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L'analisi

Governance Saf, contropiede Lega. Verso la conta

Ecco il documento del Carroccio rivolto ai sindaci. Tentativi per ricomporre il centrodestra in vista dell'assemblea dei soci

Governance Saf, contropiede Lega. Verso la conta

Riccardo Mastrangeli e Nicola Ottaviani

Cinque giorni all'assemblea della Saf. E si sa, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Può succedere di tutto. Nel centrodestra sono in corso manovre e tentativi per compattare la coalizione, anche attraverso un gioco di sponda con la Regione Lazio, che in materia di rifiuti ha le competenze maggiori. Il Partito Democratico ragiona ad un piano "b" qualora questo dovesse succedere, non escludendo una conta in aula. La Provincia si rende conto di poter rappresentare l'ago della bilancia. E infatti il presidente Luca Di Stefano è attentissimo nell'analizzare la situazione. Fratelli d'Italia, guidata dal deputato e coordinatore provinciale Massimo Ruspandini, non scopre le carte.

La Lega "chiama" i sindaci
Il Carroccio sta lavorando ad una soluzione rivolta a tutti i sindaci, indistintamente. Con un "Documento politico ed amministrativo sul rinnovo della struttura e della governance della Saf". A prendere l'iniziativa il deputato e coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, l'assessore regionale Pasquale Ciacciarelli, il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e Mario Abbruzzese. L'obiettivo è coinvolgere la maggioranza degli amministratori. E giovedì sera a Cassino c'è stato un confronto con alcuni primi cittadini. Si legge nel testo del documento: «I sindaci della provincia di Frosinone, in occasione del rinnovo della governance della Saf, Società Ambiente Frosinone, ritengono opportuno ed indispensabile procedere, preliminarmente, ad individuare le linee guida all'interno delle quali dovrà indirizzarsi la mission aziendale dell'ente pubblico economico».

Prosegue: «La Saf dovrà riprogrammare le proprie direttrici di sviluppo e di sostenibilità economico aziendale, riscoprendo le motivazioni e i fini per i quali venne creato tale strumento, prima consortile e poi societario, allo scopo di generare favorevoli economie di scala da parte dei Comuni, per il trattamento dei rifiuti solidi urbani, generando l'abbattimento dei costi fissi, attraverso la gestione condivisa del ciclo chiuso e virtuoso del trattamento». Quindi il documento continua:

«Ogni ipotesi di eventuale conferimento nell'impianto Saf, proveniente dall'esterno della provincia di Frosinone, dovrà costituire, se del caso una quota del tutto residuale e marginale del fatturato e del budget dell'ente, il quale dovrà rimodulare la tipologia e la qualità dei servizi offerti ai Comuni, sulla scorta delle nuove regole e degli standard disegnati dal Green Deal europeo, utilizzando al meglio gli strumenti finanziari del Next Generation Eu, di concerto con i Comuni, la Provincia e la Regione Lazio.

Appare inoltre indispensabile adattare la formula societaria ai principi regolatori ed alle evoluzioni nella materia degli enti pubblici di carattere economico, con evidente ripensamento delle implicazioni sul piano della categoria delle società in house ovvero assoggettate a controllo analogo, come di recente ribadito anche da organismi indipendenti dello Stato, come la Ragioneria Generale dello Stato ed il Mef». Quindi viene ribadito un secco no all'acquisto di «siti di smaltimento presenti sul territorio provinciale, a cominciare da quello di Roccasecca».

Poi la conclusione: «In definitiva, marcando una forte discontinuità con la metodologia e la gestione del recente passato, si ritiene che il ciclo dei rifiuti provenienti dalla raccolta dei solidi urbani debba trovare corretta rivisitazione e riqualificazione, sempre attraverso la leva dell'economicità, all'interno del perimetro provinciale, realizzando l'effettività della tutela dell'ambiente e del territorio, tenuto conto delle enormi criticità collaterali, ancora irrisolte e, forse, neppure affrontate, connesse alla Valle del Sacco». Il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli rileva: «Credo che gli amministratori locali possano e debbano fare la differenza. Il profilo riguardante la società in house o meno è davvero importante e fondamentale».

Cosa può succedere
Fino a pochi giorni fa sembrava che potesse scattare un asse di ferro tra Fratelli d'Italia e Pd. Con questo tipo di schema: Fabio De Angelis (FdI) presidente e Lucio Migliorelli (Pd) amministratore delegato. Con ogni probabilità si andrà ad un consiglio di amministrazione a 5 (attualmente è a 3). Negli ultimi giorni però la situazione è cambiata e nel centrodestra sono stati avviati dei contatti. Puntando molto sul fatto che alla Regione Lazio c'è una giunta di centrodestra, guidata da Francesco Rocca. Il ragionamento della Lega è così traducibile: va bene un cda con la rappresentanza più ampia, ma la maggioranza deve essere della coalizione.

Si potrebbe arrivare a questo tipo di composizione del consiglio del cda: 1 membro di Fratelli d'Italia, 1 della Lega, 1 di Forza Italia, 1 del Pd, 1 in quota alla Provincia. Il centrodestra avrebbe la maggioranza, considerando pure che il presidente Luca Di Stefano ha posto l'Amministrazione Provinciale al centro del panorama politico. L'intesa di ferro con il Pd di Francesco De Angelis non è più quella del dicembre 2022. In un contesto del genere a dare le carte sarebbe il centrodestra.

Non il Partito Democratico. Ma è chiaro che nei Dem è già scattato l'allarme rosso. E la convinzione è quella di avere la maggioranza in assemblea dei soci. Dunque, se lo schema iniziale dovesse saltare, si andrebbe ad una vera e propria conta per l'elezione del presidente. Ricordiamo che i soci della Saf sono 92: i 91 Comuni e la Provincia. I prossimi giorni saranno incandescenti sia sul piano politico che su quello delle strategie. Il pressing sui sindaci, già fortissimo, è destinato a crescere. I leader dei partiti sono in campo. Tutti. Nessuno escluso. Sarà fondamentale non sbagliare i conti con riferimento all'assemblea dei soci. Perché è lì che si farà la differenza.

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