Cerca

Politica

Provincia, manovre al via. Comuni e partiti non possono sbagliare

Il mandato dei 12 consiglieri scade a dicembre, ma già si sgomita. Candidature blindate, incastri e malumori: tutte le variabili

Amministrazione provinciale

Il mandato dei consiglieri provinciali scade a dicembre 2025, mese nel quale si dovrebbero svolgere le elezioni per il rinnovo. Ma il condizionale è d’obbligo perché l’appuntamento potrebbe tenersi anche entro i novanta giorni successivi. La certezza è che ancora una volta si andrà alle urne con il sistema previsto dalla Delrio, entrata in vigore nel 2014. Vuol dire che a decidere saranno gli addetti ai lavori, sindaci e consiglieri dei 91 Comuni. Attraverso il meccanismo del voto ponderato, che attribuisce maggiore “peso” al consenso espresso dagli amministratori degli enti più grandi. In palio ci sono 12 posti da consigliere provinciale: il mandato dura due anni.

L’ultimo precedente

A dicembre 2024 la lista “La Provincia dei cittadini” (Pd, Azione, Italia Viva e altre forze di centrosinistra) ottenne il 35,26% dei voti. Portando in aula cinque consiglieri. Tre seggi a Fratelli d’Italia, con il 24,13% dei voti. Poi la Lega con il 19,04%: due consiglieri. A seguire Forza Italia: 14,04% dei voti e un consigliere eletto. Infine Provincia in Comune: 7,53% e un consigliere. Un sostanziale pareggio tra centrodestra (FdI, Lega, Forza Italia) e centrosinistra (“La Provincia dei cittadini” e Provincia in Comune). Tenendo sempre presenti le ridotte competenze del consiglio provinciale. Ma c’è anche un altro elemento da considerare: con la Delrio l’unico ad avere poteri operativi è il presidente della Provincia. Luca Di Stefano ha assegnato le deleghe a tutti i consiglieri, che però non sono paragonabili agli assessori come ruolo.

Il tema della rappresentanza

Nonostante tutto, comunque, in tanti ambiscono ad essere eletti in consiglio provinciale. Per diversi motivi. Intanto perché il ruolo ha mantenuto sia il prestigio che uno spazio significativo sul terreno dell’agibilità politica. In secondo luogo ci sono meno opzioni sul tavolo della politica che conta. Per quanto riguarda Camera e Senato, c’è un solo collegio uninominale parametrato sui Comuni della Ciociaria (peraltro non tutti). È quello Frosinone-Sora, dove a settembre 2022 è stato eletto Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia). A Montecitorio. Poi c’è il collegio Terracina-Cassino, nel quale ha vinto Nicola Ottaviani (Lega). Mentre il Senato è unico per le province di Latina e Frosinone: si è imposto Claudio Fazzone (Forza Italia). Per quanto riguarda i collegi proporzionali, quello della Camera comprende sia Frosinone che Latina. Mentre per Palazzo Madama la circoscrizione racchiude l’intero territorio del Lazio. Insomma, sono partite complicate. Ancora di più dopo il taglio del numero dei parlamentari: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Per quanto concerne il consiglio regionale, dipende sempre dai risultati e dalla legge elettorale. In ogni caso a febbraio 2023 gli eletti della provincia di Frosinone sono stati tre. In passato si è arrivati a cinque e perfino a sei. Anche per quanto riguarda gli enti intermedi, bisogna fare i conti con una cura dimagrante che ha inciso. Il tema della rappresentanza del territorio (ad ogni livello) esiste realmente.

Le strategie dei partiti

I “grandi elettori” (sindaci e consiglieri comunali) l’ultima volta erano 1.148. A votare si recarono in 1.033. I dati non potranno cambiare chissà quanto. Evidente che i partiti (nessuno escluso) dovranno elaborare strategie tanto complesse quanto precise. Necessariamente dovranno stabilire su chi puntare, per poi far convergere il voto ponderato. Un’operazione che, come sempre, determinerà malumori e scontenti. C’è però l’altra faccia della medaglia, vale a dire che nessun altro appuntamento rappresenta un test tanto attendibile per i partiti. Partiti che hanno la possibilità di “contarsi” nei Comuni, sugli amministratori e nel territorio. Fratelli d’Italia proverà a fare uno scatto ulteriore, cercando di raggiungere il primo posto. E magari ad arrivare a quattro consiglieri eletti. Sia per Forza Italia che per la Lega le elezioni provinciali saranno una prova del nove. In questi due anni ci sono stati diversi cambiamenti negli assetti dei gruppi in vari Comuni. Il voto di sindaci e consiglieri darà una fotografia esatta dei nuovi equilibri e dei rapporti di forza.

Nel centrosinistra riflettori puntati sul Pd. La situazione, rispetto al 2023, è mutata parecchio. Soprattutto perché non c’è più il “correntone” unitario Pensare Democratico. Da un anno le strade di Francesco De Angelis (AreaDem) e Sara Battisti (Rete Democratica) si sono divise. Pure la mappa delle alleanze è mutata: in relazione al congresso sono dalla stessa parte AreaDem e il Collettivo Parte da Noi di Danilo Grossi, Nazzareno Pilozzi e Umberto Zimarri. Mentre con Rete Democratica c’è Energia Popolare (Antonio Pompeo è il coordinatore regionale di questa componente). Assai probabile che le elezioni provinciali diventino una sorta di congresso “parallelo” nel quale ci si conterà sugli amministratori locali. Poi c’è il tema delle alleanze nell’ambito di un orizzonte di centrosinistra. Ma non sarà facile. Non stavolta. Da undici anni il Pd alle provinciali dimostra di essere il primo partito in termini di amministratori locali. Stavolta sarà più difficile, ma i Dem cercheranno l’ennesima conferma. Come la lista Provincia in Comune di Luigi Vacana. Evidente che votare a marzo piuttosto che a dicembre può cambiare i piani. Le candidature e poi i risultati delle provinciali avranno degli effetti pure sugli equilibri di diversi Comuni. Da Frosinone a Cassino, da Sora a Ferentino, da Anagni ad Alatri, da Ceccano a Veroli. Nel capoluogo, per esempio è successo davvero di tutto negli ultimi due anni sul versante della composizione dei gruppi consiliari. È mutato il profilo della coalizione che appoggia Riccardo Mastrangeli: il centrodestra ha perso “pezzi” importanti (Forza Italia). Inoltre oggi la maggioranza è trasversale. Infine, non sfugge a nessuno che proprio l’esito delle provinciali del 2023 ha messo in crisi diverse Amministrazioni

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione