La stanza della domenica
04.02.2024 - 12:00
Presidente e amministratore delegato di Ales (Arte Lavoro e Servizi), la società in house del Ministero della Cultura impegnata «in attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano». Un incarico di primo livello per Fabio Tagliaferri, più volte assessore comunale a Frosinone e coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia. Era nell'aria, ma in politica spesso ciò che viene annunciato sfuma all'ultimo istante utile. Non è stato così questa volta.
L'effetto collaterale di questa situazione è la necessità di indicare il sostituto in giunta da parte di Fratelli d'Italia. Non solo: sembra che l'occasione possa essere colta al volo per procedere ad un rimpasto nell'esecutivo. I segnali sono concordanti: potrebbe entrare Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo). A questo punto però la domanda è d'obbligo: sono maturi i tempi per una verifica sia politica che amministrativa? Dipenderà più dal sindaco Riccardo Mastrangeli che dai partiti.
Il nodo è sempre lo stesso: la posizione dei consiglieri Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella, Giovanni Bortone. Nessuno dei tre ha firmato la mozione di fiducia al primo cittadino ad ottobre. Per questo motivo sono state tolte le deleghe a Pizzutelli e Bortone. Non si può dire che i tre facciano parte organicamente della maggioranza. Ma neppure che ne siano irrimediabilmente fuori. Un appoggio programmatico "pratica per pratica" non sarà mai la soluzione. I temi sono semplici. Mastrangeli li vuole "recuperare"? I tre vogliono essere "recuperati"? Fin quando non spariranno i punti interrogativi si resterà in una sorta di limbo dantesco. "Tra color che son sospesi". Con più di tre anni di consiliatura davanti non è il massimo. Anche perché prima o poi le opposizioni batteranno un colpo.
Provincia e Consorzio: il ciclo dell'eterno rinvio
Una fumata nera dietro l'altra. Sull'attribuzione delle deleghe ai consiglieri provinciali. Un passaggio che doveva essere effettuato in pochi giorni. Invece è trascorso più di un mese. Inutile avventurarsi sul terreno delle responsabilità politiche. Lo scaricabarile impera. Semmai verrebbe da chiedersi cosa succederebbe se si tornasse al modello precedente alla Delrio. Vale a dire: elezione diretta di presidente e consiglieri, nomina degli assessori e tutto il resto. Luca Di Stefano attribuirà le deleghe a tutti i dodici consiglieri. In maniera bipartisan quindi. Di operativo c'è poco, è più che altro una questione di rappresentanza.
A dimostrazione, però, di quanto contino i ruoli per i partiti. In ogni caso non sembra esserci alcuna fretta per la fumata bianca. Per quanto riguarda il Consorzio industriale regionale unico, il commissariamento c'è stato a dicembre. La nomina del commissario doveva essere questione di poche settimane, invece è trascorso l'intero mese di gennaio. Segno che non è semplice per nessuno trovare la quadra. Neppure per un centrodestra che ha stravinto le elezioni regionali un anno fa e che viaggia ancora su quell'onda lunga. Il fatto è che le coalizioni sono più dettate dai sistemi elettorali che da una vera convergenza amministrativa e politica.
Mentre nel Partito Democratico le divisioni tra le correnti sono ormai una costante. Inoltre, siccome ormai si sono ristretti moltissimo gli spazi di rappresentanza per i territori sia a livello parlamentare che regionale, gli incarichi e le "caselle" locali assumono una valenza enorme. Non fosse altro per il fatto che servono sia a motivare che a dare un minimo di soddisfazione a chi fa attività di partito. C'è poi un altro elemento da considerare.
Tra pochi mesi si vota sia per le europee che per le amministrative (in 36 Comuni, tra i quali Cassino e Veroli). È un fatto che l'affluenza è in discesa da tempo. Dunque è evidente che l'impegno degli amministratori locali diventa imprescindibile nello scacchiere dei partiti. Di conseguenza scegliere vuol dire inevitabilmente aumentare l'elenco degli scontenti, alimentando malumori. Decidere di non decidere (almeno per un po') può servire. Se non altro a far decantare alcune situazioni. Quanto all'aspetto operativo, evidentemente può attendere.
La questione industriale resta al centro
Domani a Roma vertice importante per il futuro della Reno De Medici. L'azienda sta analizzando con grande attenzione le prescrizioni contenute nell'autorizzazione ambientale integrata. Per capire se sia possibile ripartire. E come. In questi ultimi giorni c'è stato anche un dibattito a distanza molto acceso su Stellantis. Da una parte il numero uno del gruppo Carlos Tavares, dall'altra Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy. Ora, indipendentemente dalla dimensione internazionale di Stellantis, è evidente che qualunque tipo di decisione è destinata ad avere dei riflessi pure in questo territorio.
In provincia di Frosinone lo sviluppo industriale, produttivo ed economico è stato possibile anche e soprattutto grazie all'apertura dello stabilimento della Fiat. Altre epoche sicuramente. Ma il nodo da sciogliere oggi rimane in ogni caso quello del ruolo e del peso dell'industria. Da un report del Centro Studi di Unindustria è emerso chiaramente che il contributo al valore aggiunto del settore è fondamentale. E «che il territorio dimostra una notevole integrazione nei mercati internazionali».
Ecco perché il tema delle autorizzazioni ambientali e delle risposte rapide da parte della burocrazia conserva una centralità irrinunciabile. Quello che si fatica a vedere è un impegno bipartisan della classe politica su determinate tematiche.
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