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Quel che resta della settimana

Il terremoto giudiziario. E l’eclissi della politica

Un autentico “terremoto” quello dell’operazione “The Good Lobby”, che ha determinato l’arresto del sindaco di Ceccano Roberto Caligiore e di altre persone

ceccano

La polizia davanti al Comune di Ceccano

Un autentico “terremoto” quello dell’operazione “The Good Lobby”, che ha determinato l’arresto del sindaco di Ceccano Roberto Caligiore (è ai domiciliari da giovedì scorso) e di altre persone: tre tecnici del Comune fabraterno, imprenditori e professionisti. Un’indagine condotta dall’ufficio romano della Procura europea, che ha portato la Squadra Mobile di Frosinone e il Servizio centrale operativo della direzione Anticrimine di Roma ad eseguire tredici misure cautelari e sequestri patrimoniali per un totale di 570.000 euro. Gli inquirenti hanno ipotizzato un’associazione a delinquere per la gestione di alcuni appalti assegnati dal Comune di Ceccano per la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche con i fondi europei del Pnrr. La Procura fa riferimento al sistema della cosiddetta “fattura-tangente”: incarichi assegnati sempre alle stesse società, pagamento di fatture per operazioni inesistenti emesse da aziende compiacenti. Le quali, dopo aver trattenuto una percentuale, restituivano le somme in contanti. Questo è il quadro definito da chi sta indagando.

Adesso gli accusati daranno la loro versione. Siamo soltanto all’inizio di un iter giudiziario che con ogni probabilità sarà lungo e articolato. Nella nostra Carta costituzionale è scritto che nessuno è considerato colpevole fino a condanna definitiva. Ci sono tre gradi di giudizio e la presunzione di innocenza è un principio basilare. Anche se spesso nel panorama politico si tende ad essere “giustizialisti” con gli avversari e “garantisti” con gli amici. Peraltro l’indagine, a quanto si apprende, non è ancora conclusa. C’è dunque una vicenda giudiziaria che andrà avanti con le regole del diritto. Poi naturalmente c’è pure un aspetto politico per niente secondario. Anzi.

Uno “tsunami” per l’intera città di Ceccano
Il Prefetto ha sospeso Roberto Caligiore dai ruoli di sindaco di Ceccano e consigliere provinciale. Caligiore è al secondo mandato da sindaco. Quando giovedì mattina a Ceccano la notizia si è diffusa il sentimento prevalente è stato uno: incredulità. Per la percezione che l’intera città (indipendentemente dai confini politici) ha sempre avuto di Roberto Caligiore: carabiniere, pilota di elicotteri, costantemente impegnato nel sociale e nel volontariato. Il centrodestra e Fratelli d’Italia hanno dovuto rispondere in fretta al trauma politico determinato dalla vicenda. Lo hanno fatto con una presa di posizione dell’intera maggioranza. Assessori e consiglieri hanno scelto di andare avanti, prendendo «in modo netto e senza tentennamenti - hanno sottolineato - le distanze da logiche amministrative mai appartenute ad alcuno di noi». Con riferimento all’impianto accusatorio dell’inchiesta. Aggiungendo: «Riponiamo assoluta fiducia nel lavoro della magistratura e attendiamo le determinazioni che verranno effettuate al termine delle indagini mettendoci a completa disposizione degli inquirenti per aiutare le autorità giudiziarie a fare luce su questa vicenda, che ci colpisce anche dal punto di vista umano, in modo chirurgico e nel più breve tempo possibile». Federica Aceto svolgerà le funzioni di sindaco facente funzioni. Le opposizioni naturalmente chiedono le elezioni anticipate. Come è giusto che sia. Sarà impossibile evitare polemiche, tensioni politiche e una campagna elettorale al calor bianco. Andrà in questo modo e alla fine sarà comunque decisivo il voto degli elettori. Ma sarebbe profondamente sbagliato travolgere e mischiare tutto. E il discorso non riguarda soltanto Ceccano. Perché la politica è fatta anche e soprattutto di passione, di impegno, di entusiasmo, di condivisione di valori e di principi. Le comunità politiche, soprattutto in un livello come quello comunale, diventano una parte importante di vita delle persone. Sarà la magistratura ad accertare i fatti e le responsabilità. Altro discorso è quello dell’opportunità politica e del senso di profondo smarrimento dell’opinione pubblica. Inevitabile considerando l’impatto di un’indagine come questa.

Comune capoluogo. Cercasi opposizione disperatamente
Al Comune di Frosinone è sempre più chiaro che la maggioranza di centrodestra che sostiene Riccardo Mastrangeli può fare quello che vuole. Perfino perdere cinque, sei, sette, otto consiglieri. Perché tanto i numeri ci sono e ci saranno sempre e non soltanto per il meccanismo ormai sistematico della seconda convocazione. Nel capoluogo manca l’opposizione. Nonostante tre sconfitte elettorali consecutive. Nessuno si meraviglia se su determinate tematiche possono esserci delle convergenze, ma poi arriverà il momento di presentarsi nuovamente all’appuntamento con le urne. Il centrosinistra ha smarrito il senso delle alleanze. Inoltre arriva alla scelta del candidato sindaco sempre all’ultimo tuffo, in un contesto di profonde spaccature. In ventotto mesi di consiliatura nessuno ha preso l’iniziativa per cercare di fare il punto della situazione. C’è un silenzio kafkiano, difficile perfino da interpretare. Peraltro parliamo di un capoluogo di provincia. Sorprende davvero il fatto che la federazione provinciale del Pd non si ponga il problema del Comune di Frosinone. In un contesto del genere il centrodestra può fare a meno di chiunque in questa fase. Nel lungo periodo bisognerà vedere, perché ad esempio la frattura con Forza Italia è seria e non accenna ad essere ricomposta. Indipendentemente da come finirà (se finirà) la verifica politica all’interno della maggioranza alla Regione. Il sindaco Mastrangeli ormai non si preoccupa più delle polemiche e di eventuali “strappi”. Da gennaio in poi inizierà a prepararsi per le elezioni 2027.

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