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L'intervista

Claudio Fazzone: «Infrastrutture per il rilancio del Basso Lazio»

Cisterna-Valmontone, Pedemontana di Formia, Stazione Tav. Corridoio Tirrenico e “156”: parla il senatore di Forza Italia

claudio fazzone

Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore di Forza Italia nel Lazio

Infrastrutture per la logistica, per i trasporti, per i collegamenti. Secondo il senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale di Forza Italia, è questa l’unica “ricetta” per rilanciare davvero il Basso Lazio. Invertendo sia la tendenza che la narrazione. Lo abbiamo intervistato.

Allora Fazzone, perché soltanto le infrastrutture possono rilanciare il Basso Lazio?
«Perché il Basso Lazio (vale a dire le province di Latina e Frosinone) è “isolato” da 40-50 anni. Da quanto tempo non vengono realizzate opere in grado di far effettuare un salto di qualità? Lo sviluppo passa necessariamente dalle infrastrutture. Pensiamo all’industria, pensiamo all’artigianato, pensiamo ai tantissimi pendolari delle province di Frosinone e Latina costretti ogni giorni ad autentici viaggi della speranza».

Facciamo il punto sulla Cisterna-Valmontone?
«Allora, intanto sono iniziati i lavori relativi alle indagini geologiche, geotecniche e di bonifica di ordigni bellici. In particolare, si partirà dal futuro svincolo di Campoverde all’altezza di via Pontinia e si proseguirà fino a Valmontone. Nei prossimi giorni, per accelerare i tempi, verranno allestiti più cantieri contemporaneamente. Le indagini riguarderanno una fascia di ingombro, già espropriata, di circa 30 metri per tutti i 33 chilometri della futura infrastruttura. I lavori dureranno circa 90 giorni e avranno un costo di 10 milioni di euro. Entro la fine del 2025 i bandi per i lavori. Il costo dell’opera si aggira su 1 miliardo di euro. Saranno appaltati lotti da 50-60 milioni di euro, in modo tale da dare opportunità a tutte le imprese della regione. La Cisterna-Valmontone è fondamentale. Sicuramente per la provincia di Latina, ma anche per Frosinone e Roma».

Corridoio Tirrenico e Pedemontana di Formia.
«Il Corridoio Tirrenico è decisivo. Da Latina arriva a Civitavecchia. Penso al primo tratto, ma pure al secondo, fino a Fondi. E qui arriviamo alla Pedemontana per Formia».

Quale la situazione?
«Una premessa è fondamentale: l’intervento relativo ai lavori di realizzazione della variante al Comune di Formia, già inserito nel contratto di programma 2016-2020 sottoscritto tra Anas e Mit, è stato confermato nel contratto di programma 2021-2025, approvato con delibera Cipess 6/2024. La Variante nel Comune di Formia della S.S.7 “Appia”, inserita tra gli interventi previsti dal Piano regionale della mobilità, dei trasporti e della logistica della Regione Lazio, prevede la realizzazione di una nuova strada extraurbana secondaria di categoria C1 che consentirà di eliminare il passaggio all’interno dell’abitato di Formia con benefici in termini di fluidità del traffico e di sicurezza. L’infrastruttura in oggetto prevede la realizzazione di una Variante alla S.S.7 “Appia” esterna all’ abitato di Formia, costituita da una nuova strada extraurbana secondaria (Cat. C) a due corsie. L’asse stradale di progetto si stacca, ad ovest, dalla S.S.7, al km 139 circa, in corrispondenza dell’intersezione della S.S.7 con via Canzatora, estendendosi, al di fuori del centro abitato di Formia per uno sviluppo complessivo pari a 8,1 chilometri, connettendosi alla S.S. 7 quater, al “km 3” circa, in corrispondenza dell’intersezione della S.S. 7 Quater con Via Pietra Erta. Il tracciato di progetto si connette alle viabilità esistenti (S.S. 7 e via Canzatora ad ovest, S.S. 7 quater e via Pietra Erta ad est)».

Perché è importante la Pedemontana di Formia?
«L’arteria determinerà una velocizzazione nel collegamento di territori che vanno da Cassino a Latina. Stabilendo un asse viario importante tra il sud e il nord del Basso Lazio. Con un abbattimento notevole anche dell’inquinamento, ambientale ed acustico. Sottolineo che l’ultima opera pubblica di un livello simile in provincia di Latina è stata il traforo di Terracina. Vorrei aggiungere una considerazione, per onestà intellettuale: per quanto riguarda la Pedemontana di Formia, va sottolineato l’impegno dei Governi di Silvio Berlusconi. Ma pure di quello di Giuseppe Conte».

Senatore, quanto sarebbe importante potenziare il collegamento tra i due capoluoghi, Frosinone e Latina?
«Si sta andando esattamente in questa direzione. Sulla “156” l’Anas è impegnata ad “avvicinare” Frosinone e Latina. Con interventi urgenti che faranno la differenza sul versante dei collegamenti. L’arteria verrà messa in sicurezza. Di particolare rilevanza saranno le due “rotonde” previste. Una all’altezza di Priverno, che renderà più semplice e veloce prendere la direzione di Terracina. L’altra invece riguarderà il collegamento con Sezze. Vorrei aggiungere un elemento riguardante la Roma-Latina: nei prossimi giorni ci sarà il bando per i progetti di messa a gara individuati dal Ministero. Un altro elemento fondamentale, anzi decisivo».

In provincia di Frosinone si sta parlando moltissimo dell’ipotesi di realizzare la Stazione Tav tra Ferentino e Supino. In realtà però sembra tutto fermo. Oppure no?
«Qualche giorno fa in sede di commissione al Senato c’è stata l’audizione dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. A mia precisa domanda, ha risposto che è necessario analizzare bene la situazione. Tra gli elementi da valutare c’è anche quello di capire i tempi di percorrenza sull’intero tragitto. Certamente una Stazione Tav in provincia di Frosinone rappresenterebbe una svolta enorme. Evidente che un’infrastruttura del genere andrebbe pensata e realizzata come opera di bacino. Nel senso che dovrebbe essere a servizio anche della provincia di Latina, del Molise, dell’Abruzzo, perfino dell’Alta Campania. Il punto vero però è che non ci sono progetti avanzati, non sono state previste risorse dedicate. Insomma, siamo ancora nella fase delle intenzioni. Nonostante il presidente Francesco Rocca abbia fatto capire chiaramente, in più di un’occasione, che la volontà politica della Regione Lazio c’è. Credo sia arrivato il momento di effettuare uno scatto vero sul versante della concretezza e dell’operatività. Necessario parlare con Rfi e Ferrovie. Perché non bastano le intenzioni. Le infrastrutture vanno fatte».

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