Spazio satira
L'intervista
20.05.2025 - 11:00
La consigliera regionale del Pd Sara Battisti
Una stagione congressuale da sbloccare, le elezioni comunali a Ceccano e il voto referendario. Ma anche la massima attenzione alle dinamiche regionali. Senza dimenticare il Comune di Roma. Sara Battisti, consigliere regionale del Pd, dice la sua a tutto campo. Su ogni argomento. Evidente che il dibattito all’interno del Partito Democratico è caratterizzato da una dialettica tra le correnti. In particolare tra AreaDem di Daniele Leodori e Francesco De Angelis e Rete Democratica di Claudio Mancini e Sara Battisti.
Allora Battisti, stagione congressuale ferma da mesi in Ciociaria. Ci sono i presupposti per sbloccarla. E come? Impossibile o no che alla fine una soluzione passi da un accordo tra lei e Francesco De Angelis?
«Voglio ringraziare Federico Gianassi (ndr: commissario ad acta) per le parole utilizzate qualche giorno fa. Qui troverà una comunità politica che saprà confrontarsi per trovare insieme il modo di ricostruire la platea congressuale, per fare al più presto il congresso provinciale e dotarci di un gruppo dirigente. Da parte mia, anche qui, la massima disponibilità, come da parte di tutta la mozione congressuale che ha scelto di sostenere Fantini. Per noi l’importante è dotarsi di regole condivise, che vengano rispettate da tutte e tutti, e ridare al Pd un gruppo dirigente che, come ho già detto, si faccia carico di uscire dalla stagnante discussione interna, che non appassiona nessuno».
Referendum ed elezioni comunali a Ceccano. Sono queste le priorità in tale fase?
«A pochi giorni dal voto di Ceccano, e a meno di venti giorni dal referendum dell’8 e 9 giugno, credo sia fondamentale concentrare tutte le nostre forze e le nostre energie verso questi due appuntamenti. Voglio ringraziare Andrea Querqui e tutte le candidate e i candidati della coalizione per due ragioni. La prima: aver costruito una coalizione con una chiara impronta politica. Dopo Cassino, anche Ceccano dà possibilità agli elettori di scegliere di sostenere una linea politica e amministrativa chiara, in un tempo in cui è necessario costruire coalizioni che si fondino su valori e principi comuni. La seconda: lo stile manifestato durante la campagna elettorale. Nonostante quanto accaduto a ottobre, Andrea e la sua squadra hanno scelto di raccontare il programma di governo, senza alimentare polemiche sterili. La magistratura farà il suo lavoro, a noi interessa il buon governo. Infine voglio ringraziare il Pd locale, regionale e nazionale. Dicono sempre che siamo divisi, e invece a Ceccano ci siamo presentati uniti. Ecco, il modello Cassino e il modello Ceccano diventino un laboratorio provinciale. Sui referendum, bene ha fatto il Pd nazionale ad organizzare sit-in davanti alle sedi Rai. Non è mai avvenuto prima che il servizio pubblico non offrisse le informazioni necessarie ai cittadini per andare a votare. Andiamo a votare 5 Sì. I quesiti referendari vanno a modificare il Jobs Act, una legge figlia del Governo Renzi, e polemizzare su questo mi sembra solo uno specchietto per le allodole. I referendum sono strumenti di democrazia, per modificare leggi che, dopo essere state applicate, mostrano delle problematiche. E questa possibilità i cittadini la devono saper cogliere: nessuno può invitare alla non partecipazione se non chi questi strumenti democratici li vuole abolire. È importante spiegare agli elettori che parliamo di licenziamenti, durata dei contratti, sicurezza sul lavoro e cittadinanza. Non sono banalità, soprattutto in un territorio come il nostro, che sta attraversando una profonda crisi industriale e dove il lavoro dipendente è sempre meno garantito e tutelato».
Come si ricostruisce il centrosinistra a livello nazionale?
«Dobbiamo imparare a costruire battaglie comuni che abbiano a che vedere con il benessere delle persone. Penso come esempio alla racconta di firme che insieme alla opposizioni tutte abbiamo prenotato per chiedere l’istituzione del servizio di assistenza psicologica primaria. Al di là dei proclami e dell’arrogante presunzione di questa destra al governo, i servizi essenziali sono carenti, gli stipendi e le pensioni diminuiscono, il costo della vita aumenta. Si pensa al riarmo degli Stati, quando la situazione sociale è preoccupante. Non voglio creare allarmismi, però i dati ci dicono che dalla nostra provincia si scappa, che la crisi dell’automotive sta mettendo a rischio l’economia generale di un territorio».
Più di due anni fa il Pd ha perso la Regione Lazio. Come valuta l’azione della giunta Rocca?
«La sanità, il welfare, la mobilità sono questioni emergenziali. Ecco, per rispondere all’incuranza della Meloni e di Rocca abbiamo bisogno di un partito presente in ogni singola battaglia politica, un partito che sappia tenere assieme da Rieti a Latina i nostri circoli, i nostri iscritti, i nostri elettori, che li faccia sentire protagonisti di battaglie comuni per il bene comune. Per farlo abbiamo bisogno di uomini e donne che assumano la responsabilità della guida ad ogni livello, provando a costruire un’agenda politica che unisca le forze riformiste e progressiste, insieme alle tante esperienze civiche. L’iniziativa di Rete Democratica della scorsa settimana ha avuto proprio questo obiettivo. Impegnare tutto il partito regionale verso questa sfida, partendo anche dal lavoro di Gualtieri. Una Capitale che guarda con attenzione alle scelte che compie per il bene dei cittadini di tutto il Lazio: dalla gestione del servizio idrico e della raccolta dei rifiuti, alle opportunità in termini di sviluppo economico. Questo abbiamo condiviso con il segretario regionale, Daniele Leodori: la politica prima di tutto, la comunità prima di tutto, come ha ben sottolineato Luca Fantini nel suo intervento. C’è bisogno del nostro buon governo e dobbiamo per questo rafforzare i gruppi dirigenti ad ogni livello, per unire e non per dividere».
Francesco De Angelis ha detto che il Pd non può far finta che a Frosinone non sia successo nulla. Il clima all’interno del circolo del capoluogo è incandescente. Ma cosa è successo a Frosinone?
«Io non capisco questo dibattito su Frosinone. Sarà un mio limite, sicuramente, ma ritengo che siamo dinanzi al teatro dell’assurdo. Noi a Frosinone abbiamo perso le elezioni ripetutamente, nonostante la generosità e l’impegno profuso da molti. L’Amministrazione Mastrangeli si tiene in piedi senza una rotta, lo si riscontra facilmente da un dibattito amministrativo tutto ripiegato su sé stesso e non impegnato a risolvere i problemi della città: in questa situazione noi ci mettiamo a discutere non si capisce bene di cosa. Riavvolgiamo il nastro: abbiamo eletto un anno fa un gruppo dirigente che si è messo a disposizione per guidare il partito; se questo gruppo dirigente viene meno, se ne costruisca un altro. Quando, come e con quali strumenti lo decidano riunendosi insieme ai consiglieri comunali. Io sono a disposizione per trovare soluzioni unitarie, come sempre. A Frosinone il gruppo ha tre consiglieri comunali con un radicamento, una storia politica e capacità indubbie. Intorno a loro ci sono donne e uomini che conoscono la città. Si riparta da loro. Si riparta dal circolo. Non pensiamo oggi a chi sarà il candidato sindaco, prima costruiamo una coalizione e apriamo un confronto pubblico con loro. Anche qui, mettiamo un po’ da parte i personalismi e cerchiamo di ricostruire una sede di confronto comune».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione