Spazio satira
Regione Lazio
13.11.2024 - 12:00
Il nodo da sciogliere resta sul tavolo, ma è complicato che il tema possa essere affrontato in questi giorni. Perché domenica e lunedì si vota per le elezioni regionali dell’Emilia Romagna e dell’Umbria. E nel centrodestra nessuno vuole che la verifica politica di maggioranza alla Regione Lazio possa rappresentare un problema. Peraltro si chiude un 2024 nel corso del quale il centrodestra ha vinto in Liguria, Abruzzo, Piemonte e Basilicata. Mentre il centrosinistra si è imposto in Sardegna. Poi nel 2025 si andrà alle urne in Campania, Veneto, Marche, Puglia e Valle d’Aosta. Si è molto parlato della possibilità che della situazione del Lazio possano discutere Giorgia Meloni (presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (vicepremier, ministro degli esteri e segretario nazionale di Forza Italia).
In ogni caso il percorso è obbligato. Il peso politico del Lazio nello scacchiere del centrodestra è enorme a livello nazionale. Inoltre va sempre ricordato che la vittoria del febbraio 2023 è arrivata dopo dieci anni di governo del centrosinistra guidato da Nicola Zingaretti. Questo vuol dire che Francesco Rocca e la coalizione hanno strappato una roccaforte agli avversari. Una crisi vera non verrebbe capita da nessuno. Inoltre, dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza 2025, nell’aula della Pisana dovrà arrivare il Collegato di bilancio. I termini del confronto sono chiari. Forza Italia, passata da 3 a 7 consiglieri (8 se si considera l’interruppe con Noi Moderati), chiede un riconoscimento in termini di maggiore rappresentanza. La Lega è scesa da 3 a un esponente, ma fa riferimento al risultato elettorale. Tutto questo ha portato all’individuazione di uno schema che prevede di lasciare inalterato l’assetto numerico della giunta. E di conseguenza sia Forza Italia che la Lega continueranno ad avere 2 assessori a testa. Con un potenziamento delle deleghe agli “azzurri”. Attraverso sicuramente l’attribuzione dell’urbanistica (ora gestita da Pasquale Ciacciarelli, del Carroccio). Poi bisognerà vedere altri possibili aggiustamenti.
L’ostacolo è rappresentato dalla vicepresidenza della giunta (funzione attribuita a Roberta Angelilli). Un ruolo che gli “azzurri” hanno rivendicato anche sulla base del ragionamento che le tre cariche apicali, e dal profilo istituzionale, non possono essere tutte appannaggio di Fratelli d’Italia. Le altre due sono la presidenza della Regione (Francesco Rocca) e la guida del Consiglio (Antonello Aurigemma). Fratelli d’Italia però ha alzato il muro. Intanto perché non ha perso consiglieri. In secondo luogo il risultato delle elezioni è stato netto: Fratelli d’Italia al 33,63% (22 consiglieri), Lega all’8,51% (3 consiglieri), Forza Italia all’8,43% (3 consiglieri). Un divario evidente tra il partito della Meloni e gli alleati. È uno dei motivi per i quali FdI ritiene di non dover effettuare passi indietro. Quanto a Francesco Rocca, nel corso di un recente convegno della Cisl, ha detto: «Sono orgoglioso di avere come vicepresidente Roberta Angelilli, una vicepresidente donna preparata, competente e straordinaria come poche. Lo dico per chiarezza».
Frase indicativa. Rimane da capire la proposta che verrà sottoposta all’attenzione di Forza Italia. Sicuramente comprenderà l’urbanistica, per il resto è da vedere. Gli assessori “azzurri” sono Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni. La prima è considerata in pole position nell’eventualità (remota) dell’attribuzione della vicepresidenza. Per quanto concerne possibili cambi o staffette, è una questione interna al partito. Sul tavolo ci sono le opzioni di Giuseppe Simeone e Alessandro Calvi. Un discorso a parte merita Pino Cangemi, vicinissimo al senatore Claudio Lotito. Eletto nella Lega, Cangemi è poi passato in FI. Il suo nome è circolato sia per un assessorato che per la vicepresidenza. Va detto in ogni caso che a condurre le trattative politiche è il senatore Claudio Fazzone, coordinatore del partito nel Lazio. C’è un elemento da considerare. Vero che la verifica è sostanzialmente iniziata a luglio e che in più di qualche occasione gli esponenti di Forza Italia non hanno partecipato a riunioni di giunta, di consiglio e di alcune commissioni. Ma una crisi vera e propria non si è mai aperta. Ed è esattamente questo il tema sul quale insiste Francesco Rocca.
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