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Frosinone

Pd, sempre stallo sul congresso. Pompeo rilancia

La direzione nazionale fissa il periodo: dal 1° aprile al 30 giugno. Ma in Ciociaria lo stallo è totale. Antonio Pompeo: «Nel nostro territorio ci sono segni di cedimento del partito, ritroviamo il senso di comunità»

Elly Schlein e Daniele Leodori

Elly Schlein e Daniele Leodori

La direzione nazionale del Pd ha disposto che «le federazioni provinciali e regionali interessate alla celebrazione dei congressi nel corso del 2025 dovranno procedere nella finestra temporale che va dal 1° aprile al 30 giugno». Per quanto riguarda la federazione provinciale di Frosinone, c’è una situazione di stallo. La commissione regionale di garanzia, quasi un mese fa, si è pronunciata in merito a diversi ricorsi presentati. Stabilendo che il tesseramento 2024 è valido ai fini dell’iscrizione, ma non per determinare la platea congressuale. Tutto congelato quindi, in attesa che arrivi la determinazione della commissione nazionale di garanzia. Fermi al palo quindi. Anche se gli schieramenti sono definiti da tempo. I candidati alla segreteria sono due. Achille Migliorelli è sostenuto da AreaDem di Francesco De Angelis e Mauro Buschini e dal Collettivo Parte da Noi di Danilo Grossi e Nazzareno Pilozzi. Mentre ad appoggiare Luca Fantini ci sono Rete Democratica di Sara Battisti ed Energia Popolare di Antonio Pompeo.

La linea di Energia Popolare
Antonio Pompeo è stato recentemente nominato coordinatore regionale di Energia Popolare, la componente nata su iniziativa di Stefano Bonaccini e ora guidata da Alessandro Alfieri. Rileva Pompeo: «L’avanzata dell’estrema destra in Germania deve far svegliare tutto il centrosinistra. Dobbiamo guardarci in faccia con coraggio. I partiti sovranisti crescono, Donald Trump vince, la destra si radica perché il cosiddetto fronte progressista è timido su tematiche fondamentali. Facciamo bene a tenere alta l’attenzione sui diritti, ma è arrivato il momento di dare risposte sulle tematiche che decidono l’esito elettorale. Vale a dire l’immigrazione e la sicurezza. Non possiamo lasciare questi argomenti ad una destra che cavalca le paure della gente. Dobbiamo dire quello che faremmo noi, tenendo presente che il tema della sicurezza è reale. Oltre che percepito. Così come l’immigrazione incontrollata e clandestina produce situazioni di estremo disagio sociale. Non possiamo negare l’evidenza, dobbiamo invece occuparci di queste tematiche con i nostri valori, che sono quelli della solidarietà e di un forte spirito sociale. Ma se il Pd vuole tornare a vincere, non può chiudere gli occhi». Aggiunge: «Allo stesso modo è arrivato il momento di mettere in campo una nostra ricetta economica che guardi pure al mondo delle imprese. La produzione di ricchezza e di profitto non è un reato: sta poi a noi conciliare tutto questo con la nostra idea di welfare, di Stato Sociale e di condizioni dei lavoratori. L’Italia sta facendo i conti con una evidente crisi industriale, produttiva e perfino di lavoro. A meno di non considerare il precariato un valore aggiunto. Alle favolette di una destra incapace di governare dobbiamo contrapporre la nostra serietà improntata al realismo».

La situazione provinciale
Argomenta Pompeo: «In provincia di Frosinone il Pd ha bisogno di politica, non di continue prove muscolari. Certamente il congresso va celebrato quanto prima, ma per farlo occorre attendere serenamente il giudizio della commissione nazionale di garanzia. Nel nostro territorio il partito continua a mostrare importanti segni di cedimento. E temo che siamo solo all’inizio. Queste sono le situazioni sulle quali bisogna porre attenzione. È il caso di Frosinone dove nel circolo si sono registrate le dimissioni da capogruppo di Angelo Pizzutelli e di sei membri della segreteria. È arrivato allora il momento che ci si domandi realmente il perché di quello che sta avvenendo nella città capoluogo. Di questo c’è bisogno se davvero si vuole creare una squadra competitiva e vincente a Frosinone partendo e valorizzando coloro che ci sono sempre stati e si sono sacrificati anche nei momenti più difficili». Ancora: «Non possiamo non porci il tema delle prossime elezioni di Ceccano, dove avremmo bisogno di unità vera e di un candidato sindaco condiviso. Ma più in generale siamo in una fase nella quale gli avversari, quelli veri, possono approfittare della nostra situazione di debolezza. Ecco perché, mentre aspettiamo le decisioni degli organi del partito, dobbiamo cercare di riprendere un cammino di Politica. Sì, con la P maiuscola. Mi riferisco anche alla politica delle alleanze e all’individuazione delle tematiche che davvero interessano alla gente: il lavoro, il sociale, la sanità, la scuola. Il congresso non può essere visto e vissuto come una eterna “guerra”. Ma come un’opportunità per definire i ruoli e poi però remare dalla stessa parte. Nessuno ce la fa da solo. Ritroviamo il senso di comunità». Antonio Pompeo tocca i tasti più sensibili in questa fase sul piano politico. Intanto le elezioni comunali di Ceccano saranno fondamentali per i Democrat. Su questo non c’è dubbio alcuno. Per quanto riguarda il capoluogo, la situazione è altrettanto importante, considerando che siamo in una fase decisiva dell’intera consiliatura. Con il centrodestra in difficoltà. E il centrosinistra forse perfino di più se possibile.

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