Spazio satira
Regione
25.10.2024 - 12:00
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca
La mancata chiusura della verifica politica all’interno della maggioranza di centrodestra che sostiene la giunta regionale del presidente Francesco Rocca sta rallentando il riassetto delle “governance” di alcuni importanti enti intermedi e derivati. Perché è evidente che alcune scelte faranno da spartiacque. Se per esempio la Lega dovesse mantenere i due assessorati e la delega all’urbanistica, allora nel quadro generale potrebbe dover effettuare rinunce o passi indietro. Stesso discorso per Forza Italia: l’attribuzione di un terzo assessorato piuttosto che un potenziamento delle deleghe avrebbe degli effetti sul quadro generale.
Il ruolo di Rocca
Il Governatore del Lazio lo ha detto in modo netto nell’aula della Pisana: «La giunta regionale non si è mai fermata e con il concorso di tutti gli assessori ha sempre marciato in maniera compatta e coesa sulla base del nostro programma elettorale. E su questo non c’è stato mai nessun rallentamento. C’è una verifica in corso tra le forze politiche della maggioranza, un dialogo serrato. Io non mi sento caporale di giornata ma sono consapevole della mia leadership e, quindi, sono nella condizione di dire ai partiti di trovare una soluzione: non è un fuggire dalle mie responsabilità ma un invito a trovare una composizione interna. Se non verrà trovata assumerò io i miei provvedimenti». Da un lato lui stesso non può tornare indietro. Dall’altro i partiti probabilmente a questo punto preferiscono che sia Francesco Rocca a togliere le castagne dal fuoco a tutti. Anche e soprattutto considerando che sono tre mesi che la verifica è aperta. E nonostante le rassicurazioni, l’ottimismo e perfino i tentativi di minimizzazione, il centrodestra non è riuscito a trovare un “punto di caduta”.
Gli equilibri
Alle elezioni di febbraio 2023 sia Forza Italia che la Lega hanno eletto 3 consiglieri. Entrambi i partiti hanno indicato 2 assessori. Poi il panorama è cambiato. Gli “azzurri” sono passati da 3 a 7 esponenti. Ai tre eletti (Giorgio Simeoni, Fabio Capolei e Cosmo Mitrano) si sono aggiunti prima Marco Colarossi e Roberta Della Casa, provenienti dal Movimento Cinque Stelle. Poi Angelo Tripodi, eletto nella Lega. Quindi Pino Cangemi (sempre del Carroccio), vicepresidente del consiglio regionale del Lazio. Si arriva a quota 8 considerando l’intergruppo con Noi Moderati di Nazzareno Neri. Gli assessori “azzurri” sono Luisa Regimenti e Giuseppe Schiboni. La Lega invece è rimasta con un solo consigliere, Laura Cartaginese. A febbraio 2023 ne aveva eletti 3. Per il Carroccio in giunta ci sono Pasquale Ciacciarelli e Simona Baldassarre. A fine settembre sembrava che si fosse arrivati ad un passo dall’intesa. Con questo tipo di schema: sia Forza Italia che la Lega avrebbero conservato i 2 assessori. Per gli “azzurri” ci sarebbe stato un potenziamento delle deleghe. Soprattutto con l’attribuzione dell’urbanistica. Poi però il segretario regionale della Lega Davide Bordoni fece capire che nessuno aveva chiamato il suo partito ad un tavolo politico per affrontare un tema del genere.
Sottolineando che il Carroccio non ci pensava proprio ad accettare un ridimensionamento. A quel punto Forza Italia ha riunito gli stati generali del partito nel Lazio, alla presenza del segretario nazionale Antonio Tajani. Dando mandato al senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone e al capogruppo Giorgio Simeoni di condurre le trattative politiche relative alla verifica nel Lazio. Da quel momento in poi FI è tornata a ventilare l’appoggio esterno nell’eventualità di una mancata intesa. Non solo: sul tavolo è stato posto il tema politico che le tre cariche apicali e istituzionali sono tutte appannaggio di FdI: presidenza (Francesco Rocca), vicepresidenza (Roberta Angelilli), presidenza del consiglio (Antonello Aurigemma). Aspetto ribadito dal senatore Claudio Lotito qualche giorni fa: «Fazzone ha assunto una posizione chiara di rispetto di dignità di FI all’interno della coalizione. Non chiede altro. Non stiamo facendo una battaglia di posti. È chiaro che quando in una coalizione un partito (Fratelli d’Italia, ndr) ha il presidente della giunta, il vicepresidente e il presidente del consiglio e quasi tutti gli assessorati, allora non è più una coalizione ma un monocolore, soprattutto nel momento in cui Forza Italia esprime 7 consiglieri regionali, più Noi Moderati».
Ipotesi di mediazione
Il parlamentare Paolo Trancassini, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, sta portando avanti da settimane una mediazione complessa e complicata. Ma non demorde. Era stato lui ad arrivare ad un passo dall’accordo. Lo schema circolato era il seguente: urbanistica e politiche abitative a Forza Italia, protezione civile e cinema alla Lega. Urbanistica e politiche abitative sono deleghe amministrate dall’assessore Pasquale Ciacciarelli (Carroccio). Evidente che si tratterebbe di un sacrificio non indifferente. In questi ultimi giorni non si sono registrati passi avanti nel confronto fra i partiti. L’opzione di un appoggio esterno di Forza Italia (significherebbe ritirare gli assessori dalla giunta) rappresenterebbe uno scenario che il centrodestra vuole assolutamente evitare. Il Lazio non è una Regione qualunque, ma ha un profilo politico e strategico non indifferente nello scacchiere della coalizione. Ecco perché Francesco Rocca ha detto ai partiti che avrebbe risolto lui la situazione se al ritorno dalla partecipazione agli eventi organizzati dalla Regione negli Stati Uniti non ci fossero state novità. Ragione per la quale o i partiti in quattro-cinque giorni trovano la quadra (ma non ci sono riusciti in tre mesi) oppure sarà Francesco Rocca a individuare la soluzione. Poi, chi non dovesse accettarla dovrà assumersi la responsabilità di rompere il quadro del centrodestra nel Lazio.
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