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L'analisi

Regione, la maggioranza nel labirinto della verifica politica

Difficile anche per il presidente Rocca trovare la quadra. Intanto i partiti del centrodestra restano sulle rispettive posizioni

regione lazio

Non si sblocca. Per la verifica politica all’interno della maggioranza di centrodestra non si trova la quadra. E giovedì c’è l’ennesima seduta consiliare sul Defr. Il nodo è quello della vicepresidenza della giunta, richiesta da Forza Italia per un potenziamento delle deleghe che non si fermi all’attribuzione dell’urbanistica. Fratelli d’Italia non sembra avere alcuna intenzione di cedere la carica che adesso è gestita da Roberta Angelilli. Ieri circolava una ulteriore ipotesi. Questa: Antonello Aurigemma (FdI: attuale presidente del consiglio regionale) assessore e vicepresidente della giunta, Pino Cangemi (Forza Italia) alla guida dell’aula della Pisana. In realtà si tratta di uno scenario ancora più complicato da realizzare. Per diversi motivi. Intanto perché Roberta Angelilli dovrebbe comunque rinunciare al ruolo di “vice”, ma non ci sono le condizioni. In secondo luogo Fratelli d’Italia, per consentire l’ingresso di Aurigemma nell’esecutivo, dovrebbe “sacrificare” uno degli attuali assessori. E le condizioni ci sono ancora di meno. Infine, Antonello Aurigemma intende tenersi stretta la carica di presidente del consiglio, che ha un profilo istituzionale notevole.

Resta da capire se Forza Italia potrà accontentarsi soltanto di qualche delega in più. Compresa naturalmente l’urbanistica. Gli “azzurri” manterrebbero due assessorati. Pur avendo aumentato, da 3 a 7, il numero dei consiglieri del gruppo. Poi ci sono le dinamiche interne, che non vanno sottovalutate. Secondo alcune indiscrezioni il segretario nazionale del partito Antonio Tajani (vicepremier e ministro degli esteri) vedrebbe Luisa Regimenti come vicepresidente della giunta nel caso questa funzione dovesse essere attribuita al partito. Il senatore Claudio Lotito aveva rivendicato il terzo assessorato. Vedremo quello che succederà nelle prossime ore. In ogni caso è il senatore Claudio Fazzone, coordinatore di FI nel Lazio, a condurre le trattative politiche. Oltre alla Regimenti, l’altro rappresentante di Forza Italia nell’esecutivo è Giuseppe Schiboni. Da settimane c’è chi non esclude che possano esserci dei cambi. Tre le opzioni sul tavolo: Pino Cangemi, Alessandro Calvi e Giuseppe Simeone.

In ogni caso il pallino politico è nelle mani del presidente Francesco Rocca. Il quale è stato netto in aula nei giorni scorsi: «In queste ore farò degli incontri, farò delle valutazioni e poi prenderò le mie decisioni. Lo avevo detto che al mio ritorno dagli Usa mi sarei speso per risolvere questa vicenda. Se prenderò io la situazione in mano? E certo, per forza. Non mi fate fare il presuntuoso, è anche la mia funzione, quando non ci sono soluzioni è il presidente che si deve fare carico per risolvere la situazione». In realtà è evidente che non è semplice neppure per il Governatore districare una matassa che è diventata molto intricata. Inoltre in un clima del genere è difficile prescindere dal “sentiment” dei partiti. A cominciare da Fratelli d’Italia, che ha il gruppo più numeroso in aula consiliare, con 22 esponenti.

Una circostanza che il deputato e coordinatore regionale Paolo Trancassini evidenzia costantemente. Quanto a Forza Italia, il ragionamento di Claudio Fazzone è noto: essere passati da 3 a 7 esponenti (8 se si considera l’intergruppo con Noi Moderati) ha rafforzato l’intera coalizione. Non soltanto il partito. Mentre la Lega (scesa da 3 a 1) insiste sulla necessità di fare riferimento ai risultati elettorali di febbraio 2023, non ai cambi di gruppo. Non si aprono spazi di condivisione. Francesco Rocca potrebbe pure avanzare una sua proposta e poi aspettare le posizioni dei partiti della sua maggioranza. Uno scenario non esente da rischi politici però.

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