Spazio satira
Quel che resta della settimana
18.05.2025 - 13:30
Nord sud ovest est. E forse quel che cerco neanche c’è. Così cantavano gli 883 qualche anno fa. Una strofa che si adatta benissimo al “tormentone” della Stazione Tav in Ciociaria. Perché in questi anni ognuno ha avanzato la propria proposta, nel rispetto della più rigida (e sterile) logica campanilistica. “Meglio a Frosinone, no sarebbe più funzionale nel cassinate”. Nei giorni scorsi il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, intervenendo al congresso della Cisl, ha perlomeno fatto chiarezza sull’ipotesi astratta. Spiegando: «La soluzione più veloce per connettere i territori del Lazio è quella della Stazione Tav a Ferentino. Portare la Tav dentro Frosinone, invece, significa non fare l’opera. Già Ferentino avvicinerebbe Frosinone a Roma in maniera significativa creando nuove opportunità. Questa è un’altra sfida per contrastare lo spopolamento. Dobbiamo lavorare sulle infrastrutture, non sono negoziabili. Dobbiamo lavorare sulla non negoziabilità. Non possiamo correre dietro ai campanili, dobbiamo fare i conti con la realtà. Ribadisco: già Ferentino creerebbe nuove opportunità per contrastare lo spopolamento».
La Stazione Tav era stata ipotizzata (e basta) in un’area compresa tra i territori di Ferentino e Supino. Per una ragione semplice: l’infrastruttura sarebbe collocata a 800 metri dal casello di Ferentino, nei pressi dell’imbocco dell’autostrada Ferentino-Frosinone-Sora. Una posizione logistica invidiabile, sia per il traffico passeggeri che delle merci. Ma, detto questo, non c’è assolutamente nulla che autorizzi a pensare che davvero un’opera del genere sarà realizzata nei prossimi anni. Nulla.
Senza soldi (e progetti concreti) non si canta messa
La situazione è rimasta ferma alla seduta della commissione regionale ai trasporti del novembre 2024. Quando è emerso in maniera chiarissima che non esistono progetti fattibili e attuabili, non ci sono finanziamenti e risorse disponibili, non si riscontra alcuna apertura da parte di Rfi e la volontà politica è ridotta ad un esercizio dialettico fine a sè stesso. Della serie: “parliamoci addosso”. Il Governatore Francesco Rocca ha provato a dire che era necessario stanziare dei fondi nella legge Finanziaria. E quando parla di opera non negoziabile fa riferimento altresì ad un profilo di “bacino” che un’infrastruttura del genere dovrebbe avere. Nel senso di diventare punto di riferimento anche per la provincia di Latina e per alcune aree del Molise, dell’Abruzzo e perfino della Campania. Non è successo niente però. Intanto perché con ogni probabilità la previsione di una Stazione Tav in provincia di Frosinone non rientra nei progetti di Rfi e di Ferrovie dello Stato. In secondo luogo dal territorio non è arrivato alcuno scatto. Dove per scatto non si intende soltanto una volontà politica unitaria e determinata (della quale comunque non c’è traccia), ma anche proposte progettuali vere, accompagnate dall’indicazione di risorse finanziarie sulle quali poter contare. Per mesi si è andati avanti con convegni, incontri, riunioni di consiglio comunale. Fiumi di parole. Nulla di più. Le due fermate al giorno del treno ad Alta Velocità non hanno cambiato e non cambieranno mai né l’inerzia né la narrazione. Intanto perché sono oggettivamente poche, peraltro in orari non comodissimi. In secondo luogo nel tratto tra Sgurgola e Cassino il Frecciarossa non può viaggiare ad... alta velocità. Ma come un treno normale. Dunque, di cosa davvero si sta parlando? “Nord sud ovest est. E forse quel che cerco neanche c’è”. Ma la classe dirigente di questa provincia non è stanca di perdere tutti... i treni?
Il coraggio della partecipazione. L’orgoglio della Cisl
La tre giorni congressuale della Cisl Lazio ha rappresentato una sorta di centro di gravità permanente. Perché erano presenti tutti. In maniera bipartisan. Dalla politica al mondo associativo. Enrico Coppotelli è stato confermato all’unanimità alla guida. Nella sua relazione ha sottolineato concetti chiave. Il primo: «Ribadiamo l’importanza della contrattazione: per migliorare le condizioni sociali di vita e lavorative, ben sapendo di richiedere obiettivi ambiziosi e visioni di lungo periodo». Il secondo: «I dati sull’automotive ci dicono due cose. Primo, che la situazione sta per esplodere. Secondo, che non c’è più tempo perché vanno prese decisioni drastiche, una su tutte: zone cuscinetto per le province di Frosinone, Latina e Rieti, confinanti con aree che possono usufruire dei benefici della Zes». La Cisl ha una visione di sindacato che guarda al merito dei problemi, al confronto, alla concertazione, alla partecipazione. Ha rilevato Coppotelli: «In questo congresso non andremo a narrare ciò che è accaduto, ma ciò che abbiamo deciso di far accadere e di governare come sindacato confederale Cisl nel Lazio». Vuol dire determinare le situazioni invece di subirle.
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