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Piedimonte San Germano

Stellantis, battaglia a oltranza

Continua lo sciopero dei 150 operai dell’indotto a rischio, ieri sigle sindacali e sindaci di Cassino e Piedimonte dal prefetto. L’impegno a rappresentare la grave situazione agli organi di governo superiori e a dialogare con la Regione: i commenti

Stellantis, battaglia a oltranza

Gli operai in sciopero davanti ai cancelli Stellantis

Uno sciopero a oltranza e l’incontro in prefettura con i rappresentanti sindacali unitamente ai sindaci di Cassino e di Piedimonte San Germano. La perdita di 150 posti di lavoro come comune denominatore. È la cronaca di un’altra giornata di battaglia, quella di ieri, che ha visto gli operai fuori dai cancelli dello stabilimento sin dalle 5 del mattino, tra gelo e disperazione, e i loro delegati nella sede della prefettura per tentare di sensibilizzare l’ufficio territoriale di governo. Per tutti la notizia che la grave emergenza verrà portata fino agli organismi superiori attraverso un’informativa. «Abbiamo evidenziato al prefetto - ha detto il primo cittadino di Cassino Enzo Salera - che l’emergenza può trasformarsi in una grave crisi sociale, i lavoratori sono quasi disperati e noi non riusciremo a contenere, con i servizi sociali, quello che potrà giungere da questa situazione.

Il prefetto si è fatto carico di rappresentare agli organi di governo quella che è la nostra preoccupazione e la situazione che si sta delineando. È ovvio che una informativa del prefetto agli organi superiori ha un peso importante», ha concluso. Un’apertura salutata con favore anche dalla Fiom rappresentata dal Segretario Generale Frosinone-Latina Andrea Di Traglia. Un’apertura ad attenzionare le problematiche sull’automotive e, in particolare sulle quattro aziende che entro il 31 dicembre rischiano di dover “imbustare” le lettere di licenziamento. Dall’altra parte un silenzio di Stellantis «che parla» e il pericolo di una emergenza sociale. «Il prefetto rappresenterà ai ministeri competenti - ha detto - la nostra istanza affinché si tenga in forte considerazione la situazione e si è reso anche disponibile a incontrarci nuovamente alla presenza delle aziende». Al di là della necessità di misure straordinarie per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali per tutte le realtà dell’indotto, su queste quattro società è necessario intervenire urgentemente.

Le commesse potrebbero essere prolungate o gli operai internalizzati «con un ponte che porti alle produzioni future di Alfa Romeo Stelvio e Giulia. Nel caso specifico di De Vizia, la soluzione di internalizzazione potrebbe essere quota parte da parte dei comuni, visto che hanno già appalto in essere, e quota parte da Stellantis. Anche perché le 150 famiglie complessive a rischio sono l’apertura di un buco nero che porterà al tracollo dell’indotto se non si interverrà in maniera tempestiva. Subito dopo si arriverà infatti alla componentistica di primo livello. Parliamo di una crisi, quella del settore dell’automotive, che si riflette su tutto il territorio inteso come commercio, ristorazione, luoghi d’incontro».

Gennaro D’Avino, segretario provinciale Uilm, ogni giorno al fianco degli operai, ha schematizzato: «Abbiamo illustrato la grave situazione, abbiamo rimarcato lo stato d’animo dei lavoratori ormai allo stremo. Il prefetto si è fatto carico della situazione e nell’immediato sentirà anche la Regione Lazio, dove c’è un tavolo aperto su Stellantis, insieme agli enti superiori e ci riaggiorneremo per un ulteriore tavolo eventualmente anche con le aziende. La protesta continua, abbiamo poco tempo ormai a disposizione».

Mirko Marsella, segretario provinciale della Fim Cisl ha voluto innanzitutto rivolgere «un grazie al prefetto per averci accolto», per poi riassumere: «Gli abbiamo illustrato le difficoltà del settore in generale e, in particolare, delle aziende di servizi, si è impegnato a farsi carico di intervenire con il tavolo aperto in Regione Lazio, magari aprendone uno tecnico specifico con la partecipazione diretta delle aziende, più un intervento presso i vari ministeri. Oggi la perdita di un posto di lavoro potrebbe avvenire in un territorio che non dà molte possibilità di riposizionamento, è urgente intervenire subito. È stata anche l’occasione per ribadire l’altra emergenza, quella degli ammortizzatori sociali in scadenza, così come denunciamo da tempo. Siamo in ritardo, dobbiamo insistere e non mollare la presa». Anche oggi la protesta dei 150 lavoratori delle aziende di servizi continuerà.

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