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L'analisi

Frattura insanabile, la crisi si avvita. Mastrangeli al bivio

Logorati i rapporti tra il sindaco e i 5 “dissidenti”. Ma si riapre l’opzione dell’appoggio esterno della Lista Marini

Frattura insanabile, la crisi si avvita. Mastrangeli al bivio

L’immagine di una seduta del consiglio comunale di Frosinone

Irrecuperabile. La frattura tra il sindaco Riccardo Mastrangeli e la maggioranza da una parte e i cinque consiglieri “dissidenti” dall’altra, è sicuramente politica. Ma c’è altresì l’aspetto del logoramento dei rapporti personali. Le consultazioni singole con i 21 consiglieri della coalizione ha certificato una situazione nella quale non si vedono vie di uscita o di ricomposizione. Anselmo Pizzutelli (Lista Mastrangeli), Maurizio Scaccia (Forza Italia), Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo) e Giovanni Bortone (Lega) hanno chiesto l’azzeramento della giunta come “conditio sine qua non”. Senza non si può andare avanti. Con loro c’è pure Maria Antonietta Mirabella, sempre della Lista Mastrangeli. I quattro hanno parlato in qualità di capigruppo delle rispettive liste, anche se da mesi sono una spina nel fianco della maggioranza. Il fatto di non aver sottoscritto i verbali dei faccia a faccia è un altro segnale di distanza politica abissale. Fra l’altro Pasquale Cirillo è stato eletto in Frosinone Capoluogo ma da tempo è in Forza Italia e l’altra sera è stata nominato responsabile provinciale dei dipartimenti del partito. Un ruolo politico.

Il muro invalicabile
La richiesta di azzeramento alza un muro invalicabile. Perché mette in discussione l’intero operato politico-amministrativo della giunta e della maggioranza di questi due anni. Perché evidenzia una situazione di scollamento perfino nel rapporto tra gruppi e assessori. Poi c’è l’altro punto di vista, quello del sindaco Riccardo Mastrangeli e del resto della maggioranza. Pur in presenza di “sfumature” significative. Il minimo comun denominatore però è semplice: dopo un azzeramento sarebbe complicatissimo rimettere in piedi la giunta. Perché inevitabilmente si innescherebbero meccanismi di veti incrociati sulle deleghe e perfino sui nomi degli assessori. Resta il fatto che in dodici mesi di “ordinarie fibrillazioni” non si è riusciti ad avviare mediazioni efficaci per recuperare la situazione. E non si può escludere che il gruppo dei “dissidenti” possa crescere visto che non mancano ulteriori “mal di pancia”.

La Lista Marini
Secondo alcune indiscrezioni si sarebbe riaperto il fronte del dialogo tra Riccardo Mastrangeli e la Lista Marini, rappresentata dal consigliere Andrea Turriziani e dal coordinatore Francesco Trina. Proprio l’accelerazione dei “dissidenti” avrebbe riavvicinato le parti. Al punto che qualcuno azzarda la possibile sottoscrizione di un accordo politico-programmatico ed un eventuale appoggio esterno. Ma parliamo di un singolo consigliere. Il sindaco ha ottimi rapporti personali con molti esponenti delle opposizioni, ma deve considerare alcuni veti dei gruppi della sua stessa maggioranza. Per esempio di Fratelli d’Italia e della Lista per Frosinone nei confronti del Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli. Altri spazi appaiono difficilmente percorribili. Sia il Pd che la Lista Marzi, ma anche i Socialisti, per prendere in considerazione l’idea di un “governo di salute pubblica” nella sostanza chiedono la certificazione della fine dell’esperienza politico-amministrativa di un centrodestra che ha messo in fila tre vittorie consecutive. Impossibile.

La verifica
Domani Riccardo Mastrangeli terminerà le consultazioni con i 21 consiglieri. Ma ha già il quadro politico chiaro: i cinque “dissidenti” chiedono l’azzeramento e potrebbero esserci altri “malpancisti”. Su queste premesse aprirà la fase della verifica vera e propria con i gruppi, i partiti e le liste civiche. Provando a capire contemporaneamente se e quali spazi possono aprirsi con singoli esponenti delle opposizioni. A quel punto ci saranno tre possibili soluzioni. Mastrangeli potrebbe andare avanti come ha fatto negli ultimi dodici mesi: maggioranza oscillante tra 14 e 17 sì in seconda convocazione (in un’occasione si è scesi perfino a 12). Però non si capirebbe il perché di questa fase di consultazioni con i singoli, consultazioni peraltro lunghe, dettagliate, verbalizzate e firmate. Anche se non tutte. L’unica spiegazione potrebbe essere la volontà del sindaco di chiudere in ogni caso una fase. L’opzione delle elezioni anticipate passa inevitabilmente dalle dimissioni (del sindaco o di almeno 17 consiglieri su 33) oppure dall’approvazione di una mozione di sfiducia (pure in questo caso occorrono 17 sì). Si tratta obiettivamente di prospettive complicate. Specialmente in questa fase. Non impossibili però nel medio e lungo periodo. Riccardo Mastrangeli potrebbe comunque rimandare la resa dei conti a settembre e nel frattempo arrivare all’inaugurazione di qualche opera pubblica.

La partita a scacchi
Nel centrodestra la situazione politica è radicalmente mutata rispetto a due anni fa. Pure nel capoluogo Fratelli d’Italia è di gran lunga il primo partito e lo ha dimostrato alle politiche, alle regionali e alle europee. In caso di elezioni anticipate il partito di Giorgia Meloni rivendicherebbe la candidatura a sindaco. Poi c’è la posizione di Forza Italia: impossibile pensare che le prese di posizione di Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo non siano condivise dal coordinatore regionale Claudio Fazzone e dal segretario provinciale Rossella Chiusaroli. Quindi la Lega: due anni fa il “pallino” è stato nelle mani di Nicola Ottaviani, allora ex sindaco e adesso deputato e coordinatore provinciale del partito. Civiche come la Lista Ottaviani, la Lista per Frosinone e Frosinone Capoluogo hanno avuto un ruolo importante in quegli equilibri. Poi alcune cose sono cambiate. E in ogni caso il tema che vero che si porrà è quello della leadership della coalizione di centrodestra a Frosinone. Poco da girarci intorno.

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