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Frosinone

Si fa presto a dire “apertura”

La netta frenata dei gruppi delle opposizioni, che non si fidano della “precarietà” della maggioranza. Ma dietro le quinte le manovre continuano, soprattutto singolarmente. Nel centrodestra i soliti veti

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Vincenzo Iacovissi e Andrea Turriziani. Dietro: Francesca Campagiorni e Claudio Caparrelli

E le opposizioni? Forse qualcuno, troppo sbrigativamente, aveva dato per scontato aperture politiche e amministrative che non ci sono state. Però al tempo stesso sarebbe sbagliato ragionare su chiusure rigide. Di certo la frenata è stata forte, evidente e perfino esibita. Per un motivo: la situazione all’interno del centrodestra è troppo confusa e trasmette un senso di “precarietà” che induce alla cautela. Detto in altri termini: perché avventurarsi in un’operazione di “soccorso” se poi comunque i numeri non ci sono e magari si torna alle urne? Fra l’altro in questo due anni il centrosinistra non ha certo brillato per unità di strategie e di intenti e la stessa coalizione che ha sostenuto Domenico Marzi appare sfilacciata. Mentre Vincenzo Iacovissi (Partito Socialista) è rimasto sulla sua posizione autonoma.

I tre consiglieri del Partito Democratico, Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi, non hanno usato mezze misure nella loro presa di posizione. Rilevando: «La giunta comunale continua a “giocare” con le consultazioni e la verifica, tralasciando la soluzione dei problemi concreti della città. Il Pd non farà mai da stampella ad una Amministrazione litigiosa, poco incline al dialogo e dai pochi contenuti amministrativi». L’ex sindaco Domenico Marzi, leader della civica che porta il suo nome (e della quale fanno parte pure Alessandra Mandarelli, Carlo Gagliardi e Armando Papetti), in più di qualche occasione ha fatto capire che potrebbero esserci delle convergenze su singoli temi amministrativi caratterizzanti per la città. Aggiungendo però di non vederli. Inoltre è chiaro a tutti che la prospettiva di un cosiddetto “governo di salute pubblica” dovrebbe avere come presupposto l’annullamento dei confini politici. Un po’ troppo per chiunque considerando che due anni fa c’è stata una sfida dal netto sapore politico. Inoltre Frosinone è un capoluogo di provincia: dinamiche e scelte avrebbero degli effetti pure sul piano regionale.

Tra Riccardo Mastrangeli e la Lista Marini ci sono stati indubbiamente dei segnali precisi negli ultimi dodici mesi. Mai però è stato effettuato un passo di tipo politico. Non è sfuggito a nessuno che l’atteggiamento del consigliere Andrea Turriziani è più cauto da diverse settimane. Il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli ha sostenuto apertamente la candidatura di Mario Abbruzzese (Lega) alle recenti europee. Inoltre per dieci anni ha fatto parte della coalizione che ha appoggiato il sindaco Nicola Ottaviani. Ma nel 2022 ha concorso nel centrosinistra, a supporto di Domenico Marzi. Esprime due consiglieri: Claudio Caparrelli e Francesca Campagiorni. C’è un altro elemento da considerare: nel centrodestra i veti su una eventuale apertura al Polo Civico sono scattati un anno fa. Sia da parte di Fratelli d’Italia che della Lista per Frosinone. Vincenzo Iacovissi (Psi) va avanti per la sua strada. Sul piano amministrativo potrebbe valutare singole delibere, su quello politico il discorso cambia.

Uno sguardo ai numeri: la maggioranza sulla carta conta 22 consiglieri, ma i 5 “dissidenti” da tempo si fanno sentire. Dunque in realtà al momento si scende a quota 17. Le opposizioni in totale contano 11 esponenti. In realtà c’è un altro scenario perennemente attivo dietro le quinte. Vale a dire le manovre dei singoli partiti o leader della maggioranza per convincere alcuni esponenti attualmente nel centrosinistra a spostarsi sulle sponde del centrodestra. Una variabile che potrebbe determinare qualche cambio degli equilibri e degli scenari. Ma attenzione perché vale sempre il discorso fatto prima. Sintetizzabile in questa domanda: tra i partiti del centrodestra chi si assumerebbe la responsabilità di una rottura del quadro politico di un capoluogo come Frosinone nel momento in cui la coalizione governa la Regione Lazio? Non che lo scenario non possa concretizzarsi, ma tutti hanno la consapevolezza che stavolta chi rompe, paga. In termini di prezzo politico.

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