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L'intervista

Roberta Angelilli: «La svolta del Consorzio in quattro mosse»

La vicepresidente del Lazio: «Clima di ottima collaborazione, già operativi importanti tavoli»

Roberta angelilli

Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore allo sviluppo industriale della Regione Lazio

Il Consorzio è baricentrico per le politiche economiche del Lazio. Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore regionale allo sviluppo industriale, sta seguendo in prima persona un passaggio tanto importante quanto delicato. La nomina a commissario del Consorzio del professor Raffaele Trequattrini va letta nel contesto di una competenza necessaria ad accelerare i tempi per definire i confini di una nuova “mission”. Inoltre proprio in questi giorni Roberta Angelilli ha partecipato a vertici fondamentali per quanto concerne l’orizzonte industriale del Lazio. L’abbiamo intervistata.

Allora vicepresidente, Consorzio industriale sempre più strategico. Come procede il confronto con il commissario Trequattrini?
«Benissimo. Si è instaurato un clima di ottima collaborazione, con un confronto fitto e positivo tra la Regione e il Consorzio. Sono operativi tre tavoli. Anzi, quattro».

Ne parliamo?
«Certamente. Il primo è quello finalizzato alla stesura del nuovo Statuto e degli assetti della governance. Ci sono state tre sedute che dimostrano la volontà di rispettare i tempi. Il livello di questo tavolo è molto alto per la partecipazione di tecnici e giuristi. Tra i nostri obiettivi c’è anche quello di allargare la platea dei soci del Consorzio. Penso all’ingresso di Comuni come Roma, Civitavecchia, Civita Castellana. Il Consorzio dovrà diventare un formidabile catalizzatore di investimenti. E un punto di riferimento per Comuni, enti, associazioni, imprese. Vogliamo un Consorzio “sfidante” e competitivo».

Proseguiamo con i tavoli.
«C’è quello della “due diligence”. Per capire se ci sono spazi per un’azione di spending review: se ci sono possibilità di razionalizzazione della spesa, vanno colte. Gli sprechi (se accertati) vanno eliminati. Il terzo tavolo è quello dei 45 milioni di euro per interventi infrastrutturali per le aree industriali del Lazio: fondi che abbiamo sbloccato dopo tanti anni. Un grande risultato che abbiamo raggiunto grazie ad una stretta collaborazione con il ministro Raffaele Fitto. Parliamo di progetti che andavano assolutamente recuperati e inseriti nella lista delle opere da finanziare con i fondi europei per lo sviluppo regionale. Il termine chiave è “programmazione”. Abbiamo una tabella di marcia precisa e l’imperativo categorico è quello di far sì che venga speso ogni singolo euro dei 45 milioni a disposizione».

E il quarto tavolo?
«In questi giorni ho partecipato a una conferenza delle Regioni a Trieste. Il punto è molto semplice e coincide con l’oggetto del vertice: attrazione degli investimenti. Nell’ambito di un’azione sinergica tra le Regioni e alcuni Ministeri: delle imprese e del made in Italy, degli esteri, dell’ambiente. E altri naturalmente. Le aree industriale devono diventare sempre più attrattive per gli investimenti internazionali. Su questo punto domani (oggi per chi legge, ndr) ho un incontro con Unindustria e altre associazioni. La prossima settimana ho intenzione di portare l’argomento all’attenzione di tutti i soci del Consorzio. E di coinvolgere nel dibattito le parti sociali. È fondamentale prevedere degli interventi giuridici e legislativi per il territorio. Si tratta di una tematica importante, che stanno valutando ministri come Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso».

Insomma, la vocazione industriale del Lazio rimane centrale anche in prospettiva.
«E come potrebbe non esserlo? Ci mancherebbe altro. Il Lazio esprime la seconda economia italiana, poco sotto la Lombardia. Ci sono eccellenze assolute come il chimico-farmaceutico, l’aerospazio e l’automotive, ma tutti i settori sono importanti. Proprio per questa vocazione industriale la nostra regione ha bisogno di investimenti, di risorse, di progetti che aiutino lo sviluppo. Dobbiamo puntare sempre di più e con maggiore convinzione sull’innovazione tecnologica, sulla digitalizzazione, sulla formazione. C’è un dato che dobbiamo tutti analizzare con grande attenzione: nel Lazio ci sono mezzo milione di imprese (tra piccole, medie, grandi e multinazionali) e mancano mezzo milione di figure specialistiche. Per questo motivo la formazione è vitale. Essere attrattivi per gli investimenti significa valorizzare le competenze e alzare costantemente il livello dell’innovazione tecnologica. Allo stesso tempo consideriamo importanti gli Istituti di formazione. Ci sono le condizioni per generare un circuito virtuoso ed è quello che vogliamo e dobbiamo fare. Nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale. Aggiungo che nei prossimi giorni partiranno bandi per 115 milioni di euro rivolti all’imprenditoria femminile ma anche all’efficientamento energetico. Poi ci saranno altri bandi (280 milioni di euro) per efficientare le strutture pubbliche, investire sull’economia circolare e sul green».

Lei ha detto che nel prossimo futuro l’Europa dovrà guardare ai territori sempre di più.
«Confermo. È assolutamente fondamentale accendere i riflettori su alcune proposte che mi auguro possano far parte dell’attualità politica e della campagna elettorale per le europee. A cominciare dagli aiuti di Stato: aprire una negoziazione sarebbe sicuramente importante. Si può fare, come è stato dimostrato a proposito dei fondi del Pnrr. Ribadisco quanto sempre dichiarato: la Commissione Europea nel prossimo futuro dovrà calarsi nei territori. Il Lazio confina con Regioni inserite nella Zes unica. La Zona Economica Speciale rappresenta un’opportunità straordinaria, ma è evidente che per le regioni confinanti c’è un problema obiettivo con il quale fare i conti. Su un tema come questo l’Unione Europea potrebbe intervenire. Aggiungo che la Regione Lazio ha spalancato le porte alle imprese, alle associazioni di categoria e alle parti sociali. Non esiste un solo avviso o un singolo finanziamento che non abbiamo condiviso con il territorio. È un fattore centrale. Così come si stanno vedendo le possibilità determinate dalle sinergie con le istituzioni nazionali. Come dimostra la vicenda dei 45 milioni di euro sbloccati per il Consorzio industriale. Siamo in un momento storico ed economico nel quale vanno intercettati fondi e finanziamenti per lo sviluppo dei territori. È esattamente questa la rotta che abbiamo tracciato».

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