Spazio satira
Ceccano
20.05.2025 - 20:59
Uno scatto in avanti alla testa di quello che definisce «l’altro centrodestra», e che al voto di sabato e domenica prossimi si presenta in veste civica. La candidatura a sindaco di Fabio Giovannone, 38 anni, sposato e padre di due figli, imprenditore, già presidente del consiglio comunale per due anni e mezzo e delegato ai grandi eventi e commercio nell’ultima parte della consiliatura, è sostenuta da tre liste: “Noi con Ceccano” che fa capo a Simona Sodani, “Savoni per Giovannone” guidata da Alessandro Savoni e “Ceccano riparte” allestita da Marco Corsi. Tre ex amministratori in corsa con lui per un sfida politica su più fronti. Con quali obiettivi? L’abbiamo intervistato.
È il più giovane candidato sindaco, ma i suoi avversari dicono che non è affatto nuovo e che rappresenta la continuità con l’amministrazione Caligiore. Che risponde?
«Non rappresento la continuità con il centrodestra perché nella mia coalizione non ho partiti, partiti che invece sono all’interno della coalizione di Di Pofi. Quindi è evidente da che parte sta la continuità».
Perché dopo quello che è accaduto all’ex sindaco il centrodestra non si è compattato ma anzi si è diviso?
«Già nell’ultimo periodo di amministrazione i rapporti nella maggioranza non erano splendidi. Io, con altri colleghi, venivamo definiti “malpancisti” soltanto perché aperti al dialogo, a differenza di altri che subivano imposizioni dall’alto».
In molti nel centrodestra sostengono che se Ceccano tornerà in mano alla sinistra sarà stata colpa sua. Si sente addosso questa responsabilità?
«Assolutamente no. Mi lusinga semmai essere considerato così forte e determinante, ma credo che le responsabilità siano di chi non ha voluto il confronto immediato, ma lo ha cercato solo successivamente con le finte primarie, e solamente quando la nostra coalizione si era già strutturata».
Se si andrà al ballottaggio, con il centrodestra che sostiene Di Pofi lei dovrà pur ragionare. O no?
«Al ballottaggio ci andrò sicuramente io. Faremo le nostre considerazioni in base al dato elettorale».
Farebbe l’assessore in una giunta Di Pofi?
«Non è un’eventualità che abbiamo valutato perché non consideriamo che quell’area possa arrivare al ballottaggio».
Ha detto che annuncerà la composizione della sua giunta prima del voto. Beh, ci siamo: ce l’annuncia?
«Non è così. Ho detto che abbiamo la giunta pronta, ma mi sarebbe piaciuto che tutti i candidati sindaco, in concomitanza o in un confronto pubblico, facessero la stessa cosa. Nessuno però vuole farlo. Quindi valuterò se farlo o meno».
Ci saranno assessori esterni?
«Terremo in considerazione le competenze e le professionalità che per noi sono prioritarie. Se dovessero esserci figure che ci interessano, assolutamente sì».
Ha detto che se eletto taglierà le indennità del sindaco e chiederà di fare lo stesso ai suoi assessori. Conferma?
«Garantisco per quanto riguarda me e caldeggerò la giunta ad agire sulla stessa lunghezza d’onda».
In questi anni è stato presidente del consiglio comunale e consigliere delegato. Ha qualche rimpianto?
«Avevamo ottenuto un grosso finanziamento di oltre 100.000 euro per la Rete di imprese, fondi che sono arrivati, ma non ho potuto portare a termine questo progetto che ho condiviso con Alessandro Savoni. Lo riprenderemo non appena saremo eletti».
Tre cose che da sindaco vorrebbe realizzare per prime?
«Decoro cittadino e un parco al centro di Ceccano tra i piazzali Bachelet e Impastato, far ripartire il servizio scuolabus, consegnare i 720 loculi del cimitero già acquistati dalle famiglie ceccanesi».
C’è chi prevede un forte astensionismo. Che si sente di dire ai ceccanesi per invitarli a votare?
«Invito i cittadini al voto perché le elezioni amministrative sono rimaste le uniche in cui si può ancora scegliere per chi votare e da chi farci rappresentare. Il diritto al voto è sacrosanto e non esercitarlo è un peccato».
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