatività va gestita e affrontata. Adesso c’è il risultato sul suolo, ma ci aspettiamo anche un risultato sulle acque. Questa cosa ha creato incertezze: pensate a una multinazionale che vuole investire qui, ci pensa 77 volte e 70 volte su 77 non lo fa. E in un’area di crisi bisogna avere un’altra velocità. Il gravame burocratico ha fatto sì che gli imprenditori scelgano un sito fuori dal Sin per evitare le pratiche del Sin». Si tratta di un tema fondamentale, anzi cruciale per lo sviluppo del territorio. Va fatta chiarezza fino in fondo. Rapidamente. Perché siamo già fuori tempo massimo.
L’Area Vasta tra opportunità e... amnesie
Attivato l’Ufficio Europa dell’Area Vasta. L’obiettivo principale è quello di intercettare finanziamenti europei in modo diretto. Dieci Comuni hanno sottoscritto la convenzione. Presto potrebbero essere undici. L’idea è quella di unire le forze (e i numeri) per contare di più quando si avanzano richieste per ottenere delle risorse europee. L’entusiasmo non manca, al punto che i sindaci si sono immediatamente proiettati sull’obiettivo della Stazione Tav. Vedremo quello che succederà, ricordando però che con riferimento all’infrastruttura relativa all’Alta Velocità, non bastano intenzioni e impegno. Ha stupito non poco il fatto che nessuno abbia ricordato l’origine del progetto dell’Area Vasta. Perché l’idea fu lanciata da Unindustria Frosinone. Correva l’anno 2018 e il presidente era Giovanni Turriziani. Fu commissionato e redatto uno studio dettagliato: “Unione di Comuni per un nuovo Capoluogo Sistema cooperativo di città del frusinate”. Fu organizzato un convegno assai partecipato. I Comuni che vennero tenuti in considerazione erano otto. Le delibere di adesione però erano arrivate esclusivamente da Supino ed Arnara. Mentre Alatri aveva inviato una manifestazione di interesse. Gli altri, al momento della consegna dello studio da parte di Turriziani, si erano sostanzialmente “defilati”. Sostenendo che non avevano personale da destinare allo sviluppo dello studio. Poi per carità cambiano le situazioni, i momenti, i contesti. E perfino le idee. Tutto normale. Però ricordare che nel 2018 la proposta era stata lanciata da Unindustria non avrebbe tolto nulla all’attivazione dell’Ufficio Europa dell’Area Vasta. Anzi, magari avrebbe contribuito a quel “gioco di squadra” del quale tutti parlano. Salvo poi giocare da solisti.
Se le primarie diventano un cavallo di Troia
Mancano due anni alle elezioni comunali di Frosinone. Eppure nell’ultima settimana all’interno della coalizione che sostiene il sindaco Riccardo Mastrangeli non si parla altro che di primarie. La Lista Marini è uscita allo scoperto lanciando la candidatura di Andrea Turriziani. Fratelli d’Italia ha fatto capire che non solo vanno effettuate come sempre, ma che dovranno essere “contendibili”. Stessa posizione da parte della Lista per Frosinone. La domanda è: perché nessuno ha sentito il bisogno di blindare la posizione di Mastrangeli, primo cittadino in carica? Vero che il centrodestra ha effettuato le primarie nelle tre precedenti occasioni, ma era chiaro chi avrebbe vinto. Nel 2017 Nicola Ottaviani era sindaco uscente, ma quell’appuntamento non doveva servire a definire la leadership della coalizione e la candidatura. Stavolta invece è profondamente diverso, perché tutti vogliono concorrere per vincere. In queste condizioni Riccardo Mastrangeli non si sottoporrà alle primarie. È per questo che sta già lavorando alla costruzione di una coalizione trasversale e civica. Fosse per lui preferirebbe le elezioni anticipate, ma sa che in diversi non intendono sfiduciarlo ma provare a “logorarlo”. Sarà una lunga partita a scacchi, giocata sull’orlo di una crisi di nervi.
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