Cerca

L'analisi

Mezzogiorno di pace. Accordo sui revisori nella maggioranza

Decisiva una telefonata di Trancassini a Mastrangeli. Via libera alla proposta di FdI in una cornice di “ragion politica”

Mezzogiorno di pace. Accordo sui revisori nella maggioranza

Un'immagine dei banchi della giunta

C'è l'accordo nella maggioranza di centrodestra sulla questione riguardante la nomina del collegio dei revisori dei conti per il triennio 2023-2026. La svolta ieri mattina, dopo che per giorni la contrapposizione era stata fortissima. Con l'ennesimo braccio di ferro tra Fratelli d'Italia e Lega. Poi però è subentrata la "ragion politica" ed è stato trovato un "punto di caduta". Condiviso dall'intera coalizione.

Per mercoledì prossimo è stata convocata la riunione del consiglio comunale sul question time, vale a dire la risposta alle interrogazioni e alle interpellanze. Per quanto riguarda la seduta ordinaria, potrebbe essere fissata nella stessa giornata. Ma a deciderlo sarà la conferenza dei capigruppo nei prossimi giorni. In ogni caso il tema all'ordine del giorno sarà uno soltanto: la nomina del collegio dei revisori dei conti. Due componenti vengono indicati a seguito di un procedimento di estrazione a sorte da parte della Prefettura. Naturalmente tra professionisti inseriti in un apposito elenco. Per quanto riguarda invece il presidente, viene scelto dal consiglio comunale a seguito di una votazione a scrutinio segreto.

I nominativi sono otto, anche in questo caso di persone inserite in un elenco ad hoc. Si era arrivati ad un passo dalla frattura: divergenti le posizioni di Fratelli d'Italia e della Lega. Si tratta di un tema che rientra nelle competenze del consiglio comunale. Ragione per la quale il sindaco Riccardo Mastrangeli si era tenuto fuori dalla discussione, che però rischiava di aprire la crisi all'interno della maggioranza di centrodestra.

Cosa è successo
La svolta all'ora di pranzo di ieri, quando era stata convocata la seduta della giunta. Non è passato inosservato un vertice a tre fra il sindaco Riccardo Mastrangeli, il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri e l'assessore al bilancio e alle finanze Adriano Piacentini. Poi il summit tra Massimiliano Tagliaferri, Adriano Piacentini e Fabio Tagliaferri, assessore ai servizi sociali ma pure coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia. A sbloccare la situazione sembra sia stata una telefonata dell'altro ieri di Paolo Trancassini (deputato e coordinatore regionale di Fratelli d'Italia) al sindaco Riccardo Mastrangeli. Qualunque cosa si siano detti, è il significato politico della situazione ad essere predominante. Evidente che FdI ha chiesto al primo cittadino una soluzione di tipo politico. Ergo, il via libera all'indicazione avanzata dal partito di Giorgia Meloni nei giorni scorsi. Attraverso Fabio Tagliaferri. Questo ha consentito a tutti di trovare una via di uscita. Allo stesso tempo è stata confermata l'importanza strategica del Comune capoluogo nello scacchiere regionale del centrodestra. Una rottura del quadro politico a pochi mesi dalle europee e delle amministrative avrebbe avuto delle conseguenze molto forti. Tanto più che alla Regione Lazio ci sono un presidente, una giunta e una maggioranza di centrodestra. È passata la linea di Fratelli d'Italia nell'ottica di una soluzione politica sollecitata dai livelli regionali. Poi c'è stato l'ultimo passaggio, rappresentato dalla riunione dei capigruppo del centrodestra. L'intesa c'è: adesso si tratta di "ratificarla" in consiglio comunale. Con la consapevolezza che chi dovesse sfilarsi si pone automaticamente fuori dal perimetro della coalizione. Tutto ciò non toglie che nel centrodestra cittadino si è arrivati all'ennesima tregua armata. Concetto molto diverso (e lontano) da una pace vera.

Tamburi di guerra
Fino a ieri mattina all'interno della maggioranza risuonavano tamburi di guerra. Al punto che dal centrodestra erano partite diverse telefonate all'indirizzo degli esponenti delle opposizioni. Segnale evidente di come si stessero facendo i conti sui possibili numeri in aula. Da una parte c'era Fratelli d'Italia, che esprime 4 consiglieri. E che probabilmente contava di avere dalla sua parte, in fase di votazione, anche i consiglieri Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega). E Maurizio Scaccia (Forza Italia). Sull'altro versante la Lega, con il consigliere Dino Iannarilli, ma pure con i gruppi della Lista Ottaviani (5 esponenti) e della Lista per Frosinone (3). Sperando nella convergenza pure di Cinzia Fabrizi (Forza Italia) e Francesco Pallone (Lista Mastrangeli). Due possibili schieramenti, con una base di partenza, rispettivamente, di otto e undici consiglieri. Il che avrebbe voluto dire che intanto sarebbero stati importanti le decisioni del sindaco Riccardo Mastrangeli e dei consiglieri Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo) e Mauro Vicano (lista civica). In secondo luogo però sarebbero state determinanti le scelte dei consiglieri delle opposizioni. Infatti era iniziato un giro di telefonate a raffica. Anche se la minoranze a quel punto avrebbero avuto gioco facile a chiamarsi fuori per far emergere la "conta" all'interno della maggioranza.

Il precedente delle provinciali
La sensazione forte era quella della volontà di una resa dei conti dopo l'esito delle provinciali. Ricordiamo che Sergio Crescenzi (Fratelli d'Italia) e Maurizio Scaccia (Forza Italia) hanno sfiorato l'elezione a consigliere per un solo voto ponderato del Comune di Frosinone. Non sono mancati malumori e polemiche a distanza e questa situazione ha influito pure sul confronto a distanza degli ultimi giorni. Completamente diversa la situazione relativa ad Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli) e Giovanni Bortone (Lega). Ad ottobre la frattura culminata con la revoca delle deleghe ai consiglieri Pizzutelli e Bortone. A questo punto però bisognerà capire se l'intesa raggiunta ieri sul piano politico può rappresentare un punto di svolta anche per cercare di ritrovare un'unità sostanziale all'interno della maggioranza di centrodestra. In ogni caso la "tregua armata" consente a tutti di poter avere più a tempo a disposizione per cercare di abbassare i toni. Perché fino a ieri mattina la sensazione forte era che in diversi stessero cercando una sorta di "incidente di percorso" per far saltare gli equilibri e gli impegni. La prova del nove si avrà soltanto sul bilancio, che sarà votato tra marzo e aprile. Comunque il salto di qualità potrà avvenire soltanto se sarà ritrovata un'armonia reale sul programma e sugli assetti. Altrimenti la partita a scacchi riprenderà. Sullo sfondo tutte le opzioni: elezioni anticipate, governissimo, azzeramento delle deleghe in giunta. Anche se Riccardo Mastrangeli appare intenzionato ad andare avanti con un'impostazione programmatica. Però è un fatto che da mesi le fibrillazioni si rincorrono e che in consiglio comunale negli ultimi mesi si è rimasti costantemente lontani dai numeri registrati in occasione dell'approvazione del documento contabile e degli equilibri di bilancio. Vale a dire 22 voti su 22.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione

Ultime dalla sezione