Spazio satira
La situazione
26.09.2023 - 14:00
Un momento della riunione della conferenza dei capigruppo
La seduta del consiglio provinciale è stata fissata per venerdì 29 settembre alle ore 17.30. Ieri si è svolta la conferenza dei capigruppo, convocata da Gianluca Quadrini (consigliere delegato al coordinamento dei lavori dell'aula). Questi i punti all'ordine del giorno: stazione unica appaltante, approvazione schema nuova convenzione; regolamento per l'applicazione del principio di rotazione nelle procedure di cui all'articolo 50 del decreto legislativo numero 36 del 31 marzo 2023; approvazione del bilancio consolidato anno 2022.
L'incontro si è svolto in presenza presso la sala Giunta della Provincia di Frosinone, anche se diversi consiglieri erano collegati da remoto. Spiega Gianluca Quadrini: «Ho convocato per oggi (ndr: ieri per chi legge) la conferenza dei capigruppo al fine di discutere e mettere in atto i punti all'ordine del giorno del prossimo consiglio provinciale». Quadrini aggiunge «che tutti i capigruppo hanno deciso di fare una mozione per il mantenimento a Frosinone dell'aeroporto militare Moscardini». È da tempo che non si riuniva il consiglio provinciale. Fra l'altro mancano meno di tre mesi ad un appuntamento politico fondamentale: le consultazioni per il rinnovo dei dodici consiglieri.
Fino a poche settimane fa sembrava che il 2024 potesse essere l'anno del ritorno all'elezione diretta, sia del presidente che dei consiglieri. Ma ormai pare proprio che questo scenario sia destinato a slittare nel 2025. Il che significa che ancora una volta, come negli ultimi dieci anni, si andrà alle urne con la legge Delrio. A votare saranno sindaci e consiglieri dei 91 Comuni. Con i livelli di rappresentanza che si sono ridotti, le provinciali rappresentano un appuntamento al quale i partiti guardano con grande attenzione. Ma c'è pure un altro aspetto che va considerato: già la fase delle candidature sarà molto indicativa per capire gli equilibri e i rapporti di forza all'interno dei partiti. Perché si capirà chi punta su chi. Poi c'è la fase della conta vera e propria, parametrata sul sistema del voto ponderato. In quel momento si capirà quale elemento sarà stato prevalente tra la disciplina di partito e i malumori. È già successo.
Il presidente Luca Di Stefano, invece, ha altri tre anni di mandato davanti: attende dunque il nuovo assetto del consiglio e sa che dovrà attribuire nuovamente le deleghe. Non solo: prima o poi si tornerà al sistema dell'elezione diretta e in quel momento cambieranno tutte le prospettive. Con gli schieramenti che dovranno decidere come procedere. L'unità non è affatto scontata, considerando le difficoltà che si sono registrate tra Fratelli d'Italia e la Lega da una parte e nel centrosinistra dall'altra. Nessuno potrà farsi trovare impreparato.
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