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Frosinone

Spazi stretti per tutti. Partita a scacchi in aula consiliare

Armando Papetti (Lista Marzi) al flash mob: «Non faremo da stampella a questa Amministrazione»

Spazi stretti per tutti. Partita a scacchi in aula consiliare

L’immagine di una seduta del consiglio comunale

Armando Papetti, consigliere comunale della Lista Marzi, ha detto che «non intende fare da stampella a nessuno». Aggiungendo: «Nessuno della mia lista spingerà questa Amministrazione». Una presa di posizione avvenuta nel corso del flash mob di ieri allo Scalo per protestare contro l’idea di pedonalizzare l’intera area della Stazione. Ha aggiunto Papetti: «Questa Amministrazione non ha prodotto risultati per Frosinone e negli ultimi due anni e mezzo la città è peggiorata sull’ambiente, sulla viabilità, sul decoro urbano. Noi cerchiamo di fare un’opposizione costruttiva. Credo che ad aprile-maggio si tireranno le somme sul piano politico e amministrativo». Dichiarazioni che vanno analizzate. Perché nelle ultime settimane si parla insistentemente della possibilità di una sorta di patto di fine consiliatura tra Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi. C’è chi si è spinto perfino a ipotizzare una sorta di Governo del Sindaco. Che ci sia una di filo diretto tra Mastrangeli e Marzi è certo. Così come altri esponenti della maggioranza si sono confrontati con l’ex primo cittadino. Però evidentemente un’intesa ufficiale rimane un traguardo non semplicissimo da raggiungere.

La situazione
La civica ha 4 consiglieri: Domenico Marzi, Carlo Gagliardi, Alessandra Mandarelli e Armando Papetti. Più volte Marzi nell’aula di Palazzo Munari ha detto che intende portare avanti un’opposizione costruttiva, non escludendo convergenze di tipo amministrativo «su delibere importanti per la città». C’è però un elemento che va considerato. Nel giugno 2022 Marzi è stato l’avversario di Mastrangeli in una competizione elettorale che si è conclusa al ballottaggio con la vittoria dell’esponente del centrodestra. In una fase come quella attuale un patto di fine consiliatura può arrivare soltanto se il sindaco Riccardo Mastrangeli dirà in aula di non avere più una “sua” maggioranza. Il che porterebbe inevitabilmente alla conclusione di una lunga stagione del centrodestra. Ecco perché un’opzione del genere (che resta possibile) non è affatto semplice. Fra l’altro Domenico Marzi è stato sindaco per due mandati alla guida di una coalizione di centrosinistra. Nella quale c’era una forte e visibile rappresentanza civica, pure trasversale. Ma comunque di centrosinistra. Ciò per sottolineare come un passaggio di questo tipo sarebbe politicamente impegnativo per tutti. Nelle file dell’opposizione ci sono anche tre consiglieri del Pd (Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari, Norberto Venturi) e uno dei Socialisti (Vincenzo Iacovissi). I Democrat sono impegnati in una fase congressuale che si profila lunga e articolata. Al termine della quale però bisognerà indicare una linea strategica riguardante il capoluogo. Il Psi, dal canto suo, appare intenzionato a portare avanti il progetto di un’alternativa al centrodestra. Anche da solo. Ecco perché gli scenari di apertura al centrosinistra non sono semplicissimi.

Verso il bilancio
In aula Mastrangeli può fare affidamento su 16 voti certi. La coalizione che lo sostiene sulla carta arriva a quota 17, ma il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri da settimane non è affatto sintonizzato sulle lunghezze d’onda politiche e amministrative del primo cittadino, della giunta e di molti esponenti della maggioranza. Infatti si è astenuto sulla maggior parte delle delibere dell’ultima seduta ordinaria. E insiste sulla necessità di un azzeramento dell’esecutivo e su una verifica che punti altresì a recuperare l’assetto del centrodestra. Non sono arrivati segnali. Fra l’altro la distanza tra Mastrangeli e gli 8 “dissidenti” appare incolmabile. Il voto sul bilancio sarà decisivo sotto ogni punto di vista. Il documento contabile è l’atto che più di ogni altro caratterizza politicamente un’Amministrazione. Tutti dovranno uscire allo scoperto. Prima però ci sarà l’appuntamento del 12 febbraio, con tre sedute in una. Un’autentica maratona: prima l’adunanza aperta sul tema dei disagi dei pendolari, quindi l’assemblea ordinaria e a chiudere il question time. Con il presidente Massimiliano Tagliaferri che ha fissato l’appuntamento esclusivamente in prima convocazione. Vale a dire che nella seduta ordinaria sarà necessario mantenere il numero legale, con 17 presenti su 33. Un ulteriore test. In fondo, come diceva Eduardo De Filippo, gli esami non finiscono mai.

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