Spazio satira
Frosinone
03.11.2024 - 11:00
Il sindaco Riccardo Mastrangeli e i consiglieri
Gli schemi sono saltati da tempo. Nella maggioranza ma anche nelle opposizioni. Ormai al Comune di Frosinone viene giudicato normale che cinque consiglieri eletti nel centrodestra siano passati all’appoggio esterno. Oppure che in aula consiliare ci siano delle convergenze programmatiche sistematiche tra la coalizione di governo e le minoranze. Nessuno si preoccupa più di mantenere il numero legale, a prescindere dal fatto che la seconda convocazione (ormai la prassi da anni) concede margini enormi.
E allora perché stavolta il nervosismo è alle stelle? La mancata concessione del patrocinio del Comune ad una manifestazione di pugilato ha portato allo scoperto delle contraddizioni evidenti. Attuali e passate. All’interno della giunta e della maggioranza di centrodestra in tanti preferirebbero arrivare alla rottura con il gruppo di FutuRa, formato da Giovambattista Martino, Teresa Petricca e Francesco Pallone. Perché ritengono che chi fa parte della coalizione che sostiene Riccardo Mastrangeli non possa assumere un atteggiamento “di lotta e di governo”. Criticando le scelte dell’Amministrazione. È la stessa linea emersa e luglio nei confronti di Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) e Giovanni Bortone (Lega). Fuoco di sbarramento sull’ipotesi di un eventuale “recupero”, che peraltro non c’è stato. Infatti i tre sono posizionati su un appoggio esterno ai confini con l’opposizione. Salvo qualche eccezione, non votano le delibere o preferiscono uscire dall’aula. Parzialmente diverso il discorso con Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia, ma soltanto perché i due fanno parte di un partito, Forza Italia, che il centrodestra lo ha fondato. Di conseguenza una ricucitura dei rapporti alla Regione Lazio potrebbe mettere in moto meccanismi diversi in un Comune capoluogo come Frosinone.
L’opzione della revoca della delega allo sport a Francesco Pallone è sul tavolo di Riccardo Mastrangeli, che però dà la sensazione di voler prendere tempo. Per più di un anno Pallone è stato il fedelissimo di Mastrangeli. Poi l’adesione alla lista FutuRa, della quale fanno parte non soltanto i consiglieri Petricca e Martino ma pure due ex assessori: Alessandra Sardellitti e Maria Rosaria Rotondi. Inutile nascondersi dietro un dito: le dimissioni della Sardellitti nel marzo scorso hanno rappresentato l’atto finale di un lungo periodo di contrapposizione tra lei e diversi assessori. FutuRa non ha rivendicato assessorati, ponendo però il paletto della mancata apertura alle opposizioni. La domanda che Mastrangeli si sta ponendo è la seguente: è possibile che Francesco Pallone torni sui suoi passi e prenda le distanze da FutuRa? In realtà non ci sono segnali che lascino ipotizzare un simile scenario.
Il sindaco ha messo nero su bianco questo concetto: «Al termine della giunta, io stesso ho informato telefonicamente il delegato allo sport Francesco Pallone sull’esito della seduta ed egli ha voluto testimoniare la sua amarezza con una dichiarazione sui social diretta a prendere le distanze dalla decisione della giunta comunale, dimenticando, così facendo, di essere il mio delegato allo sport e che, quindi, ogni sua parola o azione è sempre e comunque riferibile alla mia persona. Va da sé che censuro senza equivoci questo atteggiamento, a cui sono totalmente estraneo». Il riferimento è alla seduta della mancata concessione del patrocinio. Si è aperto l’ennesimo fronte nella maggioranza, che senza i tre voti di FutuRa scenderebbe a quota 15 consiglieri (su 33). In minoranza quindi. Ma non ci sarebbero riflessi nelle dinamiche dell’aula. In un contesto politico normale il sindaco avrebbe revocato già le deleghe. Come peraltro è successo con Anselmo Pizzutelli (Scalo) e Giovanni Bortone (Rapporti con le Università). In un contesto politico normale chi non si riconosce nelle politiche della coalizione, esce dalla stessa e rimette le deleghe.
Ma al Comune di Frosinone gli schemi sono saltati. Al punto che ipotesi come le dimissioni di massa o la mozione di sfiducia fanno parte del... mondo delle idee. Forse però c’è un altro motivo da tenere in considerazione: arrivare fino in fondo lungo la strada della rottura del quadro politico comporterebbe elezioni anticipate. E molti degli attuali protagonisti potrebbero non essere rieletti. Qualcuno neppure ricandidato.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione