Spazio satira
Governance Poll
11.07.2023 - 11:30
Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli
Decimo posto di Francesco Rocca nella classifica dei Governatori, trentaseiesimo di Riccardo Mastrangeli in quella dei Sindaci. Buoni risultati per entrambi nella classifica Governance Poll 2023. Parliamo dello studio realizzato da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore. Il campione è stato composto da 1.000 elettori in ogni Regione e 600 in ogni Comune, disaggregati per sesso, età ed area di residenza. Non sono stati presi in considerazione i Comuni in cui il sindaco è stato eletto nel 2023. Interviste effettuate dal 15 maggio al 30 giugno scorsi. Poi c'è la modalità di somministrazione dei questionari: interviste con sistemi misti (telefoniche con sistema Cati, telematiche tramite il sistema Cawi e con il sistema Tempo Reale).
Il gradimento di Francesco Rocca è del 54%, con un aumento dello 0,1% rispetto alla percentuale ottenuta cinque mesi fa quando è stato eletto presidente della Regione Lazio. Per il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli il gradimento è del 55%, vale a dire un -0,3% con riferimento alla cifra ottenuta al ballottaggio di un anno fa. Ma c'è un ulteriore elemento da considerare. Al primo turno Mastrangeli aveva ottenuto il 49,3%: il che significa che è quello il risultato da tenere maggiormente in considerazione. Rispetto al quale dunque c'è un +5,7%.
I presidenti di Regione
In testa alla classifica dei Governatori c'è Stefano Bonaccini (Emilia Romagna). L'esponente del Pd guadagna il 4% rispetto al 2022 e addirittura fa segnare un +17,6% con riferimento al giorno dell'elezione. Al secondo posto c'è il leghista Luca Zaia (Veneto), con il 68,5%: perde l'1,5% relativamente a dodici mesi fa, l'8,3% con riferimento al giorno dell'elezione. Al terzo posto l'esponente del Carroccio Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) con il 64%: -4% se il confronto è con il 2022, -0,2% con riferimento al giorno dell'elezione. Dicevamo del decimo posto di Francesco Rocca con il 54%. Il quale è in carica da appena cinque mesi: questo vuol dire che il consenso rimane inalterato. Il consenso medio nazionale dei presidenti di Regione è del 53,4%, salito di oltre tre punti percentuali rispetto a quello della rilevazione precedente di Governance Poll. Francesco Rocca precede Renato Schifani (Sicilia), Vito Bardi (Basilicata), Francesco Acquaroli (Marche), Marco Marsilio (Abruzzo), Eugenio Giani (Toscana), Michele Emiliano (Puglia), Christian Solinas (Sardegna). Il presidente del Lazio è appena dietro a Vincenzo De Luca (Campania), che ha il 54,5%. Tornando al Lazio, lo scorso anno Nicola Zingaretti aveva una percentuale di popolarità del 37%: con un 6% in meno rispetto all'anno precedente. Sempre nel 2022 sul podio c'erano Luca Zaia (70%), Massimiliano Fedriga (68%) e Stefano Bonaccini (65%). Il presidente dell'Emilia Romagna ha concorso per la segreteria nazionale del Pd. Dopo essere passato in testa nel voto dei circoli (e quindi degli iscritti), Bonaccini è stato superato alle primarie da Elly Schlein. Ha scritto Il Sole 24 Ore nell'edizione di ieri: «Certo per Bonaccini, che gli iscritti del Pd avrebbero accolto alla segreteria del partito al contrario degli elettori alle primarie, e che molti cittadini romagnoli avrebbero visto con favore al posto di commissario per il post-alluvione, a differenza del Governo che ha invece nominato il generale Figliuolo, la vittoria al Governance Poll può rappresentare un importante premio di consolazione. Ma non può essere inquadrata come un exploit. Perché il presidente dell'Emilia Romagna occupa per tradizione un posto d'onore nel Governance Poll: lo scorso anno tallonava la coppia leghista del Nord-Est che ora è riuscito a mettersi alle spalle; nel 2021 correva al secondo posto appena dietro a Zaia, e così via».
I primi cittadini
La classifica dei sindaci è stata vinta da Giuseppe Sala (Milano), con il 65%: +7,3% rispetto al giorno dell'elezione. Al secondo posto Marco Fioravanti (Ascoli Piceno) con il 64,5%: +5,2%. Alterzo Antonio Decaro con il 64% (-2,3%). Riccardo Mastrangeli è al trentaseiesimo posto con il 55%. Al ballottaggio aveva ottenuto il 55,3%, ma al primo turno era stata del 49,3%. Il punto è che in dodici mesi Mastrangeli si è esposto molto anche su temi impopolari. A cominciare dalla mobilità urbana e dalle piste ciclabili, che hanno provocato diverse proteste. Soprattutto allo Scalo. Non sono mancati problemi neppure all'interno della maggioranza su questi argomenti. Però il consenso e la popolarità del sindaco non sono stati intaccati. Lo stesso Mastrangeli nelle scorse settimane, dopo alcune fibrillazioni all'interno della maggioranza di centrodestra, non aveva escluso l'ipotesi di elezioni anticipate. Il che vuol dire che ha il polso della situazione. Sulla mobilità urbana Mastrangeli ha detto in un'intervista a Ciociaria Oggi: «Frosinone deve seguire l'esempio delle città più avanzate, mettendo in atto una vera e propria rivoluzione della mobilità, con un passaggio deciso dal trasporto privato al trasporto pubblico anche a tutela delle fasce sociali più deboli che nel futuro avranno difficoltà economiche ad acquistare un'auto nuova con motore ecologico. Per questo motivo, stiamo progettando piste ciclabili che partano dalla parte più distale di Corso Lazio e arrivino a Madonna della Neve, per poi tornare indietro sulla Monti Lepini e ricongiungersi. Stiamo progettando inoltre un collegamento rapido con bus elettrico su corsia dedicata che parta dalla zona Stazione e raggiunga la zona Aldo Moro in meno di dieci minuti e viceversa, in sinergia con lo snodo rappresentato dell'ascensore inclinato, che porti gli utenti nella parte alta di Frosinone e viceversa sempre in massimo dieci minuti dal punto di partenza nella parte bassa. L'obiettivo fondamentale per rendere appetibile il sistema di mobilità pubblica è permettere alle persone di raggiungere qualsiasi area del nucleo urbano del capoluogo in meno di dieci minuti, comportando, come logica conseguenza, la riduzione sia del traffico veicolare privato che del trasporto pubblico che arriva in città da fuori». Temi evidentemente non semplici. Nella sua analisi sul quotidiano Il Sole 24 Ore Antonio Noto ha sottolineato: «In generale si può affermare che nel giudizio della comunità cala il "pregiudizio" dell'appartenenza politica. Chi governa è valutato più per l'attività amministrativa che per il partito cui appartiene». Un ragionamento che vale ad ogni livello, sia per i presidenti delle Regioni che per i sindaci.
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