Spazio satira
L'intervista
05.06.2024 - 13:01
Antonella Sberna, candidata di Fratelli d’Italia alle elezioni europee
Antonella Sberna è candidata alle elezioni europee con Fratelli d’Italia nella circoscrizione Centro. Sposata e mamma di tre bambine, ha avuto esperienze di collaborazione al Parlamento europeo. È stata assessore ai servizi sociali, ai rapporti con l’Europa e alle politiche giovanili del Comune di Viterbo, dove è stata sempre eletta con largo consenso e dove ricopre tuttora l’incarico di consigliere comunale del gruppo FdI.
Perché ha scelto di candidarsi alle europee?
«Perché penso che una forte affermazione di Fratelli d’Italia a queste elezioni permetterà una svolta in Europa consentendo al nostro Paese di rafforzarsi all’interno della Ue grazie ad un’azione ancora più forte ed incisiva del nostro governo. E di Giorgia Meloni in particolare. Con un ruolo forte e consistente del gruppo dei Conservatori potremo davvero realizzare il progetto di un’Europa dei popoli rispettosa delle identità dei singoli Stati, che lasci liberi i governi nazionali di decidere le proprie politiche, ma unita e solidale sui grandi problemi e le grandi sfide internazionali. Con Giorgia Meloni l’Italia ha già acquisito più peso in Europa: è sotto gli occhi di tutti. È un capo di governo apprezzata e stimata dai leader europei, che in questi mesi ha cercato di tutelare gli interessi italiani senza alcuna conseguenza negativa per il nostro Paese. Ha dimostrato come si può stare in Europa anche difendendo il diritto alla piena sovranità nazionale. Ed è ciò che intendiamo fare».
Quanto ha inciso l’esperienza di assessore alle politiche sociali di Viterbo nella sua formazione? E quanto peserà in caso di elezione?
«Sono stata assessore alle politiche sociali del Comune di Viterbo e mi sono trovata proprio a gestire il difficile periodo della pandemia. Ho visto personalmente come una politica fatta soltanto di tagli sia insostenibile. Durante il periodo del Covid ci siamo trovati a dover fronteggiare l’emergenza causata da anni di politiche rigoriste che avevano tagliato i servizi, i posti letto, i reparti di terapia intensiva. Ho capito quindi quanto sia importante tornare ad una politica che promuova la crescita e lo sviluppo e che sappia coniugare la tenuta dei conti pubblici con la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Per questo mi riconosco pienamente nel programma di Fratelli d’Italia che punta a rivedere il Patto di stabilità per tornare ad una politica degli investimenti e delle opportunità, promuovendo il volto di un’Europa meno burocratica e più sociale. Inoltre riteniamo fondamentale alleggerire il peso dei regolamenti e delle direttive. Quando si deciderà di intervenire per regolamentare determinate materie dovremo valutare attentamente gli impatti che certe direttive potranno avere sui cittadini, sulle categorie produttive e sull’economia del nostro Paese in generale. Penso su tutto alla transizione energetica. Non è possibile che siano i cittadini e le imprese a pagare i costi della transizione green, imponendo l’auto elettrica e le case ecologiche, ma dobbiamo promuovere politiche di concreto aiuto e sostegno a chi intende investire sulle nuove e moderne tecnologie, sull’innovazione e sulle energie rinnovabili, senza minacciare o imporre sanzioni o misure capestro destinate ad aumentare la tensione sociale e infiammando le piazze. Come è avvenuto recentemente nei confronti del mondo agricolo. Infine, come madre di tre figli voglio portare un contributo fattivo per invertire il trend negativo che riguarda la natalità, contribuendo ad incentivare politiche in favore della maternità e aiutando concretamente le famiglie come ho fatto da assessore».
Cosa devono aspettarsi i cittadini da queste elezioni?
«L’Europa è stata percepita in tutti questi anni come “nemica” del benessere e dello sviluppo dei popoli ed è quindi fondamentale cambiare radicalmente l’impostazione burocratica e tecno-finanziaria. Aggiungiamo pure che dall’Europa sono arrivate spesso direttive insostenibili che sono sembrate mirate a penalizzare settori economici specifici, vedi gli agricoltori, i balneari, con l’introduzione di misure che hanno provocato malcontento e tensione sociale».
Il Lazio e le province cosa possono attendersi dall’Europa nei prossimi cinque anni?
«Devono aspettarsi un’attenzione speciale. Il Lazio è un territorio ricco di risorse e la sua forza sta propria nella diversità che le sue province possono offrire. Ognuna con proprie caratteristiche e diverse prospettive di sviluppo. La giunta regionale a guida centrodestra sta puntando molto a valorizzare il ruolo dei territori, “investendo” proprio sul loro essere diversi, ma al tempo stesso parte di un unico grande territorio che è appunto il Lazio. Abbiamo un tessuto economico e produttivo fatto di industrie, piccole e medie imprese, attività agricole, ricchezze culturali e turistiche, antichi borghi e i centri storici di indiscutibile pregio, bellezze storiche, paesaggistiche e ambientali di assoluta qualità. Dobbiamo mettere tutto questo patrimonio a sistema. L’Europa può giocare un ruolo attivo nel creare e coordinare grandi opportunità per questi territori, fatte di progetti, investimenti, strategie condivise da programmare e calare sulle singole realtà territoriali con una forte sinergia con la Regione a guida centrodestra. Un impegno che mi sento di assumere ed onorare».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione